Ivano Fossati al Teatro Ponchielli

Martedì la rubrica di Antonio de Robertis (la voce della Radio) Novecento in Concerto Grandi assembramenti per eventi memorabili

Antonio De Robertis

Tempo di lettura 4:30 min.

Proseguiamo il nostro viaggio alla scoperta dei concerti di musica jazz, rock e pop – che nel loro complesso concorrono a definire la musica popolare del Novecento – più importanti degli ultimi 60/70 anni.

Questa settimana, con Ivano Fossati, torniamo al 1993. Dopo essere stati –tanto per ricordare qualche protagonista delle puntate precedenti –a Parigi in un palazzo dello sport con Ray Charles; a Juan-Les-Pins in un Casino con Dizzy Gillespie; a Berlino, nel tempio della musica classica –la Filarmonica- con Dave Brubeck; ancora a Parigi in quello dello spettacolo leggero –l’Olympia- con Aretha Franklin; a New York in un altro tempio, più ecumenico –la Carnegie Hall- Con Benny Goodman e il Modern Jazz Quartet, adesso sera siete tutti invitati in un teatro settecentesco, uno dei tanti che costituiscono l’orgoglio architettonico, e non solo, del nostro paese: il Teatro Amilcare Ponchielli di Cremona.

Cito dalle note a firma di Ivano Fossati, che accompagnano i due CD prodotti nell’occasione (“Buontempo” e “Carte da Decifrare”) e che contengono l’intero concerto:

“Le registrazioni contenute in questi album non sono state sottoposte a rielaborazioni posteriori, ma sono la fedele testimonianza, nel bene e nel male, di ciò che le nostre forze ci hanno consentito di fronte al pubblico del Teatro Amilcare Ponchielli, nella città di Cremona, le sere del 2 e 4 marzo 1993.”

Sono forze notevoli, come sentirete: arrangiamenti raffinati, melodie suggestive, come nello stile di Fossati; sicuramente uno degli autori più completi e colti del panorama musicale italiano contemporaneo.

Ecco il primo esempio.

La Canzone Popolare

1993. Cioè gli Anni Novanta, anni in cui il mondo assume un nuovo assetto: cadono barriere e frontiere, cambiano molte cose anche da noi, in politica e nella società. Ma il cambiamento porta con sé anche aspetti positivi e, logicamente, anche il gusto si evolve: il pubblico è più pronto e aperto ad accettare nuove forme espressive, le più disparate. Dunque, anche la musica cosiddetta leggera acquista maggiore dignità e il diritto di essere eseguita di fronte a platee abituate soprattutto alla musica colta. Come accade, appunto, a Cremona, in un teatro che porta il nome, importante, di Amilcare Ponchielli, compositore di melodrammi, passato alla storia soprattutto per la “La Gioconda”.

Quindi, onore a Ponchielli ma onore anche a Ivano Fossati.

Un altro pezzo tratto dal suo concerto del 1993.

Vola

Il 1993 è stato un anno di cambiamenti, anche nelle relazioni internazionali. La caduta del Muro di Berlino, quattro anni prima, ne aveva creato i presupposti e così, il 3 gennaio, George Bush padre e Boris Eltsin firmarono l’accordo START II per il disarmo nucleare.

Il trattato prevedeva la distruzione di tre quarti delle armi nucleari detenute da Russia, Stati Uniti, Ucraina, Bielorussia e Kazakistan. Bush era alla fine del suo mandato e pochi giorni dopo, il 20 gennaio, alla Casa Bianca si insediò il 42º Presidente degli Stati Uniti d’America, Bill Clinton.

Intanto, in Italia, sono eravamo nel vivo dell’inchiesta giudiziaria passata alla storia come “Mani Pulite”: avvisi di garanzia, dimissioni, scandali per numerosi esponenti politici italiani. Anche la Commissione parlamentare antimafia, in una sua relazione, sottolineò l’esistenza di rapporti tra la criminalità organizzata, la mafia in particolare, e il potere politico.

Di quell’anno dobbiamo anche, e purtroppo, ricordare il 27 maggio, giorno in cui, a Firenze, un’autobomba esplode nei pressi della Galleria degli Uffizi, in via dei Georgofili e provoca una strage: cinque morti e trenta feriti.

Dal momento che il tema principale dei miei racconti è la musica, torniamo al teatro Ponchielli di Cremona, ai concerti del 2 e 4 marzo ’93 e al protagonista. La carriera di Ivano Fossati è arrivata quasi a cinquant’anni. Me lo ricordo nel 1972 a Sanremo: era il leader dei Delirium e il loro successo di allora si chiamava Jesahel. Un paio d’anni dopo fu anche mio ospite in un concerto radiofonico a Torino, assieme a Oscar Prudente. Fossati ha avuto il merito, sulla scia di Ian Anderson, di dare spazio al flauto nella musica pop e rock. È sempre stato amato da tutti: giovani e meno giovani, a dimostrazione della qualità della sua vena creativa.

Con le sue canzoni ha volato sempre alto, parlando d’amore, di vita quotidiana, di problemi sociali e raccontano storie, sempre con la delicatezza del poeta. Ecco un esempio.

Questi Posti Davanti al Mare

Vale la pena ripeterlo: il 1993 è stato un anno di cambiamenti, nel bene e nel male, nella politica internazionale e in quella nostra, interna. Il 18 aprile si vota per alcuni referendum e l’affluenza alle urne è alta (77%). Con una schiacciante maggioranza (82,7% di “sì”) viene abrogata la quota proporzionale nel sistema elettorale del Senato.

Vengono aboliti anche il finanziamento pubblico dei partiti e i ministeri dell’Agricoltura, del Turismo e delle Partecipazioni statali. Il 15 novembre, il parlamento riforma l’istituto dell’immunità parlamentare.

Il 15 settembre, la mafia manifesta ancora una volta la sua macabra presenza: don Pino Puglisi, da sempre impegnato in una personale lotta contro la criminalità, viene brutalmente assassinato a Palermo.

Il 1° novembre, il Trattato di Maastricht sancisce la nascita dell’Unione Europea. L’espressione CEE -Comunità Economica Europea- viene sostituita da CE -Comunità Europea.

Chiudo con un’altra perla del concerto di Fossati: un inno alla buona musica con il quale si chiusero le due serate.

La Musica Che Gira Intorno

Applausi scroscianti, un’ovazione vera e propria, per salutare Ivano Fossati e ringraziarlo delle emozioni.

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