Manifattura Tabacchi – Bari

E’ indubbio che questo opificio sia stato importante per tutta la città e che ancora ora, la sua area, sulla quale si sta lavorando rappresenti una risorsa

Maria Catalano Fiore

La Manifattura Tabacchi per Bari ed altre città e centri limitrofi ha rappresentato molto sia per l’economia che nell’espansione cittadina.

Nel pomeriggio di ieri, presso la Libreria ROMA, (in piazza Aldo Moro) è stato presentato un un nuovo libro sull’argomento “Manifattura”: dalla sua nascita sino al suo declino. “La Cittadella del Tabacco”. La redazione si scusa, ma non è stata informata in tempo utile.

Giuditta Abatescianni, scrittrice e saggista barese, ha presentato questo suo ultimo romanzo, edito da Adda, con prefazione del Professor Daniele Giancane, in cui ricostruisce un’epoca.

Epoca di lungimiranti imprenditori per la città di Bari, epoca in cui si progettavano nuovi ampliamenti, considerando la richiesta abitativa, ma anche lavorativa, di una città che cresceva.

Tempo fa anche gli architetti e docenti, presso il Politecnico di Bari, Renato Cervini e Mauro Scionti, sempre per Adda editore, ne avevano ricostruito la storia, nonché il progetto innovativo e avanzato anche proposte.

L’impianto manifatturiero sorge in quello che diventerà un nuovo punto cruciale della città, un vero grande Rione: Rione Libertà. Una vera cerniera ricongiunzione tra il Quartiere Murat e il Quartiere Fieristico. Promotore dell’iniziativa il senatore Nicola Balenzano (Bitritto1848-1919), già Ministro per i Lavori Pubblici, tra le sue deliberazioni oltre all’ampliamento del porto e della ferrovia, c’è lo stanziamento per la costruzione della Manifattura Tabacchi di Bari (opificio che già ai suoi inizi da lavoro ad oltre 1000 persone, la maggior parte donne più l’indotto).

La Manifattura Tabacchi intorno agli anni 20/30

Intorno al nuovo opificio si costruiscono i nuovi blocchi delle case per gli alluvionati del 1911, le case per le operaie, i primi isolati di una casa per studenti. L’opificio ospitava, considerando quante donne vi lavoravano, anche il primo “asilo aziendale”. Proprio una “tabacchina” fu la prima consigliera comunale donna del dopoguerra: Luigia De Marinis.

C’è da dire, inoltre, che in Puglia tra il XIX e XX secolo, soprattutto nel Salento si produceva il 47% del tabacco italiano, 1/3 della produzione nazionale.

Essiccagione delle foglie di Tabacco

La prima operazione si svolgeva con il raccolto e l’essiccazione del prodotto con degli appositi sostegni in canna, disseminati un po’ dappertutto che tenevano occupate circa 50.000 operaie che contribuivano non poco all’economia famigliare delle zone.

Tramite la documentazione archivistica i due architetti Cervini e Scionti hanno ricostruito come la Manifattura di Bari è la prima in Italia, ad essere edificata nel 1903, voluta e progettata come una fabbrica modello. Operativa quasi da subito ed ampliata man mano sino al completamento delle varie costruzioni nel 1913 con continui adeguamenti ed ampliamenti, a seguito della sempre maggiore richiesta, sino a fine anni 50.

Manifattura Tabacchi: donne al lavoro. Foto anni 20 circa.

La situazione comincia a variare e complicarsi con il subentro delle multinazionali del tabacco che si insinuano in tutto il contesto, dall’acquistare la produzione alla fonte o meno, dalla diversa configurazione del lavoro che da essere svolto a mano, nella Manifattura barese ed in altre, con selezione certosina della materia prima a seconda si dovessero realizzare sigari, sigarette nazionali o, in seguito MS con varie miscele e poi, viene completamente meccanizzato con filtro o senza.

Le “tabacchine” brindisine che operano una prima cernita delle foglie del tabacco.

