Zaki, nuova udienza farsa e rinvio

Il Tribunale di Mansura ha rinviato al 7 dicembre

La redazione

Dopo tanta attesa, oggi al Tribunale di Mansura, che dovrebbe giudicare Patrick Zaki per il reato di “diffusione di notizie false dentro e fuori il Paese”, dopo pochi minuti rinvio al 7 dicembre.

Il condizionale sul reato di cui dovrebbe rispondere è d’obbligo ed il rinvio è stato disposto su richiesta del difensore dell’imputato che ha chiesto di avere copia del fascicolo del giudizio, fino ad oggi non ottenuta e che lo ha potuto visionare frettolosamente solo in procura.

A Zaki, vestito di bianco come è previsto per gli imputati in Egitto, sono state tolte le manette nella gabbia degli imputati solo per qualche minuto.

Ai giornalisti ammessi è stato fatto divieto di riprendere in aula o fotografare.

Zacki, ammesso che il solo reato imputato sia quello su indicato rischia una condanna inappellabile a cinque anni. Il 7 dicembre saranno esattamente 22 mesi di detenzione preventiva a carico dello studente. La situazione processuale del giovane non è per nulla chiara ed è possibile, secondo alcuni, che Patrik Zaki debba rispondere in altro processo di minare la sicurezza nazionale e di istigare alla protesta, al rovesciamento del regime, all’uso della violenza e al crimine terroristico, accuse che prevedono una pena da venticinque anni all’ergastolo.

Amnesty International  parla di “un rinvio abnormemente lungo che sa di punizione”. Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International in Italia, spiega: ” Il giudice poteva sì accogliere come ha fatto la richiesta della difesa di un rinvio, ma poteva disporre un rinvio tra una, due settimane. Tra l’altro questa data della prossima udienza, il 7 dicembre, è amaramente simbolica perché segnerà il ventiduesimo mese di detenzione arbitraria e illegale di Patrick e quindi una sofferenza continua. Abbiamo del tempo davanti – conclude – per fare qualcosa di importante, di efficace nelle relazioni tra Italia ed Egitto. La richiesta che facciamo è che la diplomazia italiana utilizzi questo tempo nel migliore dei modi”.

In chiusura di questo articolo sul processo farsa a Mandura, che però più che farsa è un dramma per Zacki e per lo stato della giustizia in Egitto, riferiamo di una iniziativa di due eurodeputati italiani, Fabio Massimo Castaldo (M5S) e Pierfrancesco Majorino (Pd), che si sono resi promotori a Bruxelles di un appello firmato da 40 eurodeputati e rivolto a Ursula von del Leyen e Josep Borrel inteso ad ottenere la giusta priorità e urgenza alla vicenda di Patrick Zaki e di assicurare che i suoi diritti fondamentali siano salvaguardati conto qualsiasi violazione.

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