Matteo Renzi e Mohammed Bin Salman.

Il senatore di Firenze in difficoltà si difende facendo la vittima. Una strategia che non rende più,

GP

In piena crisi di governo con le ministre di Italia Viva fatte dimettere e Conte, che preso atto di non avere i numeri, lasciava Palazzo Chigi, il protagonista indiscusso di quella crisi si premiava con un viaggetto in Arabia Saudita per andare ad intervistare Bin Salman, nell’ambito della quarta edizione della conferenza ‘Future Investment Initiative’. 

Nulla di strano che Renzi collabori in iniziative che provengono dal mondo della finanza, che è stata la sua culla. vista l’attività del padre, invero finita non proprio con medaglie di addio.

Renzi aveva preso l’impegno di spiegare questo suo rapporto con gli Emirati arabi. Non è un privato cittadino, ma un senatore della repubblica, ed il senatore Renzi aveva aperto l’intervista a Bin Salman con un “è un privilegio discutere con lei di Rinascimento. l’Arabia Saudita può essere il posto di un nuovo Rinascimento per il futuro”.

Certo, anche se s’intervista un noto criminale non è che l’intervistatore sia tenuto ad aprire l’incontro sputandogli in faccia, ma tanta piaggeria e riverenza lascia supporre ben altro, basta un poco d’immaginazione.

Dopo la dissecretazione del rapporto della Cia sull’omicidio di Khashoggi, un coro di richieste di chiarimenti sono state indirizzate a Renzi da esponenti del Pd, di Leu e dei M5S. Renzi naturalmente, al suo solito si è guardato bene dal rispondere, anche perché dubito che in questo momento abbia voglia ed interesse a chiarire il perché di tanta piaggeria nei confronti di un personaggio che anche prima delle rivelazioni della Cia non è che fosse noto come un campione di democrazia o noto apostolo della non violenza.

La sua risposta è stata un davvero sgradevole attacco agli esponenti dei tre partiti rei “di litigare su tutto e ricompattarsi solo negli attacchi nei suoi confronti”. Mi spiace per lui ma non riesce più a nascondere il suo livore per non essere riuscito nell’intento di sfasciare completamente la coalizione di centrosinistra, che dalla crisi di governo sembra essere uscita più compatta di prima. Tra l’altro da quel tavolo è stato giustamente escluso ed oggi naviga, stando ai sondaggi, co suo partitino, sotto il tre per cento in splendida solitudine. E’ l’epilogo di una politica a botte di “Stai tranquillo Enrico”. Prima o poi si rimane soli come un pinguino nel deserto.

Per commenti, precisazioni ed interventi potete utilizzare il “Lascia un commento” a piè dell’articolo, o scrivere alle e-mail info@lavocenews.it della redazione o direttore@lavocenews.it, per seguirci su facebook potete mettere cortesemente il “mi piace” sulla pagina La Voce News o iscrivervi al gruppo lavocenews.it grazie.