Nella notte del 21 agosto 1911 un un furto eclatante o…..ingenuo? Non lo sapremo mai.

Il furto della Gioconda di Leonardo da Vinci dal Louvre, solo un imbianchino patriota o un bel furbetto?

Maria Catalano Fiore

Certamente un furto particolarissimo, sia per la difficoltà nel compierlo, sia per la motivazione patriottica, sia. come infatti sarà per la difficoltà nel rivenderlo o anche semplicemente donarlo!

Probabilmente è anche questo furto ed il suo enorme scalpore, oltre ai personaggi noti che saranno coinvolti, a rendere quest’opera una delle più famose e conosciute al mondo. Non che Leonardo non fosse famoso, ma…..non era più un personaggio da gossip, come pare fosse ai suoi tempi.

Famoso diventa, anche se per un breve lasso di tempo Vincenzo Pietro Peruggia, l’imbianchino patriota, varesino, che intendeva riportare la “Gioconda rubata” in Italia. Il Peruggia, (1881-1925) un onesto ma poco colto, imbianchino italiano, infatti era fermamente convinto che la Monna Lisa fosse stata rubata all’Italia da Napoleone Bonaparte.

Vincenzo Peruggia dimostra comunque agli spocchiosi cugini d’oltralpe che il loro più decantato museo non era certo inviolabile, anzi…..

Vincenzo Peruggia

All’epoca, comunque, tutta l’opinione pubblica conosceva, anche se sommariamente, delle spoliazioni napoleoniche, per di più tutti i demeriti si imputavano a Napoleone, anche se, la Francia, che dopo la rivoluzione e il susseguente dissennato e sanguinario governo, non solo aveva le pezze sul deretano, ma ….si era venduto anche quello. Comunque l’opinione pubblica generale era convinta che la Gioconda facesse parte del bottino napoleonico.

Una visione edulcorata anche del “Genio Leonardo”, che lo era senza dubbio, ma anche geniale nello spillare soldi ai committenti, nel fuggire senza aver completato del tutto le opere commissionate, nel rifugiarsi presso i potenti. Una rilettura del Vasari (Giorgio Vasari 1511-1574) risulta particolarmente simpatica. Genio e sregolatezza. Genio sicuramente, una vita vissuta a modo suo anche. Comunque Leonardo da Vinci, negli ultimi anni della sua vita chiede asilo al re di Francia Francesco I, ma non solo, chiede, espressamente un alloggio particolare, con uno studio, una cucina vegana da lui stesso disegnata ed eseguita, un congruo appannaggio. Nonostante tutto questo, decide di vendere al re la famosa tela della Gioconda, che si porta dietro da anni, ogni tanto ritoccandola. Pertanto la Monna Lisa viene venduta al re Francesco I di Francia per ben 4.000 ducati d’oro, somma notevole per l’epoca. A seguito della Rivoluzione i beni monarchici passano alla Nazione, La residenza Parigina degli Orlean’s, il Palazzo del Louvre, diventa una sede espositiva di tali fasti.

E’ proprio quel falso furto a spingere il Lupen italiano a recuperare il maltolto. Non poteva immaginare cosa l’aspettava. Eppure è stato bravissimo, solo una parziale impronta trovata sulla cornice abbandonata nei pressi di una uscita secondaria, ma non portava a niente. La Stampa ovviamente si scatena.

Una delle tante prime pagine dell’epoca

Un vicolo cieco, ipotesi su ipotesi, interrogatori strampalati, che fanno perdere solo tanto tempo ed eventuali prove, anche a personaggi di rilievo: il poeta Guillaume Apollinaire viene messo sotto torchio, amico di artisti e sostenitore del futurismo, forse accusato dall’astioso Pablo Picasso. La denuncia nei suoi confronti parte, invece dal suo amante Honorè Joseph Pieret, un ladruncolo esperto del Louvre, truffatore che aveva venduto la sua versione romanzata del furto, alla redazione del Paris Journal in cambio di 250 franchi.

