Cosa ci dice la scrittura di Emmanuel Macron

Breve profilo grafologico
del Presidente della Repubblica francese

Giovanna Sellaroli

Classe 1977, Emmanuel Macron è nato ad Amiens in una famiglia di medici e ha completato i suoi studi a Sciences Po e all’École Nationale d’Administration, un prestigiosissimo centro per la formazione dell’alta funzione pubblica frequentato da molte figure di spicco. Per un periodo di tempo ha lavorato alla Rothschild & Cie Banque, una banca d’affari del gruppo Rothschild.

Domenica 24 aprile, il presidente uscente Emmanuel Macron ha sfidato, come nel 2017, la leader del Rassemblement National Marine Le Pen, al ballottaggio delle elezioni presidenziali francesi, aggiudicandosi la vittoria e un altro mandato all’Eliseo.

Un breve excursus nella scrittura di Emmanuel Macron

(I documenti disponibili sono stati osservati in copie, non in originale; la pressione, per quello che è dato di vedere, sembra appoggiata con delle sfumature, in particolare nella firma, e la qualità del tratto sembra nutrita, con delle pastosità)

La prima espressione di presentazione di questo grafismo personalizzato, chiaro, dal filo tonico con pressione sfumata, offre l’immagine di uno scrivente dotato di una vibrante sensibilità, dalla comunicazione trasperente e votato alla correttezza.

È un leader naturale Macron, ce lo dice la scrittura appoggiata, con una zona inferiore importante, con maiuscole grandi e tipografiche, con delle pastosità nella colata d’inchiostro. Ricco di personalizzazioni, questo grafismo offre l’immagine di un’impronta grafica tipica di chi sa coinvolgere, e sa inventare strategie innovative. Lo scrivente vive la relazione con gli altri in modo personale e intenso, lo scambio col mondo esterno è produttivo e naturale, sebbene sia molto attento a non stravolgere le convenzioni. Le scelte risultano personali e sentite, grazie alla buona capacità di gestire le risorse a disposizione, con coinvolgimento ed equilibrio.

Capace di accettare le sfide, sa assumersi le responsabilità,  gestisce con energia ed entusiasmo le situazioni, anche le più complesse. Sorretto da un buon potenziale sia a livello fisico che mentale, riesce a instaurare delle relazioni in cui il coinvolgimento è adeguato alle situazioni.

Gli elementi costitutivi di questo tracciato grafico movimentato, agile e mobile, si estrinsecano nelle personalizzazioni e nelle ricombinazioni diffuse, nei prolungamenti verso il basso e nell’incedere con vigore e sicurezza verso il margine destro, il simbolo del futuro: elementi idicativi di uno scrivente animato da una forte esigenza di autonomia, una indipendenza rafforzata da una evidente impetuosità.

L’intelligenza appare vivace e la mente è duttile, il pensiero rapido e originale, è supportato dalla capacità di una rielaborazione dei contenuti in chiave personale.

Emmanuel Macron ha le idee ben chiare su come procedere e sebbene aperto alle collaborazioni, non è poi così propenso ad accettare consigli; la scrittura decrescente, con finali acuminate, è l’espressione di una mente dotata di acume e sottigliezza mentale. E poi la chiarezza del testo, l’equilibrio tra le tre zone della scrittura e l’omogeneità generale danno la cifra di una chiarezza di intenti, di un’attenzione massima alla presentazione di sé, sempre votata a un perfezionismo nell’attività.

La forma, che predilige l’angolo alla curva, delinea i tratti caratteriali di un Presidente dotato di tenacia, fermezza e decisione, supportato da forza di volontà e forte coscienza professionale: è un combattente che sa assumersi le responsabilità e sa accettarne anche i rischi. Risoluto, egli intende affermarsi da protagonista, concentrato nel realizzare gli obiettivi posti, certamente ambiziosi.

Conscio del proprio valore, cerca l’affermazione nell’azione, enfatizzata da quella giusta dose di sano narcisismo di cui si nutre.

La sua debolezza? Egli teme eventuali insuccessi, è soggetto a frustrazioni, alle quali potrebbe rispondere in maniera piuttosto reattiva.

I tratti a fine parola, brevi e rivolti verso il basso, anche ad arcata rientrante, definiscono una sorta di compensazione a quella componente che potrebbe sfuggire al suo controllo, l’impetuosità. Un freno che gli consente di fermarsi, riflettere e porre in essere strategie ragionate prima di agire.

Oltre agli slanci tenuti a freno, i tratti brevi nel contesto, esprimono discrezione e pudore, ma anche una sorta di diffidenza che a tratti può spingersi a chiusura.

I piccoli segni ben marcati (virgole, accenti e apostrofi) uniti alle disuguaglianze nei vari generi, segnano la cifra di una emotività evidente, ma ben gestita e ben canalizzata.

La firma di Emmanuel Macron

La firma risulta omogenea al testo, con maiuscole importanti, ascendente e sottolineata, caratterizzata da lettere allargate e saltellanti sul rigo, da ricombinazioni diffuse e dalla pressione in rilievo (in particolare in alcuni documenti).

Una firma che delinea a forti tinte la contraddizione e la complessità tra la morbidezza dell’uomo Emmanuel e il suo bisogno di  affermazione. Un guerriero dal cuore morbido.

La sensibilità è forte, ma anche l’ambizione lo è.

Ma è persona corretta. La firma omogenea al testo conferma l’affidabilità e la coerenza interna del giovane Presidente.

Meno controllata del testo, la firma di Macron sprigiona gli aspetti più segreti: il paraffo tracciato a sottolineare il suo nome è il segno della forte volontà a imporsi, un impegno sostenuto, forse, più dalla risolutezza che dalla reale convinzione.

Le firme dei leader del G7

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