Figlia dell’ideologo di Putin muore in sospetto attentato
L’automezzo potrebbe essere stato fatto esplodere con un’autobomba. In copertina: gli investigatori raccolgono elementi.
Gianvito Pugliese
MOSCA – La figlia di un ideologo russo ultranazionalista, che sostiene che la Russia assorba l’Ucraina è stata uccisa sabato sera in un sospetto attentato con un’autobomba fuori Mosca, hanno detto domenica gli investigatori statali russi.
Darya Dugina, figlia del famoso ideologo russo Alexander Dugin, è rimasta uccisa nell’esplosione di un ordigno che ha distrutto la Toyota Land Cruiser su cui viaggiava. Gli investigatori della regione di Mosca parlano di un’autobomba r di un “sospetto ordigno esplosivo” all’origine del disastro.
Alexander Dugin è un ideologo russo ultranazionalista, vicino a Putin, che propugna la totale annessione dell’Ucraina per mano russa.
Secondo l’agenzia di stampa statale russa Tass il veicolo apparteneva al padre della vittima e si suppone che fosse proprio lui l’obiettivo dell’attentato.
Padre e figlia provenivano da un festival, fuori Mosca al quale avevano partecipato. Dugin, all’ultimo momento aveva deciso di cambiare auto. Lo afferma il quotidiano governativo russo Rossiiskaya Gazeta.

Le riprese televisive (da cui è tratta l’immagine di copertina) mostrano gli investigatori, intenti a raccogliere detriti e frammenti dal luogo dell’esplosione.
Gli investigatori, che parlano di Darya Dugina definendola “giornalista ed esperta politica“, sostengono di aver aperto un’indagine per omicidio e che gli esami forensi in corso mirano a ricostruire l’accaduto.
Hanno aggiunto che stanno esaminando “tutte le versioni” nella ricerca del responsabile del crimine.
Alexander Dugin è il maggior sostenitore, accreditato dal Cremlino, della necessità di unificare i territori russofoni e di altri territori, anche di lingua e tradizioni differenti, per dar vita ad un “nuovo e vasto impero russo”, quasi certamente simile, se non proprio identica, all’ “Eurasia aperta, da Lisbona a Vladivostok” di cui ha parlato già dai primi di aprile Dmitrij Medvedev.
Dugin, propugna che quell’impero includa l’intera Ucraina, il Paese vittima dal 24 febbraio scorso dell’invasione russa, in cui le forze russe stanno effettuando quella che Mosca chiama una “operazione militare speciale per smilitarizzare e denazificare l’Ucraina”. E’ appena il caso di ricordare che chiunque (russo o straniero) in Russia osasse chiamarla diversamente rischierebbe la condanna fino a 15 anni di reclusione. Questa infatti una delle ultime leggi votata dalla Duma su richiesta del Cremlino e proclamata da Putin.
Quanto all’influenza di Dugin su Putin -va ricordato che l’ideologo è compreso in una lista di sanzioni statunitensi- alcuni osservatori russi lo considerano estremamente ascoltato, altri la minimizzano.
Darya Dugina, nota anche come Darya Platonova, trentenne secondo i media statali russi, era una sorta di braccio destro del padre e ne sosteneva incondizionatamente le opinioni. Ultimamente era apparsa sulla TV di stato per sostenere le azioni russe in Ucraina. Tanto che fin da marzo, il Tesoro degli Stati Uniti ha confermato ai media occidentali che Dugina, capo redattore del sito web di United World International, anche per aver sostenuto che l’Ucraina “morirebbe” in caso fosse ammessa nell’alleanza della Nato, era divenuta a pieno titolo un soggetto compreso nell’elenco delle sanzioni statunitensi.
Per seguirci su Facebook mettete il “mi piace” sulla pagina La Voce News o iscrivetevi al gruppo lavocenews.it. Grazie.