Donne e Uomini di Puglia

Storie e curiosità su chi ha reso grande il nome della nostra regione nel mondo. Nell’immagine di copertina, la bellissima cattedrale di Ruvo di Puglia

Cinzia Montedoro

La poesia è una lettera d’amore indirizzata al mondo.(Charlie Chaplin)

Charlie Chaplin ci racconta con questo aforisma, la bellezza della poesia. Questa settimana la nostra rubrica Donne e Uomini di Puglia volgerà lo sguardo a coloro, che con passione e amore, regalano piccoli gioielli in versi. La poesia, appunto, viene servita agli uomini come specchio del nostro vivere e della nostra società, il suo riflesso è pura emozione.

Dedichiamo, quindi, Donne e Uomini di Puglia alla poetessa ruvese Biagia Marniti e al poeta barese Paolo Alfredo Giovine.

Biagia Marniti :la poetessa innamorata del suo meridione

Biagia Marniti, poetessa, giornalista e bibliotecaria italiana (Ruvo di Puglia il 15 marzo 1921- Roma 2006). Carattere forte e spiccata emotività, Biagia Marniti, pseudonimo di Biagia Masulli, racconta attraverso i suoi poemi, influenzata dall’ermetismo, caratterizzata da un oggettivo realismo, la realtà quotidiana della vita.  La città di Ruvo di Puglia, tanto cara alla poetessa, è grande protagonista di molti suoi versi e   fa da sfondo alla sua poesia ermetica ed essenziale.

Tra le sue raccolte: Nero amore rosso amore (1951); Più forte è la vita (1957); Giorni del mondo (1967); Il cerchio e la parola (1979); Sono terra che uomo ha scavato (1985); Il gomitolo di cera (1990); Racconto d’amore (1994); L’azzurra distanza (2000) e l’antologia Implacabili indovinelli 1941-2003 (2003). Ha scritto anche opere di critica: ha curato l’edizione delle Lettere a Domenico Gnoli (1898-1901) di Vittoria Aganoor (1967) e Il carteggio Bocelli. Inventario (1998), in collab. con L. Picchiotti, oltre a una Letteratura del Novecento di A. Bocelli, in collab. con E. De Michelis (1977-80).

Biagia Marniti

Biagia Marniti trascorse la sua infanzia nella casa materna nella città di Ruvo, nel 1938 si trasferì a Roma, frequentò l’università e conobbe Giuseppe Ungaretti, dal quale fu soprannominata la nera, per via della sua natura fiera. Nell’immediato dopoguerra collaborò con varie istituzioni pubbliche quali il Ministero dell’Aeronautica, l’Alto commissariato per i profughi, il Ministero per l’assistenza post-bellica ed il Ministero dell’interno.  Lavorò come giornalista pubblicista collaborando con riviste e rubriche della RAI, nel 1951 pubblicò una raccolta di liriche, Nero amore, rosso amore e nel 1956 Città, creatura viva. L’anno successivo la raccolta Più forte è la vita, con prefazione di Ungaretti.

Nel novembre del 1952 iniziò la sua carriera di bibliotecaria a Sassari, per poi essere trasferita sul finire del decennio alla Biblioteca Angelica di Roma, dove entrò a far parte dell’Accademia dell’Arcadia.  Morì a Roma il 7 marzo 2006. Alla poetessa pugliese, la città di Ruvo ha intitolato una scuola, è il plesso di via Dell’Aquila del II circolo didattico “San Giovanni Bosco”, che porta ufficialmente il nome di “Biagia Marniti”, una scuola dedicata a un’eccellenza femminile ruvese.

Paolo Alfredo Giovine:la lingua della memoria, il dialetto

La poesia dialettale ha una lunga e gloriosa tradizione nella nostra letteratura. Il dialetto nasce prima ancora della lingua, perché viva della pancia dei nostri antenati che hanno tramandato con orgoglio quello che è il patrimonio culturale locale;  il dialetto è la lingua della realtà segno identificativo di un territorio, linguaggio capace di diventare poesia regalando una  forma nuova alle parole, una  forza espressiva e dettagliata che si colloca, inevitabilmente, nel nostro bagaglio culturale e rimarrà lì per sempre, tramandandolo alle nuove generazioni.

Paolo Alfredo Giovine, persona illustre rimasta nel cuore di Bari e dei baresi, nacque a Bari il 2 aprile del 1907. Frequentò l’istituto tecnico, studiò canto dal 1920 al 1925 con il maestro  Cesare Franco, nel dicembre 1925 all’età di 18 anni si arruolò volontario nel «4° Reggimento Bersaglieri», di stanza a Torino, dove tenne alto il nome di Bari vincendo tutte le gare sportive e comportandosi da soldato impeccabile, meritando l’appellativo “Bersagliere di Bari”.  Scrittore e studioso barese, si occupò di folklore, usi, costumi, cucina, musica e tutto ciò che riguardava la cultura barese, in particolare quella popolare. Nel 1960 fondò l’Archivio delle Tradizioni Popolari Baresi con la sezione Civiltà Musicale Pugliese, allo scopo di divulgare gli aspetti sconosciuti di Bari e della Puglia. Da pubblicista, ha curato la rubrica domenicale de La Gazzetta del Mezzogiorno, dal 1979 al 1995. Il 3 marzo 1990 gli fu assegnato il Premio Letterario Internazionale di Cultura Popolare – Puglia 1989 dal Centro Studi Tradizioni Popolari di Puglia, Basilicata e Calabria. Nel 1993 La Stampa di Torino pubblicò, come inserto a fascicoli, la sua raccolta “Proverbi Pugliesi”, precedentemente edita da Giunti di Firenze. Collaborò, con un migliaio di articoli e studi, tra gli altri, con Il Tempo di Roma; La Gazzetta di Parma; Tuttitalia di Firenze; Opera di Londra; Il Corriere della Sera; Il Giornale di Milano; Radiocorriere TV; La Musica – Utet, Torino; Die Musik in Geschichte und Gegenwart – Barenreiter, Kassel, Germania; Enciclopedia della Musica – Ricordi, Milano; solo per citarne alcuni.

Nel 2001, la città di  Bari ha voluto intestargli una strada al Lungomare sud della città.


Te vègghe e non d’affìcche di Alfredo Giovine
Lettura di Vito Signorile, grande interprete della cultura e dell’arte barese
 

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