Mistero nella scomparsa della donna a Trieste?

Tre i personaggi, come nella sceneggiata napoletana

Gianvito Pugliese

Qualcuno ha scritto: ” Se non nascondesse una potenziale tragedia, il giallo della scomparsa di una donna di 63 anni a Trieste potrebbe essere la trama di un giallo con protagonisti un piccolo gruppo di anziani. Un triangolo, per l’esattezza, con un marito che respinge indignato i sospetti, una moglie apparentemente serena ma forse intimamente irrequieta e un arzillo 83enne amico della donna che invita a scavare nell’esistenza della coppia”.

Io, che tutte le estati della mia infanzia le ho trascorse a Napoli, dove mio padre era primo corno dell’Orchestra Rai “Alessandro Scarlatti”, acquisendo un pizzico di napolitanità, in realta un grande amore per la capitale partenopea, ho pensato piuttosto alla classica sceneggiata. Tre i personaggi, isso, essa e o malamente. Essa è certamente Liliana Resinovich, pensionata di 63 anni, ex dipendente della Regione Friuli Venezia Giulia, uscita di casa il 14 dicembre per non farvi più ritorno. Sulla sua scomparsa aleggia il mistero. Due testimoni in giorni diversi, ma di recente, dichiarano di averla vista entrare ed uscire dalla sua casa, e la polizia vi avrebbe recentemente rinvenuto la borsa, il portafogli e due suoi cellulari. Si è resa irreperibile ed è viva e vegeta, o qualcuno vuol far credere che sia viva, e non lo è più? Primo mistero, che poi gira alla fin fine tutto li. Difficile capire chi è esso e chi è o malamente?

I Vigili del Fuoco

Il marito Sebastiano Visintin, fotografo in pensione, giura e spergiura che mai nella loro vita coniugale ci fu uno screzio e che la mattina della sparizione era in giro per consegne come attesterebbe un tracciamento del suo cellulare, che peraltro nessuno ha fatto.

Ma non è affatto d’accordo l’arzillo ottentaduenne amico di Liliana, secondo il quale, altro che idillio tra i coniugi: “ No non era quel rapporto idilliaco che lui descrive. Lei si lamentava di lui. Non mi ha mai parlato di maltrattamenti, ma di sudditanza, forse era succube. Credo fosse al limite della sopportazione e sull’orlo di lasciarlo”. 

Potremmo assegnare i ruoli di esso e del malamente solo che sapessimo chi dei due mente. I coniugi si amavano e u malamente è l’ottantaduenne che potrebbe aver fatto del male alla donna se questa avesse respinto avance non gradite? Potrebbe aver voluto solo la sua amicizia, mentre a lui non bastava? Ma sono solo ipotesi. O il (u in napoletano) malamente è il marito che schiavizzava la donna e non si è rassegnato alla decisione di lei di lasciarlo?

Per me è un esercizio di stasera, per gli investigatori un’assillante dubbio da rimuovere, quesito da sciogliere.

Intanto la Polizia ha scoperto che la donna aveva anche un conto corrente a lei intestato con depositati oltre 50 mila euro.

La faccenda si complica ulteriormente, dal momento che potrebbe entrare in ballo anche il movente economico.

Sono fiducioso nel fatto che prima o poi si scoprirà, anzitutto che fine ha fatto Liliana, di cui non sappiamo nulla ed anche i testimoni che l’anno vista potrebbero sbagliarsi. Tutto è ancora possibile. Poi chi dei uomini mente. indizio fondamentale per cominciare a sospettare l’uno o l’altro. Che mentano entrambi non è impossibile, ma assai improbabile.

Le ricerche nell’area verde dietro l’abitazione della donna, perlustrata due volte dalle forze dell’ordine, dai vigili del fuoco e dal Soccorso alpino, non hanno dato esito. Non so se siano stati usati i cani e quelli molecolari in particolare.

Non ci resta che attendere.

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