5 maggio 1821: Fu vera gloria?

200 anni fa moriva in esilio, sull’isola britannica di Sant’ Elena, Napoleone Bonaparte….a tutt’oggi gli interrogativi sono tanti

Maria Catalano Fiore

La sua Tomba Monumentale “Les Invalides” onore o monito?

Se rileggiamo alcuni passi scritti da Alessandro Manzoni in “5 maggio” ci rendiamo conto di quanto apprezzare o meno la figura di Napoleone Bonaparte dipenda dai momenti storici : “Ei fu…(a Manzoni non occorre un soggetto)…uom fatale…Cadde, risorse e giacque…Dall’Alpe alle Piramidi, dal Manzanarre al Reno…Dall’uno all’altro mar. Fu vera gloria? Ai posteri l’ardua sentenza…tutto ei provò: la gloria, … le fughe e la vittoria. Due volte nella polvere, due volte sull’altar…e sparve….ecc… La domanda Manzoniana è a tutt’oggi senza risposta.

Un Napoleone idealizzato, a cavallo

In effetti il suo picco di gloria come Imperatore dei francesi durò solo 10 anni, dal 1804 al 1814, 20 anni di guerre continue e di padronanza sull’intera Europa, destabilizzatore di tutti i Regni più antichi, poi ripristinati dal Congresso di Vienna: cosa si può dire, forse che la sua veloce carriera viene ancor oggi usata come pro e contro di situazioni politiche.

Alcuni giornali titolano, già da diversi giorni: “Napoleone, l’anomalia della Storia. Così odiato ma così imprescindibile – Dopo due secoli è un fantasma-Su Napoleone l’ardua sentenza dei posteri non c’è: la storia è finita”, a firma di Marcello Veneziani su “La Verità” del 4 maggio 2021. “Napoleone (ri)esiliato dopo due secoli dalla “Cancel Culture” di Giuseppe Conte, “Il Giornale” 1 maggio 2021. “Con lui tornarono le aquile nei cieli di Roma”di Sandro Consolato” sul numero di “Focus” in edicola, e ancora “Un Empereur Ghibellino – che sognò l’Europa unita” di Gabriele Adinolfi, ancora “La Repubblica”, oggi 5 maggio, “Il bicentenario di Napoleone, Macron lo commemora, ma la Francia è spaccata sulla memoria dell’Imperatore” di Anais Ginori, ecc….

Jaques Luis David “napoleone nel suo gabinetto di lavoro” 1812

In effetti, il Presidente della Repubblica francese Emmanuel Macron oggi interverrà alle celebrazioni per il bicentenario della morte di Napoleone in modo schivo, tutti i suoi predecessori hanno preso le distanze dal personaggio storico più ingombrante del Paese accusato di tutto e di più. “Commemorare non è festeggiare”, ha specificato Macron.

Tutto molto controverso chi esalta la figura di Napoleone e chi lo accusa di crimini contro l’umanità. Tutto il periodo storico andrebbe rivisto la verità è ancora da scoprire. E’ indubbio che Napoleone fa parte della storia della Francia, è indubbio che la nazione arrivò al suo massimo grado di espansione dalla repubblica all’Impero, e che con lui si ha un vero capovolgimento storico: finisce un’era e si entra nella Storia Contemporanea. Il suo sogno di una grande Europa, una chimera sfumata già durante il suo ultimo periodo di vita, consumato da un cancro allo stomaco su quello scoglio che è l’isola di Sant’Elena in pieno oceano.

Suo il sogno di fare del Louvre un “Museo Universale” trasportandovi opere da ogni parte d’Europa, dall’Italia in modo massiccio tra il 1796 ed il 1814, ma già nel 1816 rientrate ad opera dello scultore Antonio Canova, molto attivo a Roma alla corte della Principessa Paolina Bonaparte Borghese. Opere che hanno costituito il fulcro di una grande mostra presso le “Scuderie del Quirinale” nel dicembre 2016 “Il Museo Universale – Dal sogno di Napoleone a Canova” , opere che a tutt’oggi formano il patrimonio di grandi musei come la Pinacoteca di Brera, la Galleria dell’Accademia di Venezia o la Pinacoteca di Bologna. Una mostra di intento storico-artistico, curata da Valter Curzi, Carolina Brook e Claudio Parisi Presicce, con l’obbiettivo di ripercorrere le tappe di questo aspetto artistico della vita di Napoleone e dell’Italia stessa.

