Mibact -città della cultura 2022 e noi? partiamo da Sparano….

Via Sparano da Bari, il nostra salotto e strada principale per passeggiare e per far shopping……cartolina viaggiata.

Maria Catalano Fiore

Ieri, come da scadenza (ndr. avantieri per chi legge) è stata proclamata la Citta delle Cultura 2022: Procida! Lo abbiamo comunicato, subito.

Bellissima isola, panorami mozzafiato, niente da obiettare l’Italia è tutta bella, ma anche Bari e Taranto erano in finale nella rosa delle 10 finaliste.

Senza voler fare la saputella, ma a Bari cosa abbiamo fatto per sodisfare le richieste ministeriali? Le istituzioni troppo impegnate tra elezioni e Covid e altre emergenze…..ma noi? Ci riteniamo persone di cultura? Se facciamo un quiz sulla nostra città sappiamo quanti musei abbiamo, cosa contengono, si ok abbiamo pesce fresco e focaccia e …..pure la Peroni che l’accompagna, ma quanto ne sappiamo e conosciamo? Veramente poco.

Tra le varie clausole e richieste ministeriali oltre a conoscere manifestazioni artistiche e sagre, purtroppo 0, il Ministero Beni Culturali, Mibact, richiedeva un filmato corto e veloce sulle cose culturalmente di maggior spicco in città. Ebbene io che sono una ex Mibact sono andata a consultarmi il materiale inviato, ora reso pubblico. Il Filmato di Procida era accattivante, come quello di Ravello, ecc…Quello di Taranto girato tra il Marta e il Ponte girevole, La Pizzica e la gente vera, bellissimo!

Il nostro? girato a Bari? Rispetto il regista che forse ha voluto dare un’immagine intellettuale e visibilità ad alcuni imprenditori, ma non si vedeva un Museo (ne abbiamo forse più di 10) non il Castello Normanno Svevo, ora sede museale, non uno scorcio di qualche storico ed importante palazzo, non la sede della Provincia, ora città Metropolitana e quindi nessuno dei capolavori esposti nell’annessa Pinacoteca, della Basilica appena la Cripta, ma non il Museo Diocesano. Poi come arte abbiamo solo filosofeggiato sulla figura di Pietro Marino che aveva in mano, come un giocattolo, una scultura di Pino Pascali sperando che lo abbiano riconosciuto….Marino stesso ha inviato sui social due righe esplicative. Vito Signorile regista ecc…danzava sotto la luna e poi…..lasciamo perdere. NON Siamo una città di cariatiti-statiche, Ci sono movimenti, artisti che si danno da fare, anche in screaming…iniziative….Scusatemi, ma o non si è capito cosa voleva davvero il Mibact o siamo improvvisamente diventati introspettivi, noi baresi levantini in tutto. Delle scelte opinabili del Mibact e del Comitato addetto, potremmo parlarne in seguito.

Una domanda sola vorrei porre a tutti i baresi (sfido a contare quanti conoscano i nostri musei e cosa contengano o entrino mai in una sala mostre): ma voi che passeggiate per la nostra strada principale Via Sparano, centro di movida e di schopping sapete chi era Sparano da Bari?

Qualcuno di fuori dice SPARATO (ok sparato…) altri SPARANO a Bari? certo, ogni tanto succede…

Verificando la Storia di Bari, tra atti e scritti vari, si incontrano due Sparano da Bari, a distanza di circa un secolo l’uno dall’altro. Il primo probabilmente Spararo, giurista, redasse insieme a Roberto da Bari, al termine del governo dei Longobardi le Consuetudini di Bari” nuove leggi cittadine.

Via Sparano in una cartolina, viaggiata, inizi 900. Archivio privato Giuseppe Fiore

Sul secondo, sempre giurista, entrambi noti e che hanno apportato benefici alla città conosciamo qualcosa in più. Probabilmente nato a Bari nel 1250, da un Giovanni e nipote di un tale Spararus De Sparano. Purtroppo non si riesce a risalire alla sua famiglia, ma tra il XII ed il XIII secolo diversi notabili cittadini portano il nome di Sparano.

Nel 1266 compare un iudex Grimoaldo iudici Sparari de Baro, nel 1269 d. Nicolaus de Spararo regius Barensis iudex. Sparano era comunque un esponente dell’aristocrazia locale imparentato con questi omonimi giuristi. Giuristi non militari. Da questo punto in poi la sua Storia è più chiara: nato a Bari nel 1250, va a studiare diritto presso l’Università di Napoli, nel 1271 il Re Carlo I d’Angiò (succeduto ai Normanni) lo esonera, per merito, dal pagamento delle tasse per tutta la durata dei suoi studi. Nel 1277 viene nominato Giudice ed assessore vicario di Sicilia. Diventa professore di Diritto Civile presso l’Università Napoletana. Nell’Agosto 1278 fu nominato Iudex Maior delle Contee di Provenza e di Forcalquier, del quale il futuro Re Carlo II d’Angiò era Conte e Vicario in Provenza; occupò la carica sino al 1280.

Nel 1281 era consigliere Regio a Napoli.

Nel 1283, durante il vicariato di Carlo II, detto lo zoppo, partecipa ad una importante riforma della Regia Cancelleria, riduce i ruoli dei cancellieri ed introduce due figure dominanti, il giurista Bartolomeo da Capua e se stesso. Tale riforma fu mantenuta anche dopo insediamento di Re Carlo II.

Epigrafe di Sparano da Bari

Sparano da Bari morì nel 1291, considerato il divieto di sepoltura in Basilica si ottenne che fosse sepolto sulla facciata a sud della Basilica di San Nicola, a Bari, nel vano del secondo portale.

Questa la sua tomba, chissà quante volte ci siete passati senza farci caso.

Al di sopra del sacrario vi è una grande lapide, nella stessa tomba viene sepolta anche sua moglie. In precedenza vi era anche un ricco monumento o baldacchino.

Nel 1742 un certo Nicola Chyurlia, se ne prese cura perchè non fosse demolita, sistemando il qualche modo il sepolcro e le due epigrafi, importanti, (evidenziate in foto).

Una delle epigrafi

Purtroppo, allo stato attuale, poco comprensibili. I Chyurlia e gli Sparano appaiono imparentati già dal XII secolo in vari modi ed occasioni, come si evince da alcuni documenti depositati nell’Archivio di Stato di Bari e nello stesso Archivio della Basilica di San Nicola.

Comunque la via che attraversando il Borgo Murattiano congiunge Corso Vittorio Emanuele ex Corso Ferdinandeo, alla Stazione, in un primo momento venne chiamata Via Borbonica, poi ad inizio ‘900 venne dedicata al giurista Sparano da Bari.

Bari Corso vittorio Emanuele incrocio via Sparano, cartolina viaggiata inizi 900 collezione Giuseppe Fiore.

Questo, non per dimostrare una particolare sapienza, nessuno nasce “Imparato”, ma forse dovremmo sapere un pochino di più della nostra città se vogliamo avere pretese di “cultura” e poi fare un opportuno, naturale, svecchiamento. Sulla pagina fb di questo quotidiano troverete il filmato inviato da Procida: giovani che amano l’arte che si sporcano di colori nel sole e sullo sfondo del mare….titolo: “Procida la cultura…non isola” regia di Agostino Riitano già projetmanager per Matera Capitale 2019.

Ringrazio Giuseppe Fiore per l’accesso al suo stupendo archivio e Michele Iannone per le foto della sepoltura di Sparano da Bari.

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