Pasta con roveja
Vi presento un legume particolare, la Roveja, un ibrido coltivato da tempo immemorabile in Abruzzo e nelle zone limitrofe, ma sinceramente, mai sentito.
Nonna Camilla
Calma gente! Nessuna parolaccia né strana cosa esotica, la ROVEJA è un legume che mi ha fatto scoprire un paio di giorni fa un amico, ex collega di Soprintendenza, che vive ad Altamura, ma non si produce sul posto…….
Dall’aspetto possono sembrare ceci neri, ma sono altra cosa.
La Roveja, detto anche “pisello dei campi o robiglio”, è, infatti, una varietà di pisello. Questo legume, conosciuto sin dal Neolitico, pare sia stato importato in Europa dal Medio Oriente, ma da oltre cinquant’anni è scomparso dalle produzioni. Sopravvive nella zona di Pescara, nei monti Sibillini e nei terreni di Spello.
E’ una varietà molto rustica e ricca di carboidrati e proteine, poiché non richiede alcun apporto di fertilizzanti o di prodotti chimici. Generalmente si fa seccare per farne provvista invernale. E’ d’uso seminarla in primavera su altitudini dagli 800 ai 1200 metri, si raccoglie tra fine luglio ed inizio agosto, si può consumare fresca o seccata e ovviamente re-idratata.
Si cucina come ogni legume secco mettendolo in ammollo per 12-24 ore, con un pizzico di bicarbonato, come sempre, ed una cottura media di 40/50 minuti, con una o due foglie di alloro che non guastano.
Lessate poi la pasta (in questo caso pasta mista, come si usa nel napoletano, è più gustosa) oppure il formato che preferite.
Il mio amico, raffinato buongustaio, ha anche aggiunto alla pietanza delle verdure sbollentate, un filo d’olio e sicuramente un pizzico di peperoncino, conoscendolo….io avrei invece sbollentato le verdure poi ripassate in padella con un filo d’olio, aggiunta la RoveJa e infine la pasta al dente, fatto saltare il tutto per qualche minuto e allora si ci leccheremo i baffi, sorry per le signore….Se trovo qualche altra ricetta o novità sull’uso della Roveja vi aggiorno, parola di Nonna Camilla.
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