Per questo lavoro di cernita del tabacco erano scelte donne giovani e con le mani piccole, oltre che in buona salute, si poteva entrare a lavorare, già a 16 anni. Si lavorava tutta la giornata, a fine mattinata era prevista una pausa pranzo, al suono della campanella si doveva scendere per raggiungere la mensa, qui gli inservienti somministravano il pasto, cose semplici, soprattutto in tempo di guerra, ma almeno era caldo e sicuro.

Con la maggiore età e dimestichezza alcune passavano al settore sigari. Il ricordo che hanno queste donne, ormai molto anziane era il gelo della colla dove dovevano intingere le dita per sigillare i sigari. Non si poteva riscaldare per non rovinarla.

Manifattura Tabacchi: Sigaraie

Le “Sigaraie” guadagnavano un po’ di più, poiché lavoravano “a cottimo”, dovevano produrre almeno 1500 sigari al giorno, se non ci riuscivano, la paga veniva dimezzata. Alla fine della giornata lavorativa si mobilitava tutto il quartiere, ragazzi che aspettavano di vedere passare le donne, figli le madri, mariti che aspettavano le mogli, insieme ai figli, un rituale giornaliero di “Sfilata delle donne”. Un momento di festa che si ripeteva ogni giorno.

Nella fabbrica c’era anche un Cinema: “L’Arena Giardino” con ingresso da via Domenico Nicolai e funzionava per tutta l’estate. Ogni anno la serata inaugurale, della stagione, era destinata, gratuitamente, ai soli figli delle dipendenti che ricevevano anche un “cremino” (il famoso gelato con il bastoncino).

L’odore del tabacco, i cui scarti venivano bruciati nelle ciminiere aleggiava per tutto il quartiere.

Con in grande complesso architettonico, ormai in disuso, si è provveduto quasi subito ad una rigenerazione urbana di tutto il quartiere: Divisa per quadranti, la grande superficie e le strutture ospiterà il Campus CNR” con 11 istituti e circa 700 ricercatori impiegati nell’edificio. Su Via Scipione Crisanzio sono già presenti entità lavorative quali il “Porta Futuro” e lo “Job Center”. I bracci interni e quelli su via Nicolai sono destinati a mercati rionali coperti da un sistema a vetri fotovoltaico, ed accessoriati, nelle ore serali ospiteranno punti di ristoro e street food.

Manifattura Tabacchi: strutture di collegamento fra i vari corpi degli edifici.

Su Via Pietro Ravanas lo spazio accoglierà un nuovo Parco ed una nuova Arena dotata di 400 sedie da disporre secondo l’uso, per teatro, musica, danza e cinema. Completerà l’ala est una “Caserma dei Carabinieri, che fornirà al quartiere quel presidio di legalità di cui attualmente è sprovvisto.

Il “Corriere delle Puglie”, già nel 1903, esprimeva con chiarezza la finalità dell’opera definendola “cuore sociale e produttivo di una comunità da farsi” Tutto lo stabilimento è stato, e continuerà ad essere, l’icona delle aspettative di uno dei Quartieri più popolosi e popolari della città.

A distanza di ormai più di un secolo quindi, questo progetto così lungimirante quale è sempre stata la “Manifattura Tabacchi” torna ad acquisire centralità ripartendo da un progetto di riqualificazione Porta Futuro e da un programma di allargamento dell’Università, una caserma dei Carabinieri ormai necessaria, nonché la zona già assegnata a mercato rionale coperto e alimentato da fotovoltaico ed altre attività.

Sicuramente interessante la lettura del lavoro di Giuditta Abatescianni soprattutto per conoscere la storia della città di Bari, soprattutto nell’epoca dell’industrializzazione. Fabbriche, personaggi, imprenditori….

Per interventi utilizzare il “Lascia un commento” o scrivere alle e-mail info@lavocenews.it o direttore@lavocenews.it. Per seguirci su Facebook potete mettere il “mi piace” sulla pagina La Voce News o iscrivervi al gruppo lavocenews.it. Grazie.