E’ morto la leggenda della Beat Generation

Scopare il papà della Beat Generation, ci mancherà

Maria Catalano Fiore

Si è spento il poeta Lawrence Ferlinghetti, tra un mese avrebbe compiuto 102 anni con la forza e la lucidità di sempre.

Per i suoi 100 anni si è fatto fotografare davanti alla sua “City Lights” la libreria e casa editrice di San Francisco che ha fatto da culla alla “Beat Generation” contribuendo a dare alla città quel ruolo di centro letterario e di rivoluzione che ancora vi aleggia.

Lawrence Ferlinghetti festeggiava tra i libri da lui pubblicati i suoi 100 anni

Celebrato da tutte le riviste americane ed anglosassoni, più di nicchia in Italia dove le situazioni anni 60 della Beat Generation arriveranno più tardi.

Lawrence Monsanto Filinghetti nasce in un quartiere popolare di New York il 24 marzo 1919 da papà Carlo, bresciano e madre ebrea sefardita Albertine Mensez Monsanto di origine e lingua francese.

La sua vita è difficile da subito, il padre muore di infarto sei mesi prima della sua nascita e la madre passa anni ed anni presso un istituto per malati di mente. Il piccolo viene adottato dalla zia Emily, sorella della mamma che vive a Strasburgo. In Europa vive i suoi primi 5/6 anni, imparando a parlare correntemente francese e tedesco. Nel 1925 la zia viene assunta, per la sua conoscenza delle lingue come Miss precettrice a New York. I suoi datori di lavoro si innamorano di quel bimbo sveglio e dagli occhi azzurri, diventano suoi tutori consentendogli si studiare sino al college e poi di seguire il corso di laurea in giornalismo.

Si laurea alla Columbia University , con tesi su John Ruskin, amava Whitman, Poe, Mark Twain, Emily Dickinson, Majakovskij, Pasolini. Affermava che americano o non americano la gente si può conquistare con le parole.

Lawrence, durante il secondo conflitto mondiale si arruola nella Marina militare, partecipa allo sbarco in Normandia. Vive per un periodo a Parigi, lui di lingua madre francese, ovviamente è adoperato nella sede militare centrale di Parigi. Questo periodo per lui è di fondamentale importanza. Segue corsi alla Sorbona, dove consegue un dottorato in letteratura francese; proprio a Parigi matura l’idea di spostarsi da New York a San Francisco per cercare un nuovo posto più aperto a sperimentare le letterature straniere.

Nel 1951 si sposa, tra il 1951 ed il 1953 insegna francese in Florida. Nasce suo figlio Lorenzo (scritto e pronunciato in italiano). Lawrence ha sempre voluto sapere di più su suo padre e sulle sue origini italiane, ma è difficile, neppure la zia lo aveva conosciuto.

Ormai ufficialmente congedato, lascia l’insegnamento, si trasferisce a San Francisco e mette insieme una somma per pubblicare “The Howl – L’Urlo” di Allen Ginsberg, per difendere la sua pubblicazione finì anche in prigione, nel 1956 “per oscenità”.

Il suo regno !

Molto di Ferlinghetti e dei suoi primi tempi da editore, a San Francisco, ci è arrivato attraverso i racconti di Fernanda Pivano, nota traduttrice italiana delle sue pubblicazioni e convinta partecipante della “Beat Generation”. Fu proprio il veto e la prigione che lanciarono la sua pubblicazione ed un gran numero di autori “maledetti”.

Nel 1953 fonda una sua Casa editrice la “City Light Bookstore” nel quartiere italiano di San Francisco; è una casa prima che una libreria, la casa-paradiso di Lawrence dove ospita Bukowski, Jack Kerouac, Battaille Majakovskij, Dino Campana, Andrè Breton, Bertold Brecht, ecc….

Grazie a Ferlinghetti, la Beat Generation diventò un fenomeno bibliografico, volteggiando sopra il beatnik. Politicamente si definiva anarchico. ma non disdegnava la protesta pacifista

In questa foto si distinguono chiaramente Bob Dilan, e Jim Morrison, per loro, oltre che ospitarli per loro ha scritto anche dei versi.

La “City Lights” oggi onora il suo creatore: E’ stato determinante nella democratizzazione della letteratura americana. Ferlinghetti aveva una determinazione coriacea, come quella di stabilirsi in un quartiere italiano di San Francisco, imparare la lingua e continuare le ricerche su suo padre dalla registrazione in America in poi. Cosa che gli riuscirà solo nel 2004.

Sapeva che era di Brescia, ma li poche tracce di questa presenza, poi finalmente riesce a trovare dei Ferlinghetti, lontani parenti e affronta un lungo viaggio per verificare personalmente. Suo padre Carlo risulta nato proprio nel centro di Brescia nel 1872, emigrato negli Usa nel 1894, nel 1896 naturalizzato, accorcia il cognome. Nel 1917 riesce a sposarsi con sua madre, di famiglia benestante ebrea francese con nonni portoghesi e ultra Sefarditi, Albertine è pure più giovane di lui. Dopo molte controversie si sposano, ma dopo neppure un anno di matrimonio, Carlo muore per infarto e di questo grande amore resta un figlio in grembo e problemi che porteranno Albertine prima in depressione poi in un Istituto per le malattie mentali. Non conosceva suo figlio, ne voleva rapporti con chiunque.

Ma Lawrence era forte, lui voleva solo conoscere, del resto il mondo era pieno di tragedie. i famosi versi “Verrà la morte e avrà i tuoi occhi” di Dylan Thomas lui li traduceva “Verrà, E la morte non avrà più dominio”. L’utopia Beat di poeti e scrittori folli, sbrindellati, che vagabondavano insieme, dormendo sotto i ponti del mondo…..Li ha visti morire tutti, tranne Bob Dylan, senza incupirsi. rassegnato….

Ha preso parte anche a numerosi film, principalmente come cammeo, interpretando semplicemente se stesso

Un piccolo collage

Nonostante tutto credeva nella rivoluzione guidata dai poeti. Ha avuto il talento, concesso a pochi, di congedarsi scrivendo della propria infanzia in un romanzo “Little Boy”. Ha esorcizzato la leggenda che tutti i grandi muoiono giovani “Noooo possono vivere oltre il secolo di vita per parlare e raccontare!”. Chiudo con una delle sue massime:

R.i.p. Grande uomo

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