Apollinaire e Picasso, in effetti avevano acquistato dal Pieret, alcune sculturine provenienti dal Louvre, quindi vengono, comunque, accusati di ricettazione, un pochino di carcere lo meritavano.

Un furto non pianificato del tutto dal Peruggia, ma l’occasione si sa……la sua abilità è soprattutto nel nascondere la refurtiva, perquisizioni dappertutto, per tutti i lavoranti al Louvre, anche nelle loro case, ma nessun risultato. Il Peruggia l’aveva semplicemente arrotolato sotto il cappotto.

Una ricostruzione cinematografica, poco plausibile…del furto

Peruggia rientra in Italia, passa la frontiera, tranquillamente, sul treno Parigi – Milano, come un qualsiasi emigrante, ma tra la biancheria sporca….anche la Gioconda.

Va a vivere a Firenze, per due anni tiene da parte il capolavoro di Leonardo, lo guarda solo lui, poi decide di venderlo ad un prezzo simbolico per “ripagarsi del fastidio” di £ 150.000 a patto che il dipinto sia esposto in Italia, o meglio, a Firenze, in bella mostra, presso la galleria degli Uffizi. A questo scopo Peruggia contatta un mercante d’arte, l’antiquario Alfredo Geri, per proporgli l’acquisto dell’opera “Rubata da Napoleone”.….tutto pare andare liscio….per quel gesto patriottico, invece finisce in un processo!

La tela mostrata come prova in Tribunale

Il processo si tiene a Firenze, nel 1914. La pressione popolare è notevole, Peruggia è un patriota! La difesa invoca “l’infermità mentale”. La Corte deve adeguarsi e gli assegna una pena mite: un anno e 15 giorni di prigione, poi ridotti a sette mesi e 8 giorni. A fine pena, nel 1915 viene però spedito al fronte per buona parte del primo conflitto mondiale.

La Gioconda di Leonardo rientra al Louvre

Nel 1921 Vincenzo Peruggia si sposa e decide di immigrare nuovamente in Francia, ma come fare considerando che era un “indesiderabile”? Semplicemente, nella domanda per ottenere il visto, si firma Pietro, suo secondo nome e tutto va benissimo. Si stabilisce, con la sua giovane moglie, in una zona periferica di Parigi, nel 1924 diventa padre della sua unica figlia, Celestina, soprannominata “Giocondina”. Purtroppo muore d’infarto l’8 ottobre 1925, proprio il giorno del suo quarantaquattresimo compleanno.

Diversi film sono stati girati sulla vicenda:

“Il Ratto di Monna Lisa” un film tedesco del 1931.

“Il ladro della Gioconda” film italo francese del 1966.

“Il furto della Gioconda” sceneggiato Rai interpretato da Enzo Cerusico regia di Renato Castellani, trasmesso nel 1978.

“L’uomo che rubò la Gioconda” sceneggiato per Canale 5, regia di Fabrizio Costa, trasmesso nel 2006 con Alessandro Preziosi nel ruolo di Peruggia.

“Lovers, Liars and Thieves” con Dustin Hoffman ed Antonio Banderas, di Jeremy Leven, nel 2009.

“The Art of the Steal” con Kurt Russel e Matt Dillon, nel 2013.

Dal 2020 è in lavorazione un film, Covid permettendo, con regia di Jodie Foster. L’attrice e regista ben due volte Premio Oscar, è stata scelta per ri-creare, ancora una volta questa storia rocambolesca dell’italiano che uscì dal Louvre portando sotto braccio la Gioconda.

Tutta la storia è stata raccontata dettagliatamente nel 1981 nel libro ” The Day They Stole the Mona Lisa, pubblicato da Seymour Reint. E’ da questa ricostruzione storica che partirà il lungometraggio della Foster: sarà una storia divertente e non il crimine in se stesso, l’attenzione si concentrerà sui personaggi reali.

Non c’è dubbio che la Gioconda è la maggiore attrattiva del Museo del Louvre.

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