Corrado Pesce, Korra ha compiuto la sua ultima grande impresa

Ha aperto una nuova Via sul Cerro Torre, la montagna delle Ande Argentine e vi ha perso la vita

La redazione

Non sappiamo e non sapremo mai cosa penserebbe Korra della sua ultima straordinaria impresa e del suo tragico epilogo.

Corrado Pesce, detto Korra, non era uno scalatore della Domenica, un improvvisato e sprovveduto alpinista, era (duole usare l’imperfetto) un professionista della montagna, una delle migliori guide alpine in circolazione.

E la ha dimostrato anche in questa sua ultima impresa, quella che l’ha strappato a chi gli voleva un gran bene. La posizione del corpo è stata ritrovata da un drone. Sembra sia morto, impossibilitato a muoversi, per assideramento. I soccorsi impediti dal meteo inclemente non riescono ancora a raggiungerlo per restituirlo, anche se senza vita, ai suoi cari.

Quando abbiamo scritto del suo incidente, della valanga che ha colpito lui talmente forte da paralizzarlo e l’amico Tomas Aquilò non certo senza danni, non immaginavamo l’impresa che Korra aveva appena compiuto. Si perché non era arrivato alla cima dalla via solita, quella seguita da amici scalatori che incontrerà e con cui dividerà gli ultimi trecento metri che li separavano dalla vetta. Korra aveva aperto una nuova via per scalare il Cerro Torre. Un’impresa nell’alpinismo epica.

Matteo Della Bordella che, con i compagni David Bacci e Matteo De Zaiacomo, ha percorso con Korra gli ultimi trecento metri alla vetta poche ore prima dell’incidente che non gli ha dato scampo: “Era il più fresco e il più forte, una ‘macchina. Una piacevolissima sorpresa: incontriamo gli amici Korra e Tomy, Mancano circa trecento metri alla vetta e decidiamo di unire le forze per la parte finale. Dal punto di vista mentale seguire una ‘macchina’ come Korra è un vantaggio enorme“. E prosegue: “Ci separiamo Tomy e Korra scendono al buio lungo la parete Nord e, quando raggiungono il luogo dove avevano lasciato sacchi a pelo e materiale da bivacco decidono di riposarsi un paio di ore prima di continuare la lunga discesa. In quelle due ore, mentre stavano riposando, vengono travolti da un’enorme scarica di ghiaccio e sassi che ferisce gravemente Tomy e ancora più gravemente Korra, il quale rimane completamente paralizzato, impossibile a muoversi, per i traumi riportati”.

Scompare con Korra un grandissimo alpinista ed una preziosa guida alpina con al suo attiva un’infinità di soccorsi effettuati e di alpinisti ed escursionisti salvati. Una fatalità maledetta ha impedito a Korra di salvare se stesso.

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