Ritratto di papa Leone X di Raffaello, uno dei quadri trafugati e poi recuperati

Per comprendere il personaggio bisogna ripercorrere la sua biografia, possibilmente senza preconcetti, attenendosi ai fatti e studiandoli: Napoleone Buonaparte (in seguito Bonaparte per una migliore pronuncia francese) nasce ad Ajaccio, in Corsica, il 15 agosto 1769, solo un anno dopo il passaggio della Corsica da Genova alla Francia, e se fosse stato italiano? I suoi genitori lo erano, appartenenti ad una piccola nobiltà toscana senza grandi risorse, con numerosa prole, che cercano di inserirsi in questa occupazione francese. Una famiglia numerosa 13 figli di cui 8 sopravvissuti e dopo un certo periodo, orfani di padre, esuli a Tolosa. Napoleone, il maggiore, già studia in Francia, poi a 16 anni è ufficiale d’artiglieria, deve sempre pensare alla famiglia. Durante la Rivoluzione francese, acquista, per meriti, il grado di Generale. Primo Console di Francia sino al 1804, poi si auto-investe Imperatore con il nome di Napoleone I dal 2 dicembre 1804 al 14 aprile 1814 e, nuovamente, dal marzo al giugno 1815.

Napoleone si incorona imperatore. J.L. David

E’ indubbio che grazie alla sua nascita in un contesto italiano/toscano/corso Napoleone mantiene un legame forte con la lingua e la cultura italiana. E’ il primo a parlare di una “Italia Unita”. Non è più religioso, la Rivoluzione ha azzerato qualsiasi religione, gli importa poco del papato.

Senza dubbio un uomo di larghe vedute, uno stratega, in 20 anni, tra guerre ed alleanze conquista gran parte dell’Europa Continentale esportando idee e rinnovamento sociale. Controlla i numerosi Regni tramite fratelli o cognati (Giuseppe Bonaparte in Spagna, Gioacchino Murat Regno di Napoli, Girolamo Bonaparte in Vestfalia, Jean Baptiste Jules Bernadotte nel Regno di Svezia e Luigi Bonaparte nel Regno di Olanda.

Sue le riforme del sistema giuridico (confluite nel Codice Napoleonico) introducendo chiarezza e semplicità nelle norme base del moderno “Diritto Civile”.

J.L.David “Napoleone nella Battaglia delle Piramidi”

La disastrosa “Campagna di Russia” del 1812 segna il tramonto del suo dominio europeo. Nell’Aprile 1814 Bonaparte abdica. Viene esiliato presso l’isola d’Elba. Nel marzo 1815 riesce a rientrare in Francia riprendendo il potere per 100 giorni sino a che non viene definitivamente sconfitto a Waterloo. Si consegna ai suoi peggiori nemici, gli inglesi che lo isolano il più lontano possibile.

Dopo la definitiva sconfitta napoleonica dopo pochi mesi il “Congresso di Vienna” ristabilisce in Europa tutti i vecchi Regni.

Napoleone è il primo regnante della dinastia Napoleonica, sposa, discutibilmente, la creola separata e chiacchierata Giuseppina di Beauharnais nel 1796, donna intrigante che gli spiana il cammino, ma non riesce a dargli un erede. In seconde nozze e per motivi strategici sposa, nel 1810, a 41 anni la 18enne Arciduchessa Maria Luisa d’Austria dalla quale ha il sospirato erede maschio Napoleone Francesco (1811-1832). Il popolo di Francia in giubilo lo saluta con 101 colpi di cannone. Alla nascita eredita un Impero vastissimo. La sua breve vita viene influenzata dalla corte asburgica, dove la sua giovane madre si rifugia dopo la campagna di Russia del 1812. Napoleone vede suo figlio per poco tempo. Di lui, un bellissimo bambino, poi giovane, biondo, sappiamo che cresce a Vienna in una gabbia dorata, ma senza alcuna libertà, dove probabilmente viene avvelenato progressivamente. Muore a soli 21 anni il 22 agosto 1832.

Napoleone Francesco II

Comunque suoi nipoti e discendenti saranno sempre in Francia, a tutt’oggi. Per ironia della sorte, nel 2019 si uniscono in matrimonio Jean Christophe Bonaparte e la contessa Olympia von Arco Zinnemberg nipote di Maria Luisa d’Asburgo. Dopo due secoli le casate si riuniscono.

Eredi delle due casate, gli somigliano un po’

Dopo due secoli, in una società che ha dimenticato completamente il concetto di gloria, e anzi tende colpevolizzare qualunque azione o ideale la figura di Napoleone Bonaparte subisce attacchi feroci. Ovviamente ha fatto parte attiva nella Rivoluzione francese, ha combattuto, fatto prede, ucciso, ma come tutti i combattenti nel corso dei secoli, non si può definire, come ha fatto la studiosa, di origine haitiana, Marlene L. Dault sulle pagine del “New York Times” “Il più grande tiranno, una Icona della supremazia bianca”, una “cancellar culture?, ma se Giuseppina era mezzosangue, e le sue varie donne e consiglieri di varie razze ed estrazioni sociali!

Ai posteri l’ardua sentenza!

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