Ponte Morandi: accertamento cause crollo

Incidente probatorio nel processo che vede circa 200 persone in tensostruttura anti covid.

GP

Il Tribunale di Genova si è attrezzato allestendo nel suo atrio una tensostruttura anticovid di buona capienza.

Erano circa duecento stamane i presenti al secondo incidente probatorio nell’ambito dell’inchiesta sul crollo del ponte Morandi, il viadotto autostradale collassato il 14 agosto 2018 procurando la morte a 43 persone.

I presenti avvocati, periti e consulenti, familiari vittime, pm e giudice, hanno preso posto nella tensostruttura. L’udienza ha all’inizio registrato un’eccezione preliminare sul mancato deposito del software usato dai periti per i calcoli e conseguente rinvio dell’udienza di 15 giorni.

Dopo un’ora in camera di consiglio per decidere, il giudice per le indagini preliminari Angela Nutini ha disposto il deposito del software entro venerdì, ma respinto la richiesta di rinvio. L’udienza è ripresa con la relazione e discussione sulla prima parte della perizia. Il Gip ha poi fissato il calendario delle udienze per febbraio: tutti i giorni, compreso il sabato.

Il secondo incidente probatorio è finalizzato a stabilire le cause che hanno portato alla tragedia. Il primo, concluso lo scorso luglio, aveva fotografato lo stato del viadotto al momento del crollo. La procura ha iscritto nel registro degli indagati 71 persone tra ex dirigenti e tecnici di Autostrade e Spea (la società che si occupava delle manutenzioni) e dirigenti del ministero delle Infrastrutture e del provveditorato alle opere pubbliche.

Le accuse, a vario titolo, sono di omicidio colposo plurimo, crollo doloso, attentato alla sicurezza dei trasporti, falso, omissione d’atti d’ufficio, rimozione o omissione dolosa di cautele contro infortuni sul lavoro.

Oggi è la volta dei periti del gip, che daranno spiegazioni sulla relazione depositata a fine dicembre. Nel documento i periti hanno richiamato l’attenzione sul fatto che lo stesso ‘ingegner Morandi aveva evidenziato una serie di difetti di esecuzione del suo progetto ma, soprattutto, rimproverava alla mancanza di manutenzione la causa principale del crollo.

Un processo che il Paese aspetta e che coinvolge responsabilità diffuse di un sistema che va smantellato se non vogliamo che le tragedie si ripetano periodicamente.

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