Il Ratto … (dal Serraglio)

Ideazione e libero racconto di Roberto Fabbriciani. Dep. SIAE, DOR.

Roberto Fabbriciani

(2a parte)

Siamo nel fantastico giardino del palazzo del Pascià: palmizi d’ogni genere, banani, agavi, fiori profumati … fichi d’india, cachi …

Osmino arde di desiderio per Blonde, l’ancella di Costanza, ma non è da lei corrisposto.

(Elio si mette il fez)

Vieni qui biondina, fatti vedere … fatti prendere … dai girati … stai ferma!

(Elio toglie il fez mettendosi una parrucca bionda)

Blonde non ne vuol sapere e minaccia di cavare gli occhi a Osmino qualora si fosse avvicinato ulteriormente e dice:

le fanciulle europee non possono essere possedute con la forza ma solo conquistate con gentilezza e buone maniere …

“Con vezzi e con lusinghe, con tenerelli amori rapir si ponno i cuori di amabili beltà.

Ma con impero e forza, comandi ed insiem tormenti, l’amor sen va in momenti,

ne v’è più fedeltà.”

(Musica – “Con vezzi e con lusinghe”)

(Elio si mette il fez)

Osmino impreca contro gli occidentali uomini stolti ed inopportuni che non sanno farsi valere e rispettare dalle femmine, donne troppo libere ed irriverenti.

“guarda un po’ come spadroneggia la ragazza!

Tenerezza? Blandizie? Per me è pura dolcezza!

Quale diavolo ha riempito la tua zucca con tali

stupidaggini? Siamo in Turchia ora, e qui si cambia tono.

Io sono il tuo padrone, tu la mia schiava, io ordino, tu devi obbedire.

Ti ordino all’istante di amarmi!”

(Elio si mette il turbante di Selim Pascià)

Blonde non cede:

“Tua schiava? Io la tua schiava?

Ah, una fanciulla, una schiava!

Io sono una donna inglese, nata

per la libertà, e sfido chiunque mi vuole costringere

a qualche cosa!

Ah, ah, ah! Avvicinati un attimo e ti darò una pratica

dimostrazione.

Non oserai toccarmi, se ci tieni agli occhi!”

Alla fine Osmino è costretto ad allontanarsi con le pive nel sacco.

Nel frattempo Costanza continua ad esprimere il suo dolore e la sua disperazione per la perdita di Belmonte.

(Elio indossa la parrucca mora)

Son pronta a subire le più orrende torture ma mai cederò al Pascià e alle sue disgustose avances. Amo Belmonte e a lui fedel sarò.

“Che dolore regna nel mio petto

dal giorno in cui la fortuna mi abbandonò!

O Belmonte! Se ne sono andate quelle gioie

che una volta io conobbi al tuo fianco.

Le pene di una dolorosa nostalgia le hanno rimpiazzate

nel mio afflitto petto.”

(Musica – “Che pur aspro al cuore”)

(Elio si toglie la parrucca mora)

E’ a questo punto che Pedrillo informa Blonde dell’arrivo di Belmonte e del loro piano di fuga dal Serraglio:

“Belmonte ha una nave qui vicino pronta a salpare e questa notte fuggiremo tutti insieme.

Blonde, ti prego, avvisa Costanza di questa novità e tenetevi pronte.”

Blonde esultando corre da Costanza per darle la lieta notizia.

“Oh, che gioia, che piacer regna or dentro al mio cor.

Voglio subito saltare, vo la nuova a lei portare e col riso,

collo scherzo al suo debil triste cuore, lieto dì profetizzar.”

(Musica – “Oh, che gioia, che piacer”)

Il vero problema è neutralizzare il rabbioso Osmino, l’odioso guardiano del Serraglio. Eureka!! Ad Osmino piace molto il vino. Così offriamo da bere al guardiano versando nel vino un potente narcotico.

(Elio si toglie la parrucca e versa da bere)

(Il musicista-derattizzatore accenna il duetto di Pedrillo e Osmino “Vivat Bacchus”)

(Elio si mette il turbante di Selim Pascià)

Osmino beve e dorme come un’innocuo angioletto.

Belmonte può incontrare Costanza, l’amore trionfa. I quattro innamorati sono finalmente riuniti, e, tra dolci effusioni e scherzi amorosi, si accordano sul piano di fuga che avverrà a mezzanotte con il favore delle tenebre.

“Lunga vita all’amore! Solo esso ci è caro

e non sia più attizzata la fiamma della gelosia!”

(Musica – “Vivat Bacchus”)

E’ notte, finalmente è arrivato il momento della fuga. Belmonte è emozionato ed insieme fiducioso nel buon esito del loro piano.

