Sanzioni, rincari, effetti eclatanti.

Non ci sono parole per definire questo conflitto. C’è anche chi legge le sanzioni come mirate a colpire l’Italia, Diamoci un’occhiata.

Maria Catalano Fiore.

Da premettere che non sono una “politologa”, ho letto su alcuni giornali un racconto diverso sulle sanzioni contro la Russia. Si chiedono: ma sanzionano quel Paese o noi?

Costi stratosferici di energia

Hanno chiuso! Il problema è grave, non si tratta solo di luoghi ludici, si tratta di strutture dove imprenditori hanno investito grandi capitali e dove lavorano tantissime persone oltre l’indotto ed i ristori ecc……

Questa gente cosa farà? Si chiedono i citati articoli!

Giusta considerazione e preoccupazione per i posti di lavoro in un Paese come il nostro con un tasso alto di disoccupazione, ma chiariamo che, è un fatto triste di cronaca la chiusura delle “montagne russe” nei due parchi giochi, ma che con le sanzioni dell’Unione europea alla Russia di questa notte, non ha nulla a che vedere. Basti pensare che il rincaro è scattato dal 1° gennaio e l’invasione dell’Ucraina è avvenuta il 24 febbraio, le sanzioni oggi. I tempi sono chiari. Non occorrono ulteriori specificazioni.

E ancora ….. a causa dei rincari e dei problemi ai trasporti, oltre alla carenza di materie prima che tra poco verranno a mancare….Stesso discorso; una guerra in Europa, perché Ucraina è Europa, porta difficoltà per tutti, purtroppo, e le ditte che si sono adattate al Covid-19, dovranno adattarsi alla guerra iniziata dalla Russia nei confronti nell’Ucraina, senza alcuna provocazione e giustificazione.

Lo stabilimento dello storico pastificio Divella, 131 anni di attività anche in periodo bellico, da lunedì ferma la produzione.

L’enorme pastificio, biscottificio e altri prodotti alimentari della Divella nel sud barese.

Lo stabilimento e l’indotto, oltre ai punti vendita, danno lavoro a migliaia di gente, ma non potranno più lavorare, devono prima liberarsi delle scorte nei depositi e poi risolvere due problemi enormi: il trasporto e l’approvvigionamento di materie prima da lavorare. Se si approvvigionavano solo col grano russo comprendiamo la difficoltà e desta meraviglia che non si rivolgano ad altri mercati, piuttosto che chiudere.

Altrettanto il pastificio Granoro di Corato, 100 anni di attività, ma dal sito della ditta risulta che usa miscele di grano proveniente da Italia, Usa, Australia e Francia, E le sanzioni alla Russia che c’entrano? La Voiello e la Molisana, e non solo loro, usano solo grano italiano, un poco più costoso, ma non introvabile.

Stabilimento Granoro di Corato, area Nord barese

Noi pugliesi che vivevamo nel “Granaio d’Italia“, il decantato “Tavoliere delle Puglie”, per quale politica scellerata abbiamo trasformato i terreni coltivati a grano, in terreni per pomodori che hanno generato caporalato, schiavitù nei confronti degli immigrati e ancora peggio, distruzione del prodotto invenduto per mantenere i prezzi competitivi? Errori degli agricoltori e di chi li ha indirizzati, che oggi si scontano.

Tutto poi aggravato dal fermo degli autotrasportatori sulle autostrade. Scioperano, hanno pienamente ragione, un pieno di gasolio, quasi triplicato, non può fa si che della frutta acquistata a 0,50 cent. arrivi al Nord a 5,00 euro e viceversa. E qui il discorso si complica. L’Italia, che pure vanta 7.914 chilometri di costa ed un’infinità di porti, disseminati ovunque, non usa per nulla il trasporto marittimo (salvo quello intercontinentale) per le merci alimentari, che costerebbe molto, ma molto meno. Così come usa poco il trasporto ferroviario, anch’esso parecchio meno costoso. Ed i gasolio è aumentato per le tensioni internazionali, non certo per le sanzioni di questa notte,

Abbiano letto anche che la Germania non ha chiuso i gasdotti con la Russia, e neppure con la Francia, ma solo le nuove diramazioni del NORD STREAM 2, che portano in Italia. Autentica fake news: Olaf Scholz ha comunicato a Putn che avrebbe interrotto l’iter delle autorizzazioni in corso per poter rendere operativo il gasdotto e non le avrebbe riprese finchè la Russia non fosse tornata nei suoi confini e non avesse smesso di minacciare l’Ucraina ed il resto dell’occidente. Il Nord Stream2 non era attivo e la diramazione per l’Italia, semplicemente non esiste.

Abbiano anche letto la domanda, che parafrasata, suona così: quando pensate alle sanzioni come un castigo per la Russia, cari signori, il castigo lo avremo noi, la Russia i suoi prodotti li venderà disinvoltamente alla Cina ed al paesi Mediorientali, e questo perché il signor “Rim ban BIden,”, come lo definisce Vittorio Sgarbi, vuole venderci il surplus delle produzioni Americane, ma quanto ci costerebbe?

In tutta questa storia, in cui ci rimette solo la povera gente i ricchi speculeranno ed i poveri moriranno inermi. Ma questa, purtroppo é la storia dell’umanità e di tutte le vicissitudini attraversate: guerre, epidemie, etc.

La metropolitana di Kiev, stanotte rifugio di sfollati, pur di avere un po di riparo e calore.

Sempre secondo quelle “fonti”, l’Europa è morta. L’Europa Unita, se è mai esistita, è stata solo in grado di produrre sanzioni e disquisire sulla lunghezza dei mitili o quote latte ed altro, ci ha fatto macerare frutta e pomodori e olive per attingere dal Marocco, che non pare sia in Europa. Sono fonti di scarsa memoria. E’ impossibile che un giornalista non sappia o dimentichi che l’Italia si è vista assegnare dall’Unione Europea 191,5 miliardi di euro per il PNRR e che è stato l’unica assegnataria a tre cifre. Troppe omissioni, dimenticanze e fake news. Non sono complottista, ma suonano davvero male. Filo-putismo?

“L’Italia che per la sua posizione poteva essere il fiore all’occhiello d’Europa è solo un cumulo di immondizia in putrefazione” sostengono le stesse fondi. Vero, che soprattutto in meridione, molti campi vengono utilizzati per nascondere rifiuti, spesso tossici e nocivi. Trasporti gestiti da organizzazioni criminali di stampo mafioso ed appaltati, prevalentemente, da imprenditori disonesti made in Italy, delle zone maggiormente industrializzate del Paese (la locomotiva in primis), a cui, di fronte al minor costo rispetto alla smaltimento in sicurezza, la salute e la vita dei meridionali non fanno né caldo, né freddo. In tutto questo guazzabuglio i nostri politici, bravi solo a discutere di piccole beghe interne, dove sono?

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