Arrivederci Aldo Moliterni.

In memoria di un amico molto attento alle esigenze degli altri
In copertina da sx il padre di Aldo con il figlio.

Rocco Michele Renna

Qualche giorno fa arriva una notizia inaspettata, L’amico Aldo ci ha lasciati… Aldo Moliterni era un commercialista svizzero, ma faceva un po’ di tutto ed era molto attento alle esigenze di tutti quelli che lo conoscevano, nato lì da padre italiano e madre svizzera, era il nipote di mio cognato e soprattutto un bravo ragazzo amico di tutti.

Mio nipote, suo cugino, mi ha mandato un suo pensiero sul nostro Aldo che molto volentieri pubblico:

Te ne sei andato mercoledì, in silenzio e lontano.

Hai raggiunto zio Giuseppe lassù, spero tu ora sia con lui e lo stia abbracciando.

A maggio zio era volato in cielo. In quei giorni ho ricordato tutti i momenti trascorsi da bambino, i sacchi di patatine giganti, le cioccolate svizzere, i regali.

Però la vita fa “s….o,” si cresce e le persone importanti, prima o poi, ti lasciano qui, in questo mondo. Il problema, molte volte, non è lasciarci ma come veniamo lasciati.

Zio andato via nel sonno. Tu, Aldo, cugino mio, stroncato da un malessere mentre eri in viaggio all’estero.

Io me li ricordo i momenti insieme, quando ero bambino e combinavo casini a casa della zia. Quando preparai l’insalata con la cioccolata o altre “p…..e” che la mia mente diabolica partoriva (ma perché lo facevo? Domanda stupida: sono pazzo).

Tu eri più grande di me, 10 anni in più. Io ero un nano di 6 anni, tu per me eri un gigante che mi prendeva per le mani e mi faceva scalare il tuo corpo mettendo le mie gambe sulle tue.

Perché era divertente. Così come quando tentasti di gettare dal balcone Vito, perché eri fuori di testa come me.

Ma quante volte ci hai aiutato, e quante volte ci hai riempito di regali, come quella volta in cui ci fu recapitato un pacco a casa con dentro un videoregistratore VHS.

Quel giorno avevo i cuoricini agli occhi, perché io non avevo mai visto un videoregistratore da vicino. Ed era un tuo regalo, perché tu amavi rendere felici gli altri.

Eri buono, un gigante buono. Amavi davvero TUTTI, persone e animali. Il tuo vivere da vegetariano, da bambino, non sapevo cosa volesse significare, ma da adulto me l’hai spiegato più di una volta. E mangiavi a tavola con noi, la tua bella teglia di un chilo di melanzane alla parmigiana che ti preparava prima la nonna e poi la Zia Rosaria. Perché Aldo, alla fine, era il cocco di tutti, era il bambino che mangiò 8 uova in una giornata, era il fuori di testa che da ragazzo, per una scommessa con gli amici, ingurgitò due chiodi (l’ho detto che eri pazzo), eri quello che si prendeva cura dei genitori ed era quello che si lanciava in attività imprenditoriali a capofitto, soprattutto quelle che avevano a che fare il cibo (“m…..a”, me lo ricordo quando m’hai portato gli Habanero Red e ne ho mangiato uno intero, sono stato una “m…a”, così come quando mi hai portato la scorzonera e sono restato incollato al bagno per 24 ore).

Eri semplicemente Aldo, probabilmente un esempio per molti.

Mercoledì ho fatto davvero fatica ad accettare che tu non ci sia più. Ho sentito piangere papà a telefono, io ho spento il cervello per quasi due giorni.

Non potrò essere a darti l’ultimo saluto, la mia salute fa “s….o” e non mi consente spostamenti eccessivi. Ma questo lo sai.

Al momento sono in un limbo di accettazione della cosa, una cosa che mi ha causato un tumulto di pensieri, con alcuni che dipingevano scenari a tinte più o meno fosche.

Ma tu non vorresti vedermi triste, anche se adesso non potremo più prenderci un caffè insieme, come tempo fa, e portare a spasso Mario quando il tempo è bello, come abbiamo sempre fatto recandoci al belvedere della Chiesa Cattedrale.

Ricorderò ogni singolo momento, da quel dannato sentimentalista che sono.

Ti voglio bene, Aldo. Adesso puoi riabbracciare lo zio. Proteggeteci da lassù, voi che eravate buoni.”

Come avrete letto pochi mesi fa morì anche suo padre, il fratello di mio cognato, insomma il dolore della perdita dei propri cari non ha voluto lasciar stare questa famiglia…

Caro Amico Aldo, adesso che sei in un posto migliore, nel quale ci auguriamo di ritrovarci tutti noi dopo la dipartita, saluta il tuo papà da parte mia, perché data la lontananza non ho potuto farlo personalmente e porta un messaggio da parte mia, dei tuoi cari e di tutta la redazione a tutti i nostri cari che ci aspettano e ci proteggono da Lassù. Non addio, ma arrivederci Aldo!

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