“In te, in te solo amor confido, e mi abbandono al tuo poter.

Se tu proteggi un cor ch’è fido, tu sai guidarlo al suo piacer!

D’amor la forza val a oprar ciò ch’impossibil sempre par.”

(Musica – “In te solo, amor, confido”)

Pedrillo canta una serenata, segnale prestabilito per l’evasione.

“In terra moresca era prigioniera

una fanciulla graziosa e bella;

bianca e rosa essa era, e neri i suoi capelli,

e sospirava giorno e notte e piangeva.

Voleva solo essere liberata.”

(Musica – “Romanza”)

Costanza e Blonde escono dal Serraglio mentre il rude Osmino dorme sonni tranquilli, ed insieme a Pedrillo si dirigono alla nave dove li attende Belmonte e poi viaaaaaa … a casa.

Ma … il diavolo ci infila la coda … uno schiavo muto ha assistito alla fuga e quando Osmino, sbollita la sbornia e il sonnifero, si desta, il muto tenta di spiegare a Osmino l’accaduto.

Il vecchio guardiano dà in escandescenze.

(Elio mettendosi il fez)

Maledetti stranieri! Evasori! Allarme guardie, inseguiteli!

Laggiù, laggiù, fermate quei bricconi. Riportateli a me!

(Elio togliendosi il fez e indossando il turbante di Selim Pascià)

Le guardie catturano i fuggiaschi e li conducono al cospetto del Pascià.

Selim è molto adirato per quel tentativo di fuga: sarete aspramente puniti, torturati senza pietà, ma prima … voglio conoscere la tua vera identità, Belmonte, chi sei dunque?

Belmonte risponde di essere il figlio di un gentiluomo di nome Lostados. Costui è il più acerrimo nemico del Pascià, colui che ha massacrato la sua famiglia. Selim, stupito ed incredulo, affida i quattro ad Osmino.

(Elio indossa il fez)

“Ah! che voglio trionfare, se vi guidano al supplizio, se vi vedo strangolar. Voglio ridere e saltare, e canzoni vò cantare.”

(Elio canta l’Aria di Osmino “Ah! che voglio trionfare”)

(Elio si toglie il fez)

Belmonte e Costanza sono prigionieri nel palazzo del Pascià e decidono di affrontare insieme e a testa alta la loro sorte, grazie alla forza dell’amore:

“Andrò in contro alla morte in pace e con gioia,

…perché sono accanto a te

Per te amata…

Per te amato…

…lietamente darò la mia vita!

O che letizia!

Morire con il proprio benamato

è una letizia e una felicità!

Si può lasciare questo mondo

nella gioia di amorosi sguardi!”

(Musica – “Duetto”)

(Elio rimettendosi il turbante di Selim Pascià)

Colpo di scena! Il Pascià Selim si mostra magnanimo, capace della virtù somma del perdono e la sua inattesa generosità scioglie tutti i nodi della vicenda. A dispetto di Osmino, che si allontana scornato e deluso, protestando e strepitando, il Pascià rende la libertà ai quattro giovani.

Orsù, ripartite pure per l’Europa con l’unica condizione che tu, Belmonte, racconti al tuo crudele padre della mia bontà.

E Belmonte:

“Non potrò mai dimenticare la vostra generosità;

vi sarò eterno debitore di gratitudine;

in tutti i tempi e i luoghi

io dirò di voi che siete grande e nobile.”

Dunque un’inaspettata rinuncia alla vendetta fece trionfare generosità e amore e tutti vissero felici e contenti.

(Musica – “Vaudeville, Coro dei Giannizzeri”)

(Elio esce e si cambia abito) 

(Il musicista-derattizzatore nel finale del Coro dei Giannizzeri esce)

(Elio rientra e parla con se stesso)

Pieno di gioia, pieno di pace … 

Ma … non sento più lo squittire di quel topo … non vedo più il derattizzatore, anzi il pifferaio, … potenza della musica … mi ha liberato da quel ratto funesto e poi … non ho speso un centesimo!

Ah! La musica, la musica …

(Musica – Lo strumentista-derattizzatore rientra e riprende con Elio che canta “Ah! che voglio trionfare”)

Per commenti, precisazioni ed interventi potete utilizzare il “Lascia un commento” a piè dell’articolo, o scrivere alle e-mail info@lavocenews.it della redazione o direttore@lavocenews.it, per seguirci su facebook potete mettere cortesemente il “mi piace” sulla pagina La Voce News o iscrivervi al gruppo lavocenews.it grazie.