Minaccia imminente di un crac da 27 miliardi senza lo Stato

Circa 700mila imprese impossibilitate a restituire i prestiti alle banche

La redazione

Secondo il Centro studi di Unimpresa, esattamente per 694.894 imprese italiane c’è rischio d’insolvenza per un ammontare di circa 27,1 miliardi. Questi sono i dati sui prestiti bancari le cui rate di restituzione sono state sospese dal 2020. Nella primavera del 2020 entrò in vigore il decreto legge “Cura Italia” che ha introdotto moratorie dei finanziamenti concessi dalle banche. Una misura scaduta alla fine dell’anno scorso e non rinnovata per timore di una procedura dell’Unione europea per aiuto di Stato illegittimo.

Il Centro studi di Unimpresa stima complessivamente in 248,6 miliardi di euro i prestiti bancari, tra moratorie e garanzie pubbliche.

La situazione delle imprese, causa Covid-19, sostiene Uninpresa, è a rischio. La crescita della pandemia acuisce la crisi economica e comporta problemi irrisolvibili per le aziende in ordine ai rimborsi dei prestiti erogati dagli istituti di credito.

Sul piano normativo a giugno la normativa che prevede garanzie pubbliche per i nuovi finanziamenti: un paracadute dello Stato, che ha permesso alle banche di erogare prestiti garantiti a 2,5 milioni di soggetti per un importo complessivo di 220,5 miliardi: di cui 22,9 miliardi, erogati a 1,1 milioni di piccole imprese e partite Iva, per importi entro i 30mila euro e 197,5 miliardi per importi superiori, concesso a 1,4 milioni di medie imprese, in prevalenza.

Il vicepresidente di Unimpresa, Giuseppe Spadafora (in foto di copertina): ” Condividiamo l’appello del presidente e del direttore dell’Abi, Antonio Patuelli e Giovanni Sabatini, che hanno chiesto al governo italiano e alle autorità europee di rinnovare i sostegni pubblici fino al termine della pandemia. Le misure approvate sin dall’inizio della crisi pandemica hanno consentito, pur tra iniziali intoppi e qualche errore d’impostazione, di sostenere il prodotto interno lordo del Paese che ha registrato comunque una flessione superiore al 9% nel 2020 per poi rimbalzare, lo scorso anno, di oltre sei punti percentuali. Insomma, non abbiamo ancora recuperato quanto perso con il crollo del 2020 e le prospettive per il 2022 restano instabili. Un quadro reso incerto proprio dalla nuova ondata del Covid, ragion per cui è indispensabile non indugiare e rimettere in pista tutte le forme di aiuto per le imprese italiane”.

E conclude: “Per l’economia italiana vale ancora quanto detto dal premier in carica, Mario Draghi, ovvero è il momento di ricevere e non di dare. Quindi occorre immediatamente avviare una rapida trattativa con l’Unione europea per abbattere le incomprensibili resistenze sugli aiuti pubblici, considerati aiuti di Stato illegittimi sulla base di regole vecchie e da disapplicare in situazioni di emergenza”.

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