Chiara Samugheo

A volte va via una grande donna, una grande fotografa, che tutto il mondo stima, ma nella sua città natale tutti ignorano o fanno finta. Chiara Samugheo, barese 97 anni tra poco è mancata il 13 gennaio, ma……

Maria Catalano Fiore

contributo di Pietro Fabbris

Con Chiara Samugheo va via una gran donna anticonformista, ma anche un grande tassello nella storia della fotografia.

Il nostro amico Pietro Fabbris mi fa, giustamente notare, che la sua morte il 13 gennaio 2022, nella sua città natale, è stata ignorata totalmente o quasi. Delle righe di Pietro Marino, non corredate da foto, che quasi non ha letto nessuno. Un amico di Torino mi ha quasi rimproverata Ma come non scrivi niente?Piero Fabbris, idem. “Ma Piero Fabbris……Ma no…io la conoscevo personalmente ho presentato e scritto un libro su di lei“. Ok Piero, parlane tu, fa tu un sunto su questa vita molto sopra le righe partita da Bari, qualche commento lo inserisco anche io come storica.

Locandina della presentazione a Roma nel 2017
Serata di presentazione a Roma, sulla destra Pietro Fabris

Chiara Samugheo nata a Bari, 97 anni fa, l’aveva lasciata nei primi anni 50, non accettando l’idea che l’unica via di realizzazione per una donna al Sud dovesse essere il matrimonio.

Sognava altro e come poté partì alla scoperta di nuovi luoghi……A Milano frequentò il Jamaica, un caffè bistrot, crocevia di artisti ed intellettuali, inserendosi negli ambienti culturali lombardi e condividendone il fermento culturale. Cambiò cognome da Paparella (un po’ cacofonico per una fotografa) in Samugheo, termine di ispirazione sarda.

Al Jamaica conobbe Enzo Biagi, Alberto Moravia, Pier Paolo Pasolini, Salvatore Quasimodo, Elio Vittorini, Oreste Del Buono, Dino Buzzati, Giuseppe Patroni Griffi, Raffaele La Capria, Anna Maria Ortese, Pasquale Prunas, il giornalista divenuto in seguito suo compagno di vita, che le regala una Contax, la sua prima fotocamera.

E fu proprio con questo intellettuale di origini sarde che diede vita ad una rivista con molte foto e poche didascalie “Le Ore” sullo stile di “Paris Match”. Una mediazione tra le riviste colte e quelle frivole. A Milano Chiara frequenta lo studio di Federico Patellani, fondatore dell’Agenzia “Pat Photo Pictures” dal quale se ne distaccò per realizzare scatti più personali.

Torna in Puglia nel 1954 dove realizzò il primo reportage fotografico, di denuncia sociale, sulle tarantolate di Galatina che uscì nel gennaio 1955 su “Cinema Nuovo“.

Foto di una “tarantolata” 1954

In questa redazione incontra Giorgio Streller che allora cominciava l’avventura del “Piccolo Teatro”, Stheller la voleva come attrice, ma dopo una prima esperienza, nonostante gli apprezzamenti, rifiuta quel percorso.

Chiara è stata una donna difficile da gestire, a volte impulsiva, di forte temperamento, dai modi non proprio delicati e, forse dobbiamo proprio a quel suo carattere deciso se è riuscita a imporsi ed a farsi rispettare in un campo, come quello della fotografia, considerata come “professione maschile”. La Samugheo riusciva a coniugare sensibilità e creatività, passione e talento. Su “CINEMA NUOVO” uscirono altri fotodocumentari: “Le Baraccopoli di Napoli”, “I Bambini di Napoli”, “Le Zingare in Carcere”. Con la sua macchina fotografica investigava e faceva dei giornali le vetrine di verità nascoste, nella speranza che la gente potesse vedere e riflettere.

Giovane donna nel meridione

Ci ha lasciato immagini fotografiche dall’indicibile asprezza sulla realtà italiana di quegli anni….. Seppe però valorizzare anche il ritratto, sapeva cosa cercavano le riviste patinate.

Una serie di incredibili scatti.

