Molfetta: da spacciatore ad imprenditore edile

Sequestrati cinquanta milioni di euro.

La redazione

L’imprenditore edile di Molfetta (Bari) Giuseppe Manganelli, di 52 anni, già sorvegliato speciale, è stato oggetto di un sequestro preventivo di beni per circa 50 milioni di euro.

Il sequestro è stato eseguito dai carabinieri di Bari su richiesta del Tribunale di Bari sezione misure di prevenzione, su richiesta della locale Dda, considerata l’elevata pericolosità sociale del soggetto, ex narcotrafficante.

Sequestrati 16 fabbricati, tra i quali la villa, vista mare, dove risiede, quattro terreni, per un’estensione totale di circa 5mila mq, 5 società tra le quali la Unione Petroli srl con fatturato annuo di circa 20 milioni di euro, 6 veicoli e una imbarcazione da diporto, 11 conti correnti e quote partecipative ad un fondo di investimento.

Secondo i magistrati della Direzione distrettuale antimafia, il Manganelli, grazie a una “fruttuosa carriera criminale”, avrebbe accumulato e occultato “cospicue somme di danaro, con tutta probabilità provento delle attività di narcotraffico ed estorsive cui lo stesso era dedito negli anni ’90”, fondando così “il suo impero finanziario ed imprenditoriale”.

Dopo 12 anni di detenzione per rapina, associazione per delinquere finalizzata al narcotraffico ed estorsioni, dal 2011 avrebbe avviato investimenti nel campo dell’edilizia, “anche grazie alla fittizia interposizione di alcuni prestanome”. Così avrebbe costruito le prime società e diversificato gli investimenti, “con una operatività non più limitata al solo campo dell’edilizia, ma estesa anche al settore della distribuzione di carburanti”, attraverso un sistema di “scatole cinesi, messo in atto dall’imprenditore per occultare l’illecita provenienza della sua ricchezza finanziaria”. 

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