Emiliano: l’obbligo scolastico con la pandemia viola la Costituzione.

Alle parode del Governatore della Puglia fanno eco manifestazioni di studenti in una ventina di città italiane.

GP

Il Governatore pugliese Michele Emiliano non usa mezzi termini: “A scuola vige l’obbligo di presenza, ma l’obbligo di frequenza durante una pandemia è inconcepibile. Chi pretende di dire ad una famiglia ‘devi portare per forza fisicamente tuo figlio a scuola’, viola il diritto alla salute previsto dalla Costituzione.”

Bisogna avere coraggio per fare una dichiarazione del genere. Nella vita e nella società, politica compresa si creano degli strani fenomeni che impediscono di esprimere idee diverse da quelle “di moda” senza pagar pegno. “Riaprire le scuole” è diventato inopinatamente un imperativo assoluto. Chi non è a favore è automaticamente retrogrado, insensibile ai problemi dell’acculturamento e della socializzazione dei giovani, favorevole all’avanzare di un modello sociale tra i più retrogradi che si possono concepire.

Ho esagerato, forse si, ma solo leggermente. Ed è un non senso: accuse ben più congrue e giustificate si possono e devono rivolgere a chi antepone le necessità dell’economia a quelle della salute, per capirci meglio a chi davanti al denaro non vede altro e se ne frega altamente della vita e della salute della gente. Gli interessa solo la produzione ed il suo portafoglio.

Ma se il diritto alla salute viene sacrificato e posposto sull’altare del moloch scuola=cultura il discorso cambia ed i termini della questione tendono ad invertirsi. Tra l’altro per la scuola si sono enfatizzate proteste per le scuole chiuse da parte di poche decine di studenti.

La cartina di tornasole della validità e condivisibilità della questione sollevata da Michele Emiliano la ritroviamo nella mobilitazione in più di 20 città italiane questa mattina da Roma a Torino, passando per Milano e Catania, degli studenti per denunciare le condizioni della riapertura delle scuole: “Nella maggior parte delle regioni italiane le scuole superiori hanno riaperto, ma in condizioni drammatiche per la sicurezza di studenti e lavoratori, con le classi pollaio, i trasporti sovraffollati e con l’assenza di un adeguato tracciamento dei contagi. La DAD non è la soluzione a questa situazione. Servono classi da 15 studenti, assumere insegnanti a tempo indeterminato, aumentare gli spazi scolastici, garantire un numero maggiore di mezzi pubblici e un efficace tracciamento dei contagi con accesso diretto e gratuito ai tamponi per studenti e lavoratori della scuola“.

Ora non è che voglio dare ragione a tutti i costi ad Emiliano. Ma credo che dinanzi a due diritti costituzionalmente tutelati, quello all’istruzione e quello alla salute (ed alla vita), il secondo abbia assoluta priorità.

D’altronde non è che Emiliano voglia ignorare il diritto allo studio, come dimostrano quintalate di provvedimenti per favorirne l’applicazione concreta in Puglia, ma chiede con forza e decisione di tener presente che la riapertura delle scuole non è meno pericolosa ai fini della propagazione del virus di quanto non siano i comportamenti scellerati vacanzieri. Ma se quest’ultimi sono giustamente aspramente combattuti, non così per le scuole, altro moloch di una società che va avanti più per paradigmi e stereotipi che  con ragionamenti a mente aperta e senza preconcetti.

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