Il cine-teatro Sidion ha i giorni contati

Arriva la conferma, Dopo 50 anni l’ultimo cine-teatro gravinese chiude

Rocco Michele Renna

Due Giorni fa pubblicammo, in questo articolo: “Un colpo mortale alla cultura gravinese: il Cinema Sidion chiude” la lettera aperta di un gravinese che preannunciava una sciagura per la cultura cittadina. Purtroppo le voci di sventura sono confermate.

 Cala il sipario sull’ultimo film in questi giorni in sala: John Wick 4, un film del 2023 diretto da Chad Stahelski. Il Sidion, ormai, ha i giorni contati, siamo ai titoli di coda di un film durato 50 anni, non ci saranno premi o oscar alla carriera ma solo una probabile ruspa che metterà fine alla sua programmazione cinefila.

Dopo il 31 marzo, l’ufficiale giudiziario darà esecuzione alla chiusura, il Sidion spegnerà le sue luci, calerà il sipario sul suo teatro e terminerà il suo calvario, il panorama culturale urbano diventerà più tetro.

Non riuscirà a tagliare il traguardo di mezzo secolo di attività che compiva nel 2024, invece di una festa ci sarà un requiem per la cultura gravinese.

Non di solo cinema si nutriva il Sidion ma si prestava anche a palcoscenico per spettacoli teatrali, stagioni concertistiche e convegni, luogo di aggregazione per le assemblee di istituto di intere generazioni di studenti. Circa 20 anni fa fu ricavata una seconda sala ma è servito a poco. Adesso 42 utenti del laboratorio culturale del Sidion, rimarranno senza un luogo di ritrovo e senza un luogo di impegno sociale e culturale.

Tanti i motivi che ne hanno decretato la fine già da qualche anno, il settore ha dovuto combattere contro.

La pandemia di Covid-19 e le chiusure forzate da un lato, l’esplosione delle piattaforme streaming molto competitive dall’altro, possiamo ipotizzare la mancanza di spettatori? Questioni familiari? Il caro bollette da ultimo potrebbe essere stato il colpo di grazia?

Non sappiamo quale sia l’autentica motivazione: sta di fatto che il duro colpo inferto alla città e alla sua cultura è significativo e duro da far digerire alla popolazione gravinese.

La città di Gravina in Puglia, già pesantemente prostrata dalla chiusura del teatro Mastrogiacomo, inaugurato nel 1927 e in abbandono dal 1995, e dalla chiusura nel 1990 del cinema Centrone, una mega struttura operativa dal 1947, malinconicamente reagisce ora con rabbia ma consapevole di avere le mani legate, all’addio del cinema Sidion, aperto nel 1974.

Il Sidion è di proprietà di 5 fratelli, da sempre, però, gestito da uno di loro, il prof. Michele Mastrogiacomo e dai suoi figli, i quali, sembrerebbero tuttora contrari alla vendita della struttura e quindi alla chiusura.

 Sui social, corre veloce il grido di dolore di una città che sta perdendo uno dei suoi gioielli, i commenti hanno il dolore nel cuore: “Un’altra istituzione gravinese chiude, mancherà alla città. Oramai ci hanno tolto tutto, anche questo servizio pubblico”.

I Mastrogiacomo puntano il dito accusatorio anche contro i cittadini gravinesi, rei di aver preferito spesso sale cinematografiche fuori paese. E ora il presentimento ricorrente sulla bocca di tutti  è che al suo posto sorgeranno lugubri appartamenti a vendere, la longa manus  dei palazzinari ormai aleggia lugubre e sinistra sul Sidion ormai a luci spente.

Noi come redazione ci uniamo ai tanti che rivolgono un accorato appello all’amministrazione Lagreca a farsi carico della “grave perdita culturale”, seppure nei limiti delle proprie competenze, gli ricordiamo che ha fatto richiesta di  inserire Gravina nel contesto delle capitali italiane della cultura, come spiegato in questo articolo: Gravina e Altamura capitali italiane della cultura 2027?

A che pro capitale della cultura se questa città non è nemmeno capace di tenersi stretto l’ultimo cinema rimasto, eppure Gravina con la sua storia millenaria, ne avrebbe di cultura da proporre, eppure si preferisce la cultura della speculazione edilizia?

Signor Sindaco la cultura è una cosa seria non qualcosa da sbandierare magari per accontentare una fazione politica, il modus operandi del buon padre di famiglia deve essere applicato anche nella amministrazione di una città, solo così questa città potrà riemergere dalle ceneri dello sfruttamento politico delle tante amministrazioni passate.

Abbiamo visto barlumi di belle iniziative in questo primo anno di amministrazione ma ci si è fatti sfuggire iniziative culturali di altissimo livello che il buon Remo Barbi non si sarebbe mai fatto sfuggire, è ora di rimboccarsi le maniche sul serio per questa città.

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