Scomparso Peppino Caldarola.

Scompare oggi Peppino Caldarola per due volte direttore dell’Unità, fondatore d’Italiaradio. Vicedirettore di Rinascita. Grande giornalista. Grande Uomo, grande Amico!.

GP

Da tempo il cuore generoso dell’ex direttore dell’Unità, giornalista di grande spessore, che -nonostante l’appartenenza storica al PCI- che non ha rinnegato neanche in un solo pezzo, è sempre stato fermo, ma sereno e garbato, anche in tempi come quelli odierni in cui la faziosità di parte èsi è accesa in misura estrema. E nei suoi articoli colpivano le motivazioni. Nessuna affermazione restava apodittica, sempre seguiva una convincente spiegazione. un desiderio di motivare quella sua verità.

Conobbi Peppino, che era mio conterraneo, essendo nato a Bari il 9 aprile 1946, quando fu candidato con successo nel collegio di Bari alla Camera dei deputati. Diventammo amici. Non fu per lui un’esperienza esaltante. Peppino non era uomo che si poteva limitare a premere un pulsante secondo le indicazioni di Partito. Fu parlamentare anche nella legislazione successiva.

Avevamo un appuntamento per una conferenza che lo vedeva protagonista ed in cui avrei dovuto fare da moderatore. Fu costretto a rinunciare perchè si era da poco operato nuovamente al cuore e la convalescenza era andata a rilento.

L’ultima volta che ci siamo visti è stato a Bari, alla libreria Laterza, dove presentava un suo libro. Tra i presentatori ricordo la bella introduzione del Senatore Pappalardo. Arrivato il suo turno, Peppino pronunciò poche frasi. Era evidente che stesse male e che fosse affetto da un’angina. Quando mi passò accanto, gli chiesi “se avesse bisogno di un derivato della trinitrina”, che avevo in tasca. Mi rispose che non ne faceva uso. Poco dopo il moderatore c’informò che la presentazione del libro era finita. Inopportuno che Peppino si sottoponesse allo sforzo di continuare.

Andai via, dispiaciuto di non averlo ascoltato, ma soprattutto preoccupato per la sua salute. Ci siamo sentiti telefonicamente dall’ora un paio di volte, ma non ci siamo più incontrati.

Scompare un grande giornalista, ma il nostro Paese perde allo stesso tempo un vero intellettuale, di quelli che essendolo non si sono mai autodefiniti tale.

Peppino, mi mancheranno i tuoi lucidi “pezzi” su lettera 43, quelli che mi e ci spiegavano l’inspiegabile. Rileggerò i tuoi scritti, ma non è la stessa cosa. Mi si consenta di partecipare personalmente al dolore della moglie e di assicurare la condivisione della Redazione de Lavocenews.it. R.I.P.

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