Il Covid non ferma il caporalato.

Da Nord a Sud, da Asti a Foggia, i caporali, purtroppo, sono sempre attivi, soprattutto presso aziende agricole.

Non c’è distinzione tra Nord e Sud quando si tratta di avvalersi di caporali per reclutare a basso costo manovali per la raccolta dei prodotti agricoli. Ad Asti (in Piemonte) sono stati arrestati tre “presunti” caporali albanesi che fornivano braccianti agricoli extracomunitari alle aziende del settore principalmente durante la vendemmia. Li pagavano non più di tre euro all’ora, costringendoli a lavorare 10 ore al giorno e li reclutavano nei centri di accoglienza. I tre albanesi, che erano a capo di una cooperativa della zona, sono stati arrestati dai Carabinieri che hanno denunziato altre 5 persone,

Cambia la regione, cambia il prodotto, ma lo sfruttamento no

Ma i caporali non operano certo solo al Nord Italia. Nel Sud sono spesso anche più numerosi. Sempre i Carabinieri hanno scoperto tre imprenditori agricoli foggiani, sottoposti a misure cautelari in quanto responsabili, a vario titolo, di intermediazione illecita, sfruttamento del lavoro ed in alcuni casi anche di impiego di manodopera clandestina. Con loro è stato arrestato un “presunto” caporale, risultato immigrato dal Gambia. Si è scoperto che quest’ultimo deteneva una quota societaria in una delle aziende agricole sottoposte a controllo giudiziario.  Qui i braccianti sfruttati erano almeno una cinquantina.