Il milite ignoto

Storia del Vittoriano e del Milite ignoto.

Maria Catalano Fiore

Quante curiosità su costui e quante inesattezze sul posto dove è sepolto.

Il suo posto di sepoltura è il Vittoriano, poi chiamato anche Altare della Patria, e non è un’opera o un’idea fascista.

Un’immagine suggestiva del Vittoriano

La storia del Vittoriano, poi, Altare della Patria, situato a Roma a Piazza Venezia inizia nel 1878 quando venne deciso di erigere, nella capitale, un monumento a Re Vittorio Emanuele II di Savoia 1° re d’Italia.

Nel 1880 fu bandito un primo concorso, vinto da un francese, che poi rinunciò. Nel 1882 nuovo concorso vinto dall’ arch. Giuseppe Sacconi .La prima pietra fu posta ufficialmente da re Umberto I di Savoia nel 1885. Per erigerlo furono necessari numerosi espropri e demolizioni.

Il Maestoso complesso venne inaugurato il 4 giugno 1911 durante le celebrazioni del 50° dell’Unità d’Italia. Nel 1921 una parte del monumento, l’Altare della Patria fu scelta per accogliere la salma del Milite Ignoto la cui salma fu tumulata il 4 novembre con ali di folla.

Con il fascismo diventò uno dei palcoscenici di Mussolini.

Il Milite Ignoto…è evidente, un povero soldato senza nome morto nel corso del 1°conflitto mondiale. A guerra finita il Paese stava tentando di rialzarsi, molti gli uomini morti, mariti e figli tra i 17 e 30 anni. Grandi problemi di forza lavoro a cui sopperivano le donne.

Fu Gabriele D’Annunzio a coniare il termine Milite Ignoto. Questa idea fu valutata, ovviamente in Parlamento, dove a fine agosto si decise di scegliere 11 salme tra quelle senza segno di riconoscimento. Una volta sistemate in 11 bare furono poggiate nel Duomo di Aquileia, vegliate, per poi sceglierne una all’alba e quindi sarebbe cominciato il suo viaggio verso Roma.

La delicata incombenza toccò ad una mamma che doveva indicare uno dei feretri. C’era una donna inconsolabile che si era recata a piedi da Livorno ad Udine alla ricerca del figlio disperso. Un’altra ancora che aveva scavato con le mani nel posto dove le avevano indicato era sepolto uno sconosciuto recuperati i resti li aveva legati con un nastro tricolore e poi fatti seppellire decorosamente vicino la salma del marito. Un’altra ancora aveva avuto il coraggio di assistere a 150 esumazioni pur di trovare pace. Alla fine fu scelta Maria Maddalena Bergamas. Anche lei non aveva una tomba su cui piangere. Suo figlio volontario irredentista era caduto nel 1918 in battaglia. Fu sepolto con altri commilitoni, ma un bombardamento distrusse il cimitero improvvisato, rendendo le salme irriconoscibili. Da quel momento Antonio Bergamas era ufficialmente disperso. Sorretta da 4 militari la donna aveva un fiore bianco da posare su una delle 11 bare, ma davanti alla penultima, prese il suo velo nero e lo poggiò sulla bara decretando la sua scelta.

In cinque giorni, dal 29 ottobre al 2 novembre, un convoglio ferroviario attraversò l’Italia, fermandosi in 120 stazioni dove tanta gente aspettava per rendere omaggio, piangendo in silenzio e senza parlare, come fosse la “sua” persona cara che tornava a casa.

Nel terzo anniversario della fine della guerra il 4 novembre 1921, la bara dello sconosciuto fu sepolta al Vittoriano. Una cerimonia silenziosa in cui si contarono non meno di un milione di persone. Il silenzio fu interrotto solo, al momento dell’inumazione, dal rullo dei tamburi, dal suono delle campane e dai regolamentari 21 colpi di cannone.

Al Milite ignoto fu concessa la Medaglia d’oro al Valore.

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