Le lumache, che bontà

Che bontà, davvero a costo 0, tranne se le prendete di allevamento, o in un ristorante gourmet e vi costano un occhio.

Nonna Camilla

Poco fa pensavo ai campi di grano dopo la mietitura e mi sono venute in mente le Lumache, o Ciammaruche nel foggiano, piatto forte del giorno di Sant’ Anna, Monacelle nel Salento ecc… Diffuse un po’ dappertutto nelle campagne, soprattutto dalle Marche in giù. Al nord sono completamente diverse. Poi, ci sono quelle di mare e quelle di terra, ma si cucinano nello stesso modo, molto semplice.

Siete curiosi? non mi dite che non le avete mai mangiate! Se li chiamate in francese, escargot, realizzate uno dei piatti internazionali più eleganti e “costosi”.

Tutto sta nel saperle raccogliere e questo è il periodo migliore, il grano appena tagliato e vi si formano a grappoli vicino allo stelo pulito delle spighe. Quando sono sull’erba o ai margini delle strade io le sconsiglio vivamente, sono impregnate di gas auto e pesticidi.

Comunque nella zona del Beneventano vengono addirittura coltivate, nutrite con lattuga ecc…

Questa è l’immagine di Telese in Prov. di Benevento, e pare sia molto redditizio ci sono alcuni tipi che raggiungono i 300 euro al kg.

Torniamo alle nostre lumache spontanee, se andate per campi di grano ne troverete tantissime e sarà estremamente divertente, soprattutto se siete in gruppo, metterle nei cestini di paglia per poi farle spurgare. Questa è la vera operazione da fare con calma e accortezza. Dalla raccolta alla tavola, mi divertivo molto che le mie amiche, poi le preparavamo e improvvisavamo cenette in giardino.

Eccole pronte da gustare, sfiziosissime da tirar fuori con uno stuzzicadenti o spesso con Una spilla da balia, prima ne avevamo sempre addosso per qualsiasi emergenza, un orlo, un bottone saltato ecc...

Le lumache innanzi tutto si fanno spurgare per due o tre giorni aggiungendo nella cesta mollica di pane e qualche foglia di lattuga, che ne puliranno le viscere. Poi lavatele bene in acqua con un poco di aceto, strofinandole tra loro per pulire la casetta o guscio. Lessatele in acqua bollente cosi per il calore usciranno, alzate la fiamma prima che rientrino dentro. Preparate quindi un sughetto, che dalle parti lucane si chiama “Alla zingara”. Aglio, olio, peperoncino, appena sfrigolano un po’ di pomodoro, a seconda dei gusti, origano fresco. Continuate a cuocere a fuoco moderato per un’ora circa e servite.

Ovviamente nei ristoranti hanno le loro belle forchettine sottili a due rebbi, ma noi ci possiamo arrangiare. E’ certo che quel sugo invoglia alle migliori scarpette! buon appetito da nonna Camilla!

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