Su il sipario, il mondo ha sete di arte!

Conto alla rovescia per l’apertura di cinema, teatri e spettacoli in genere.
Intervista a Giuseppe Francavilla, attore e regista teatrale.

Cinzia Montedoro

Da  lunedì 15 giugno concerti dal vivo, cinema e spettacoli teatrali potranno finalmente riprendere. Rimarranno le limitazioni per contenere la diffusione del coronavirus, come il distanziamento  e resteranno anche le mascherine, senza cui non sarà possibile entrare nei luoghi al chiuso. Per gli spettacoli aperti al pubblico in sale teatrali, cinematografiche e da concerto, le attività si possono svolgere “con posti a sedere pre-assegnati e distanziati e a condizione che sia comunque assicurato il rispetto della distanza interpersonale di almeno un metro sia per il personale sia per gli spettatori che non siano abitualmente conviventi”. Il numero massimo di spettatori è di mille all’aperto e 200 al chiuso. Restano sospese sino al 14 luglio 2020 le attività che abbiano luogo in sale da ballo e discoteche e locali assimilati, all’aperto o al chiuso, le fiere e i congressi.

Alla luce delle nuove aperture, la vocenews.it ha incontrato  il maestro Giuseppe Francavilla, attore e regista teatrale dell’associazione culturale ‘Il Carro dei Guitti’ di Trani, insieme abbiamo  parlato di quelle che sono le difficoltà, le paure e il desiderio di rialzarsi dopo lo stop forzato dal lockdown.

  • Il teatro ai tempi del coronavirus , quanto l’estro creativo di un artista è stato influenzato durante  il  lockdown?

Dipende di quale artista stiamo parlando, un poeta o un pittore può addirittura essere stato agevolato dal lockdown, perché stando chiuso nella propria abitazione ha potuto trovare quella solitudine cercata per dipingere e raccontare in versi il proprio stato d’animo del momento, producendo arte, un attore teatrale  come me invece ha sofferto tanto perché il Teatro è contatto umano che non può prescindere dal rapporto empatico col pubblico…noi attori viviamo col e per il pubblico”.

immagine tratta da “Miseria Bella” di Peppino de Filippo
  • Possiamo considerare gli artisti come una categoria dimenticata dalle istituzioni?

Io credo davvero che non si siano pre/occupati e quindi occupati di noi operatori  dello spettacolo, sia dei professionisti che per mesi hanno dovuto rinunciare ai propri eventi e di conseguenza ai propri guadagni, ma anche degli amatoriali che hanno dovuto mettere di tasca propria fitto di sedi o sale prove non utilizzate”.

  • L’arte è in ginocchio e con essa tutti gli addetti al lavoro come riuscire a risalire da questa condizione?

Beh credo che nell’ ultimo decreto ministeriale seguito dalle relative ordinanze comunali dal 15 Giugno è stato regolarizzata l’apertura delle attività artistiche, speriamo che tra il dire e il fare non ci sia di mezzo il mare però. Abbiamo chiesto al Sindaco di Trani un aiuto almeno sul piano logistico e burocratico per non sobbarcarci noi di costi e di cavilli burocratici per poter effettuare spettacolo estivi, per la programmazione invernale ci stiamo già muovendo in quanto seppure con le giuste misure anche gli spettacoli al chiuso saranno garantiti. Stiamo già allestendo la nostra sala teatro che abbiamo in gestione per effettuare la nostra consueta rassegna in tranquillità e sicurezza per tutti noi, conformi e rispettosi delle misure previste da decreto”.

  • Che valore da al suo lavoro oggi, alla luce delle tante difficoltà vissute per il covid?

Io personalmente ho fatto del teatro la mia ragione di vita,dopo il covid ho tanta voglia di risalire sul palco e tornare ad emozionare il pubblico regalando loro, laddove è possibile, un sorriso o una risata  perché credo che si ha tanta voglia di tornare alla normalità: questo lo si avverte fortemente. EVVIVA L’ ARTE EVVIVA IL TEATRO !”.

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