Presunto avvelenamento di Roman Abramovich diventa un giallo

l suo portavoce conferma, ma l’intelligence Usa smentisce

La redazione

Tempi d’incertezze e di confusioni. E’ l’unico dato certo che emerge in questo periodo. Per un mese ed oltre abbiamo sentito da Putin in persona che erano solo esercitazioni l’ammassare truppe al confine con l’Ucraina e che non l’avrebbe mai invasa. Infatti da oltre un mese dilaga la guerra. alla luce delle ultime notizie, il massacro di popolazione civile, perpetrato ignobilmente dai russi, anziché piegare la resistenza ucraina -come speravano gli invasori- l’ha infiammata e la grande armata rossa sta arretrando e ripiegando un poco ovunque sotto gli attacchi ucraini. Un deputato della Duma propone l’invasione di altri cinque paesi europei e uno extra. Nessuno lo smentisce a Mosca, preoccupata solo del fatto che Biden ha chiamato Putin: “macellaio”. Forse è stato anche troppo gentile. Un’opinione come un’altra.

Nessuna meraviglia, dunque, di questi tempi, che divenga un giallo il presunto avvelenamento di Roman Abramovich. Un portavoce dell’oligarca russo ha confermato che è stato vittima di un “sospetto” avvelenamento a inizio mese, dopo un incontro per i colloqui di pace con i negoziatori ucraini. Non si accusa però nessuno, meglio le insinuazioni ed i dubbi: durano di più delle certezze. Un articolo del Wall Street Journal aveva affermato che tre persone, Abramovich e due negoziatori ucraini, tutti partecipanti ai negoziati a Kiev “avevano sofferto di occhi rossi, lacrimazione costante e desquamazione della pelle su viso e mani”.

Ma secondo l’intelligence statunitense, Abramovich e i negoziatori di pace ucraini si sono ammalati dopo un incontro a Kiev all’inizio di marzo, ma a causa di un fattore ambientale: “L’intelligence suggerisce con forza che si sia trattato di un fattore ambientale, non avvelenamento”.
Abramovich ora starebbe bene pe e continuerà a partecipare ai negoziati insieme con gli ucraini nel tentativo di porre fine alla guerra.

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