La pasta del Littorio

Vi siete mai chiesti quando e come nasce un tipo di pasta? Quanto lavoro ed impegno nel inventare, progettare, realizzare, fornire il progetto per la macchina che la produce e pubblicità, poi. per commercializzarla…

Maria Catalano Fiore

Oggi è il 28 ottobre, un giorno storico per l’Italia. Indubbiamente, al di là di qualsiasi colore politico, una data che rappresenta l’inizio di una grossa svolta per la nostra nazione. Una data di nascita giunta al suo centesimo compleanno: 1922-2022. Ricorre oggi, infatti l’anniversario della cosiddetta “marcia su Roma”.

A di là di queste considerazioni, è indubbio che il secolo scorso, il 900, cominci realmente solo dopo il primo conflitto mondiale e la successiva pandemia di “spagnola”. Molti storici e letterati lo affermano da tempo. Già Massimo Bontempelli (1878-1960) ad esempio, fondando nel 1926, la sua rivista “900” dichiarava che: “Il Novecento ci ha messo molto a spuntare”.

Manifesto promozionale per l’incremento delle produzione granaria

E’ anche indubbio che questo nuovo periodo temporale, ed assetto politico, anche se rallentato al suo inizio, vive poi uno sconvolgimento totale, le avanguardie di tutti i tipi diventano, infatti, “desuete“. Un ricambio generazionale che coinvolge non solo architetti ed urbanisti (vengono fondate nuove città, le esistenti mostrano nuovi assetti e palazzi istituzionali ecc…) pittori e scultori, ma anche designer, grafici, pubblicitari, ebanisti, orafi, creatori di moda e di nuovi materiali tessili, sino ai trasformatori di alimenti, tipo “la pasta”, cimentarsi in un grande progetto attraverso una profonda revisione del ruolo stesso di artista.

La “vittoria del grano” premio in denaro

Con notevoli incentivi, i produttori di grano aumentano, il fabbisogno pro-capite aumenta. I pastifici entrano in concorrenza e propongono nuovi formati di pasta.

Le “sanzioni” promulgate contro l’Italia, producono un effetto molto diverso dall’auspicato effetto penalizzante. L’italiano sa come ingegnarsi, è un grande lavoratore, spuntano idee e soluzioni in ogni campo. Idee che partono proprio dai fabbisogni giornalieri: il pane si può fare, seguendo le tradizioni rurali, anche con la pula, nascono i prodotti “integrali”. Solo i ricchi possono permettersi il “pane bianco”.

Fioriscono prime idee e primi formati di pasta. Il messaggio è veicolato dalla dedicazione di questi nuovi formati all’impero, ai regnanti, al nostro impero coloniale.

Tripoline

Ecco nascere formati come le Tripoline, Mafaldine, Abissine, Bengasine, ecc.. a volte già presenti nelle tradizioni, o in “prodotti di nicchia” . Ad esempio le Tripoline, si presentano in una forma di nastro arricciato da un lato. Le loro origini geografiche sono probabilmente campane. Una leggenda metropolitana vuole che questo formato di pasta sia stato creato in onore di Re Vittorio Emanuele III (1869-1947) il primo dei Savoia nato a Napoli.

Tripoline al baccalà

La sua particolarità è che la parte arricciata trattiene molto meglio il condimento rispetto alla parte liscia, ed è particolarmente adatta a sughi con cacciagione o pesce.

Tripoline pugliesi, trafilate a macchina

A Bari, le Tripoline, vengono definite come “Lagane rizz'”, utilizzate, come da tradizione, per trattenere il sugo delle seppie ripiene la domenica delle palme.

Mafaldine

Un altro tipo, tra questi formati di pasta, sono le “Mafaldine” o “Reginette” o “Manfredi”, in commemorazione della Principessa Mafalda di Savoia, (1902-1944) ondulata come i suoi capelli, sacrificata, poi, in un campo di concentramento o del principe Manfredi di Svevia (1232-1266) l’ultimo sovrano della dinastia, sacrificato in battaglia. Le Mafaldine sono prodotte esclusivamente con grano duro ed acqua, non è prevista la versione “all’uovo”.

Mafaldine ai funghi

Le Mafaldine sono ottime per trattenere un ragù alla “bolognese” o di funghi.

Abissine

Le “Abissine” sono delle conchiglie rigate, piuttosto grandi. Poco tempo fa oggetto di una revisione politicamente orientata a prevenire l’apologia del fascismo e del colonialismo. Per cui alcuni storici pastifici, tra cui ci risulta la Molisana, riconosciuta la superficialità, hanno mutano nome in conchiglie o conchiglioni (vedi in proposito l’autorevole quotidiano Open-online) .

Le “Bengasine” hanno cambiato nome da tempo in farfalline, da farfalla o papillon, come nella variante, all’uovo, nella regione Emilia Romagna chiamate anche “Stringhetti”. Nell’uso comune sono utilizzate con condimenti semplici o in brodo.

Abissine o farfalle in brodo

Le paste italiane sono tutte ottime, qualsiasi sia il loro formato o la loro denominazione, non è la denominazione a definirne la qualità e pare eccessivo colpevolizzare gli innocenti prodotti, dei vari pastifici, che troviamo negli scaffali.

W la pasta italiana! E buon appetito a tutti.

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