Il pane di Pasqua – Majis

Questo pane Majis è molto gustoso con l’aggiunta di uova e aromi nell’impasto, la lievitazione più lunga e la caratteristica crosticina dolce.

Nonna Camilla

Nella zona in cui sono nata, in Lucania, è d’uso, a tutt’oggi preparare del pane particolare che poi si fa benedire in Chiesa, durante tutte le cerimonie legate ai Sepolcri, per poi consumarlo a Pasqua e scambiarlo con parenti ed amici, regalarlo ai bisognosi. Questo pane noi lo chiamiamo la Majis, è più lavorato è ricco del pane comune, si aggiungono uova, si spennella la superfice con uova e zucchero, per ottenere un effetto quasi caramellato, si conserva per diversi giorni, ma deve stare al caldo, avvolto in un panno bianco sotto una coperta. (poi vi passo la ricetta).

Che bella questa Majis soffice e profumata di ….primavera.

Il grano stesso è un simbolo del Sepolcro, si preparano infatti, con tanta fede, accuratamente, le piante per adornare il Sepolcro, mettendo a germogliare al buio chicchi di grano che danno un effetto bellissimo proprio di rinascita dopo la morte invernale.

Un vasetto preparato per adornare il Sepolcro con germogli di grano e fiori spontanei

Crescendo e osservando altri luoghi ho scoperto che in molti posti della nostra nazione si producono pani per la Pasqua, dolci o salati, comunque molto particolari e solo in questa occasione.

Ad esempio la Majis in alcuni posti ha forme diverse ed è arricchita di aromi forti come l’anice soprattutto in alcune zone del materano ed in Calabria.

Questo è un pane all’anice in uso nel materano ed il Calabria, quasi un ciambellone.

Lo scambio delle panelle tra parenti ed amici avveniva già la sera del giovedì Santo, o il venerdì mattina che era un giorno di forte rispetto. Ricordo bene che mia nonna il venerdì, armata di tanti pacchettini, mi diceva “Vieni con me” ed andavamo verso la zona detta “du’ Casale”. In zona, lei conosceva tanti vecchi malati o rimasti soli a causa dell’emigrazione dei figli, che non avevano possibilità di tornare spesso in paese. Purtroppo soprattutto nella nostra regione è una situazione ricorrente, ieri come oggi. A quella gente portava un po’ di quel pane e un pacco di zucchero a cubetti. Ricordo perfettamente quelle confezioni azzurre, che si aprivano in modo orizzontale con tutti i cubetti allineati, le vendeva un emporio di fronte casa nostra “da Pasqualino” uno di quegli empori tipo miniera dove tu entravi e vedevi di tutto, ma dovevi chiedere solo a lui, il pacioso proprietario, cosa ti serviva dal sapone da bucato, alle calze, dal cotone per lavoretti al cotone per le brasciole, dalla pasta sfusa alle caramelle, ai biscotti in scatola o sfusi, dalle scarpe (su ordinazione veloce, per i morti) a….tutto; L’equivalente di un moderno ipermercato concentrato in una piccola bottega dove la merce straripava sino fuori.

Una Majis intrecciata.

Che emozione quei vecchietti quando ricevevano anche loro quel pane benedetto, era un segno di speranza, ed anche per loro era Pasqua.

Se ci spostiamo verso la Campania troviamo il famoso “Casatiello” di due tipi, il Casatiello rustico fatto con l’aggiunta di uova, formaggio grattugiato, pezzetti di provola e salame o prosciutto a cubetti, ottimo davvero!

IL Casatiello rustico campano

Particolarmente buono, soprattutto se leggermente piccante. Ricordo che la mamma di una mia amichetta di scuola era di origine campana e quindi preparava più Casatielli, una fetta era sicuramente per noi quando, ogni pomeriggio studiavamo per “i famosi compiti per le vacanze”. Mi sa che la frequentavo più per il Casatiello che per la sua simpatia….

Casatiello dolce campano

La versione dolce somiglia al nostro pane ma è molto più aromatizzata con limone o arancio e sulla cima presenta delle uova, tipo “Scarcella pugliese”, ma più alto, è un pane-dolce vero e proprio.

La Robusta Umbra

Anche in Umbria c’è un pane simile ” La Robusta”, preparata in modo simile, poi arrotolata e spolverata con zucchero a velo. E’ evidente che questo pane dolciastro serviva a stemperare il gusto forte dei pranzi pasquali, dall’antipasto di salumi, piuttosto forte e sapido, al primo molto sostanzioso, al secondo poi costituito da agnello o selvaggina con contorno di erbe spontanee. Anche queste molto importanti in un menù pasquale.

Incredibilmente anche al nord, in Friuli troviamo una forma simile, ma è molto diverso. La Cubana di Udine, ad esempio, è costituita da un impasto di base simile, ma arricchito da cioccolato, frutta secca, frutta candita varia e fichi secchi spezzettati, quindi molto più ricca.

La Cubana interno

E’ evidente che accompagna formaggi e insaccati molto saporiti, nonché selvaggina, cosa molto diffusa in zone montane. Simile, ma più schiacciato il pane veneto. Genova ha sempre la sua focaccia ecc….. abbiamo svariati tipi di altro pane. In Toscana “La schiaccia” una specie di pane basso, condito con olio in superfice, ma rigorosamente senza sale come tutto il pane toscano. Certo, il suo sapore, deve realmente contrastare prosciutti selvatici, fughi, selvaggina e prodotti di bosco numerosi in questo periodo.

In Sicilia hanno numerosi tipi di pane condito già tutto l’anno, quindi per il menù pasquale adottano l’uso di grossi taralli.

Taralli siciliani

Sono grandi taralli, ma più soffici da affettare per accompagnare le pietanze multietniche dell’isola.

Ma pensiamo al nostro pane pasquale: la Majis.

Ingredienti semplici, se volete provarci, cominciate da una pagnottella: 500 g. di farina di semola, 3 uova, tre cucchiai di zucchero, non avendo lievito madre potete usare il lievito Paneangeli per torte salate, un pizzico di sale, un goccio di olio per il tegame.

Preparazione: fate la cosiddetta fontanella e al centro rompete due uova e un tuorlo, l’albume tenetelo da parte per spennellare dopo, cominciate ad amalgamare gli ingredienti aggiungendo lo zucchero, il lievito e un pizzico di sale (favorisce la lievitazione) lavoratelo bene, eventualmente aggiungete poca acqua calda, lavorate bene il tutto sbattendolo anche un pochino, sino ad ottenete un bel panetto, mettetelo a lievitare avvolto in un canovaccio sotto una coperta per un’oretta circa. Se non vi convince lavoratelo ancora un po’ e rimettetelo al caldo, deve quasi raddoppiare di volume. Oliate un tegame da da forno, poggiate il panetto, spennellate con l’albume d’uovo un po’ sbattuto e cospargetelo di zucchero, quindi con la lama di un coltello incidetelo in modo orizzontale e verticale, per formar una croce, infornate in forno caldo a 250° per mezz’ora circa. appena pronto lasciate che si raffreddi e la nostra pagnottella pasquale è pronta! Coprite con un panno bianco ed una coperta sino a quando dovrete consumarla. Auguri per una serena Pasqua dalla vostra nonna Camilla.

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