Uccide la moglie che rifiuta un rapporto sessuale

Autore un pensionato ottantenne di Gradara.

La redazione

Nella sceneggiata Napoletana i personaggi sono tre, isso (lui), essa (lei) e o malamente (il cattivo). Ma quello di cui ci apprestiamo a scrivere non è un copione teatrale, ma la triste realtà quotidiana dove, alle volte, il livello di miseria e degrado morale, a prescindere da quello materiale, non ha limiti e supera la sceneggiatura scritta da un professionista.

Qui ci sono solo due personaggi. Lui, il marito ed al tempo stesso, o malamente, un pensionato ottantenne, e lei, la moglie-vittima, una sessantenne originaria dell’Est Europa. Non è ambientata la scena reale con il Vesuvio alle spalle, ma a Fanano di Gradara, nel pesarese, nella casa dei due.

Il femminicidio, questo caso ha tutti i requisiti per essere etichettato tale, è stato scoperto dai Carabinieri di Pesaro ieri pomeriggio, che si sono presentati alla porta di casa, allertati dal titolare di un ristorante di Cattolica, dove la vittima lavorava come cuoca, allarmato dalla ripetuta assenza della sua dipendente e dalla telefonata del marito che gli avrebbe detto: “Non la rivedrai più, l’ho uccisa”. Sembra che l’anziano pensionato sospettasse una relazione tra la moglie ed i suo titolare.

Alla macabra scoperta: il cadavere della donna era riverso sul letto coniugale, trafitto da quattro o forse più coltellate, lo dirà l’autopsia, inferte tutte in pieno petto, una delle quali al cuore.

Ad accompagnare i Carabinieri in camera da letto, dalla moglie, Natalia, ucraina più giovane di lui di una ventina d’anni, Vito C. che ha detto loro: “Sono stato io: non ha voluto fare sesso con me”.

I Carabinieri oltre ad operare il fermo del femminicida hanno avviato le indagini. Il delitto sarebbe avvenuto nella notte di Natale. Il mattino successivo l’uomo era andato regolarmente a portare il cane a passeggio, aveva mangiato, come nulla fosse accaduto. Alcune testimonianze raccolte dai militari dell’Arma raccontano di un uomo che beveva troppo.

Vito C. è stato poi trasferito nel carcere pesarese di Villa Fastiggi. il suo legale, avv. Stefano Vichi, sembra voglia chiedere una perizia psichiatrica.

Il femminicidio di Gradara è stato l’ultimo in ordine di tempo citato nei dati contenuti nell’aggiornamento settimanale del report sugli omicidi volontari curato dal Servizio analisi criminale della direzione centrale della Polizia che abbiamo pubblicato ieri.

Per commenti, precisazioni ed interventi potete utilizzare il “Lascia un commento” a piè dell’articolo, o scrivere alle e-mail  info@lavocenews.it della redazione o direttore@lavocenews.it, per seguirci su Facebook potete mettere cortesemente il “mi piace” sulla pagina La Voce News o iscrivervi al gruppo lavocenews.it grazie.