Avvisa#decaro

Una premessa sul perchè di una nuova rubrica. Vetri da più di tre settimane abbandonati e non raccolti. Un pericolo per grandi e piccini.

GP

Brevissima premessa, anche se la sintesi non mi appartiene (me lo rimproverava spesso -ma non volentieri- il grandissimo Michele Campione, l’Uomo che mi ha messo in mano la penna, nella redazione regionale del Corriere del Giorno).

Illustre Sindaco, usasti #chiamadecaro come spot alle amministrative, quelle della bicicletta senza sellino lasciatati in eredità, #dilloadecaro è la trasmissione azzeccata di Telebari, esiste finanche una canzone tormentone di qualche anno fa “la colpa è di decaro“, scritta ed interpretata da Ciardo junior, degno figlio d’arte. Oggi si aggiunge questa rubrica (sperando che già non esista omonima), e provo a spiegare brevemente il perchè. Lavocenews.it, pressochè neonata, nasce strabica. Un occhio al mondo raccontato, si spera, e riletto come può fare un barese, un levantino, ma non il piagnone burino, coatto se preferisce, neanche quello con la puzza al naso, ma l’erede di quella borghesia del primo ‘900, che diede a Bari monumenti inestimabili, molti dei quali hanno fatto una fine che grida vendetta e che è stata messa a tacere. Erede morale del sottano prima e di radiobari poi, della scuola crociana a casa Laterza, dell’ecole barisienne, della Fiera del Levante gloriosa del cav. Triggiani ed altri, finanche della primavera pugliese. Tanto, senza cadere nel provincialismo di distogliere troppo lo sguardo dalla nostra terra e dalla nostra Città. Un progetto ambizioso. Far rivivere lo spirito che animò i migliori anni di BariSera, guidata da Francesco Rossi, in cui c’ero -quasi quotidianamente- con una paio di fortunatissime rubriche.

Neonati, ma già con numeri interessantissimi, conquistati non so se per merito, tenacia, capacità o per mera fortuna. quella che ti fa imbroccare la notizia giusta nel momento giusto. Allora, visto che ci siamo e cominciamo a contare per i nostri lettori, cresciuti a dispetto delle due scelte difficili (non circoscrivere il territorio, prediligere la terza pagina, ovvero la cultura a 360 gradi). Spero che questa rubrica ed il giornale siano contagiati dalla Sua fortuna, Signor Sindaco, che francamente l’accompagna e non è un demerito, anzi, unita a qualità di lavoratore indefesso e di scelte azzeccate. Spero di aprire rubriche, io e chi dopo di me, simili in altre città e paesi. Chissà? Chi vivrà vedrà.

Chiusa la premessa, non proprio breve, eccomi al fatto banale, se vuole, ma forse neanche troppo. Sono almeno tre settimane che i vetri in foto ed in video giacciono abbandonati a terra accanto alla campana della raccolta del vetro, tra la stessa ed i cassonetti della differenziata in Via Devitofrancesco civico 10, costringendo i cittadini ad uno slalom abbastanza pericoloso. Ma pericolosissimo per i tanti bimbi che vi passano dato che dista una cinquantina di metri scarsi dal bel giardino degli Aquiloni. Nessuno rompe quei vetri e li mette nell’apposito contenitore e restano lì: spero concorderà, rappresentando un pericolo per i piccoli cittadini baresi e, finanche per i cani di passaggio, ma anche per anziani e normodotati. Per inciso, Signor Sindaco, cassonetti originariamente destinati ad essere ospitati dinanzi al condominio adiacente sul cui marciapiede il Comune fece realizzare appositi spazi vuoti. Ma a Bari, si sa, ci sono i condomini di potenti, pardon pre-potenti che ottengono tutto a danno dei vicini, magari solo meno litigiosi. Alla prossima!

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