Tarallo di Gravina in Puglia- Taràdd de la Maculòit

Un’antica usanza che si rinnova e tante grazie di cui abbiamo bisogno, ora più che mai.

Nonna Camilla

Un caro amico di Gravina in Puglia, mi ha ricordato un’antica usanza di Gravina, un’ uso che si perde nei secoli preparare U Taràdd de la Maculòit.

A Matera, in Basilicata, ma non troppo lontana si chiama U Fcjatidd.


Che bello e che profumo!

I Taralli sono un tipico prodotto pugliese-lucano, ma sono diversi da luogo a luogo e per ogni occasione. A Gravina c’è l’antico uso del Tarallo da consumare il giorno 7 dicembre, giorno di vigilia. Questo uso, tramandato di madre in figlia, è semplice perchè si prepara davvero con poco. Farina, acqua, lievito e tanti semi di finocchio selvatico. E’ un tarallo grande che offre un motivo per vivere un momento di gioia e di convivialità prima del Natale.

Ma quale significato ha questo “Taràdd” per Gravina? E la sua grandezza?

Eccolo in mano a dei bellissimi bimbi, per darvi un’idea …..

La sua forma di ampia corona è il simbolo stesso dell’aureola della Vergine. Di una profonda devozione che tutti i Gravinesi hanno per Maria madre incontaminata di Gesù.

Secondo la tradizione viene consumato a Mezzogiorno, sostituendo il pranzo con questo tarallo per chiedere alla Vergine, attraverso il digiuno, l’intercessione per il perdono dei peccati. Gli stessi ingredienti hanno un significato simbolico: La farina bianca indica il candore e la purezza di Maria, unica donna ad aver concepito senza peccato. I Fiori e i semi del finocchio selvatico hanno collegamenti con Maria e con sua madre Anna. Questo perché il finocchio selvatico fiorisce e raggiunge il suo massimo splendore a settembre nel momento della nascita di Maria.

A prescindere da tutto, mangiare il Tarallo dell’Immacolata in famiglia continua ad essere una tradizione a cui i Gravinesi sono fortemente legati. Una prova per il Santo Natale.

Ingredienti per ogni tarallo, max 2: 400 g. di semola di grano duro, 130 g. di farina 00, 1/2 panetto di lievito di birra, 20 ml. di olio d’oliva, 30 ml. di liquore all’anice, acqua tiepida per impastare, 1/2 cucchiai di semi di finocchio, due cucchiai di sale fino, 1 cucchiaio di zucchero.

Preparazione: Impastate il tutto unendo pian piano i vari ingredienti, sciogliete bene il lievito nell’acqua tiepida e lavorate l’impasto affinché sia bello liscio ed elastico. Mettetelo quindi a riposare al caldo per un paio d’ore, sino a che non sarà raddoppiato di volume.

Accendete in forno a 200°. Nel frattempo preparate un rotolo da cui ricaverete il o i vostri taralli , preparate e bagnate con acqua il punto di chiusura, ora poggiateli con delicatezza in un tegame adatto e lasciate cuocere per 20/25 minuti circa, finché non sono dorati.

A questo punto sono pronti! Lasciate riposare e raffreddare e poi vedrete che successo per grandi e piccoli.

Se non avete fatto in tempo per la vigilia, fatelo domani , sarà sempre buono e distribuite un pezzo per ogni commensale, chissà che la Vergine Maria non interceda per noi! Buona Immacolata a tutti dalla vostra nonna Camilla.

Per commenti, precisazioni ed interventi potete utilizzare il “Lascia un commento” a piè dell’articolo, o scrivere alle e-mail info@lavocenews.it della redazione o direttore@lavocenews.it, per seguirci su facebook potete mettere cortesemente il “mi piace” sulla pagina La Voce News o iscrivervi al gruppo lavocenews.it grazie.