Vaccino nasale anti-Covid verso la sperimentazione clinica
Nuovi studi confermano l’efficacia del vaccino costituito dalla proteina spike e dalle proteine virali non mutate
Lidia Petrescu
Nuovi risultati preclinici ottenuti con la variante Delta, questo inverno, dimostrano la sua potenziale efficacia contro il SARS-CoV-2 che proteggerebbe dal ceppo attualmente in circolazione Omicron nonostante le mutazioni multiple. Guidato dal gruppo di ricerca francese BioMAP, dall’unità di ricerca congiunta Infectiology and Public Health (ISP) gestita dall’INRAE e dall’Université de Tours, questo progetto è sostenuto dal Ministero dell’Istruzione, della Ricerca e dell’Innovazione e accompagnato dall’ANRS Maladies infectieuses émergentes.
I test preclinici avevano dimostrato l’efficacia del vaccino già dopo due immunizzazioni nasali somministrate a tre settimane di distanza, sia in termini di risposta immunitaria che di neutralizzazione precoce del virus originale e delle sue varianti, riducendo il rischio di trasmissione da parte di un individuo vaccinato.
E’ stata creata la start-up francese LoValTech, per accelerare lo sviluppo del progetto e consolidare gli annunci di investimento, etichettata Deeptech da BPI France e questa nuova società detiene ora una licenza esclusiva mondiale per mettere in pratica il brevetto sul vaccino, concesso dall’Universitè de Tours e dall’INRAE.
Obiettivo della start up è gestire l’intero progetto dalle fasi di sviluppo della formulazione del vaccino fino alle sperimentazioni cliniche che portano al lancio sul mercato non prima della fine del 2023 e l’inizio del 2024. Il sostegno dell’ANRS Maladies infectieuses e’mergentes su questo vaccino consentirà il consolidamento del progetto e il monitoraggio di tutte le fasi da svolgere fino al lancio sul mercato.
“I passi successivi decisivi sono la raccolta fondi, produzione di lotti di vaccini e prime sperimentazioni cliniche. Questo vaccino, assicurano i produttori, non è invasivo e richiede uno sforzo logistico inferiore, per questo consentirà una distribuzione più ampia ai Paesi con un tasso di copertura vaccinale soddisfacente come vaccinazione di richiamo al fine di rafforzare la risposta immunitaria, in particolare quella mucosale, per proteggere la popolazione vaccinata dalle forme sintomatiche della malattia e, soprattutto, per evitare la trasmissione del virus.”
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