Natale contemporaneo

Andiamo a braccetto con l’ipocrisia del buonismo natalizio

Cinzia Montedoro

È Natale si può dare di più! Cita una nota canzone, ma effettivamente cosa ci si aspetta dal Natale? Per molti il festival delle buone intenzioni inizia a dicembre, oltre ad addobbare l’albero di “palle colorate” si appendono anche le speranze e quei bei propositi che durante l’anno si nascondono nei cassetti della memoria, che di tanto in tanto riemergono prepotenti, ma che, come ogni buon frutto maturo invernale, pende corposo dall’albero al momento giusto.

Queste intenzioni, che tanto ci fanno stare bene, come una recita di Natale, termina irrimediabilmente appena finiscono le festività, e si torna a fare i conti con quello che alberga veramente nel nostro cuore. Sembrerà un’eresia, ma inutile nasconderci dietro un dito, lo racconta per esempio il film di Monicelli del ’92 “Parenti serpenti”. ritratto verosimilmente cinico oltre che spietato, che rispecchia le dinamiche tipiche di una famiglia italiana, che vive insieme le festività natalizie, riunita sotto lo stesso tetto. che cena alla stessa tavola, c’è persino la neve che arriva a completare il tutto, ma terminate le festività si tocca velocemente  quello spazio di aridità e disagio che alberga nell’animo dei personaggi. Il Natale diventa, quindi, la maschera spietata del buon viso a cattivo gioco.

Infondo c’è da dire che a certi atteggiamenti siamo sempre stati abituati, un po’ come andare in pizzeria dopo aver ingerito ogni ben di Dio ad un matrimonio, infondo al ristorante siamo stati a digiuno… o come quell’amicizia tanto celebrata che dopo le feste diventa solo conoscenza… bene, all’ipocrisia non c’è mai un limite.

Tratto dal film “Parenti serpenti”

A quelle speranze messe sull’albero di Natale, sarebbe il caso di appendere anche delle riflessioni, al si può dare di più, forse è il caso di aggiungere: si può essere meno ipocriti e più veri……

Buon Natale!

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