Decapitata, per vile interesse

Si può uccidere, una moglie, per interesse, ma certo, anche per molto meno, e le cose non cambiano nei secoli.

Maria Catalano Fiore

Giorni fa ho dato una scorsa ad un libro che sta leggendo mia figlia.

Copertina

Autori: Elisabeth Crouzet-Pavan insegnante di Storia Medioevale alla Sorbona; Jan-Claude Main Vigueur insegnante di Storia Medioevale a Firenze e Roma.

I due storici hanno ricostruito e raccontato, in maniera precisa, gli avvenimenti, in modo scorrevole, come un romanzo: una lettura realmente piacevole che, comunque, fa riflettere e, pure molto, le donne d’oggi.

Chi erano queste tre donne: Agnese Visconti decapitata nel 1391. Beatrice di Tenda 1418. Parisina Malatesta 1425. Queste donne ,tutte di nobili casati erano spose di Francesco Gonzaga, Signore di Mantova ,Filippo Maria Visconti, Duca di Milano, e Nicolò III D’Este, signore di Ferrara che sposò Parisina addirittura in seconde nozze. Risalire a come questi tre uomini, aiutati subdolamente, siano riusciti ad incastrare tre donne, giovani, belle ed anche colte, è qualcosa che coinvolge le Leggi di allora che permettevano la decapitazione di ogni donna sospettata d’adulterio. L’uomo no, un divorzio veloce e senza emolumenti.

Ma, donne, ci pensate mai che anche nel Diritto della Repubblica Italiana l’adulterio era considerato dagli articoli 559 e 560 del Codice Penale. Solo nel 1968 e 1969 tali reati furono alleggeriti. Tutto strettamente legato poi al “Delitto d’onore”: il Codice Penale consentiva l’omicidio, in caso di tradimento, con una pena notevolmente ridotta rispetto ad altri “comuni” omicidi. Solo dopo il Referendum del divorzio, 1974, e dopo la riforma del diritto di famiglia (Legge 151/1975) il delitto d’onore fu definitivamente abrogato nel 1981. Ma cosa è cambiato realmente? Ben poco, anzi la situazione pare peggiorata, ogni marito, o compagno, si sente in diritto di uccidere una donna, magari davanti ai suoi stessi figli, e magari anche loro, tanto sa che massimo dopo non troppi anni torna in libertà. Libero anche di rifarsi una vita. Semplicemente assurdo! E cosa ancora peggiore è in certi periodi, quasi per emulazione, i femminicidi avvengono con frequenza giornaliera. Ne parleremo e parleremo ancora….

Questo Ritratto di donna” del Pollaiolo è probabilmente un ritratto di Agnese Visconti, di lei non vi sono altre tracce

Ma torniamo a questi fatti o misfatti medioevali. Agnese Visconti è nobile, colta e ricca. Il suo matrimonio viene deciso come alleanza tra le due famiglie. Nel giugno 1375, Beatrice ha solo 12 anni, lo sposo 9. Barnabò Visconti e il padre dello sposo Ludovico II Gonzaga si scambiano le promesse. Promesse corredate da 50.000 scudi d’oro, altre ai beni delle città di Parma, Brescia, Cremona e Bergamo. Nel 1381, diventato adolescente Francesco Gonzaga, le nozze vengono celebrate. Feste, onori, la nobiltà di mezza Italia partecipa alle nozze che, finalmente, mettono fine alle guerre tra le due fazioni. Purtroppo Beatrice, abituata a vivere alla Corte Milanese a stento si abitua alla modesta ed anche poco colta vita dei Gonzaga a Mantova. Riesce a restare incinta, ma dopo un parto alquanto travagliato nasce una femmina, Alda. Da allora comincia per la povera Agnese Visconti, che purtroppo non può più concepire, un vero calvario, viene isolata da tutti, suo marito non la guarda neppure. Per i Gonzaga era diventata inutile, incapace di procreare per la famiglia.

Francesco Gonzaga in un ritratto, di ignoto ritrattista, attualmente in Austria

Tuttavia suo padre, un sanguigno Visconti, provvedeva a lei, a proteggerla. Ma quando alla morte del padre Ludovico, succede Francesco Gonzaga, comincia un periodo di farneticante ampliamento dei suoi possedimenti, Castelli e palazzi, diventando per tutti “Il Magnifico”. Intanto a Milano, Gian Galeazzo Visconti, spodestò il vecchio Barnabò, padre di Agnese, un vero colpo di Stato all’interno della famiglia, i cui membri sono via via avvelenati. Agnese medita vendetta e vuole riprendersi quello che è suo, ma Francesco si allea con Gian Galeazzo, il vile assassino. Lo stesso Gian Galeazzo Visconti, consiglia Francesco Gonzaga di cambiare le guardie del corpo di Agnese, e metterle accanto dei giovani prestanti, tra cui un tale Antonio da Scandiano che segue Agnese nei suoi spostamenti, lunghe cavalcate, musica in camera,ecc….Si scatenano i pettegolezzi di palazzo. Francesco non attende altro e dopo una soffiata accusa apertamente Agnese di adulterio consumato con Antonio da Scandiano. Istruisce un processo farsa, con le bare già pronte, la sentenza già scritta. All’alba del 7 febbraio 1391, la testa di Agnese Visconti è mozzata dal boia, il suo presunto amante impiccato. I corpi non hanno neppure una lapide, perché non erano degni di stare al mondo. La dote ed i beni sono stati inglobati nello stato di Mantova, dei Gonzaga.

Appare evidente un fine ben diverso dal semplice adulterio, se mai c’è stato. Comunque Francesco Gonzaga due anni dopo sposa Margherita Malatesta che quattro anni prima di morire anche lei (1393 – 1399), riusci a darli l’agognato figlio maschio Francesco II Gonzaga. Alda, invece diventa duchessa d’Este.

Le altre due storie sono ugualmente intriganti e simili, perchè non leggerlo tutto questo libro, scritto bene, storico e non romanzato. E’ una edizione Einaudi, ma lo trovate anche su Amazon ….ormai.

Per commenti, precisazioni ed interventi potete utilizzare il “lascia un commento” a piè dell’articolo o scrivete alle e-mail info@lavocenews.it della redazione o direttore@lavocenews.it grazie