Capì che la gente aveva bisogna di sognare e di proiettarsi tra le stelle in carne ed ossa. I suoi divi non dovevano essere manichini, ma esseri umani, ultimamente notava un appiattimento. Diceva “La forza delle Attrici è la loro personalità, è il loro carattere che le fa uniche”.

Al Festival del Cinema di Venezia, chiamata ad indagare sui suoi costi, entrò in contatto con i protagonisti del mondo della celluloide, li decise, per “gioco” di immortalare le “Star del Cinema”, le sue foto finivano sempre in copertina.

Alla fine risultò un bellissimo servizio sulla Biennale del Cinema, la gente comprava le riviste per le copertine della Samugheo.

Chiara frequentava casa Fellini e insieme a Sordi si divertivano a burlarsi di Giulietta Masina.

La “Dolce vita” in cui lei viveva non era evasione ma sogno collettivo. Il grande Henry Cartier Bresson andò a bussare alla sua porta, e da lei fu ospitato, molte dive del cinema volevano una loro fotografa personale, lei le accontentava, ma voleva essere libera.

Monica Vitti

Da fotogiornalista sapeva coinvolgere ogni soggetto attivamente durante i servizi fotografici li rendeva protagonisti, complici giocosi e questo le permetteva di coglierli in “perfetta spontaneità”.

Preferiva scattare lontano dal Set, lontano dalle luci artificiali; i ritratti dovevano essere semplici, il più puliti possibile e, quel che sembrava il frutto di un clic dettato dall’istinto era invece il frutto della professionalità, il risultato dell’esperienza con la quale valutava cosa fare e sapeva cosa cercare.

La Cardinale gioca con un gatto, Moravia osserva…

Con alcune dive intreccia una relazione di amicizia, con Monica Vitti ad esempio o incontrando Claudia Cardinale, disse di lei “E’ un gatto selvatico come me” e Chiara, mentre Claudia pensava di tornare in Marocco, chiamò Moravia, che ispirato scrisse e sceneggiò “Gli Indifferenti” e ne usci un capolavoro.

Amava valorizzare i talenti, essere mentore per tanti. Per molti la Samugheo è semplicemente la fotografa delle dive, pochi conoscono le sue vere opere, come il libro sui “Costumi della Sardegna”, e tanti altri di pura arte ed antropologia come :”Lucca e la Lucchesia”, “Vicenza e Palladio……

Oppure le “Corti del verde” sulle masserie di Puglia con testi di Pietro Marino. Senza dimenticare lo splendido “Natura magica della Sardegna” tutti testi che sono un esempio dei suoi molteplici interessi.

Sardegna

Aveva imparato a guardarsi intorno ed a scattare le cose più curiose dai paesaggi alle persone. A guardarne l’anima. Crea l’anima fotografica e contribuisce a creare Raffaella Carrà a cui scatta centinaia di fotografie. Esposte anche in una Mostra.

Cosa altro dire su di lei, la sua fama è stata mondiale: ha lavorato ad Hollywood, in Spagna, in Russia, in Giappone, è ospite dello Scià di Persia ecc….preferisce vivere a Nizza, dove diventa cittadina onoraria. Nel 2003 viene insignita del titolo di “Cavaliere della Repubblica italiana”. Negli ultimi anni torna a Bari.

Il suo modo di usare la macchina fotografica è stato sicuramente un modello per la successiva fotografia di moda e cinema degli anni 80/90.Ribadiva sempre che bisogna imparare a cogliere i contrasti e le sfumature, la luce e le situazioni per realizzare foto che raccontano, anzi emozionano.

Sono più di 165.000 gli scatti, da lei donati e, conservati nel “Centro Studi e archivio della comunicazione dell’Università di Parma” un patrimonio inestimabile. Lo specchio di un’epoca, non solo delle dolce vita patinata, ma anche di una società in via di cambiamento. R.I.P.

Per interventi utilizzare il “Lascia un commento” o scrivere alle e-mail info@lavocenews.it o direttore@lavocenews.it. Per seguirci su Facebook potete mettere il “mi piace” sulla pagina La Voce News o iscrivervi al gruppo  lavocenews.it  grazie.