Vaccino anti Covid-19

Una buona ed una meno. Secondo una multinazionale, a cui collabora anche un’azienda di Pomezia, la sperimentazione potrebbe darci il vaccino anti-Covid già nel prossimo settembre. Per l’Agenzia Italiana del Farmaco occorrerà attendere la primavera-estate prossime.

La Redazione

Notizia certamente vera: dita incrociate sulle previsioni. Una multinazionale, l‘Astrazeneca, si è accordata per produrre almeno 400milioni di vaccini anti-Covid, che sta sperimentando ora ad Oxford. La capacità di produzione viene comunicato è di un miliardo di dosi nel 2020-2021. A settembre le prime consegne. Il governo Inglese ha opzionato, con diritto di prelazione, 30milioni di dosi, ma la Astrazeneca rende noto che sono in corso ulteriori accordi con paesi europei per assicurare un equa distribuzione nel mondo e che per la durata della pandemia adotterà un modello no-profit.

In gioco entrano già da subito gli Usa che, attraverso la Barda – Autorità Usa per la ricerca biomedica avanzata-, hanno finanziato la ricerca con un finanziamento di oltre un miliardo di dollari finalizzati allo sviluppo, produzione e fornitura di vaccini dal prossimo ottobre. Alla ricerca e nella sperimentazione collabora anche l’Italia con la Irbn di Pomezia, società fondata nel 2009, operante nel settore della biotecnologia molecolare, della scienza biomedicale e della chimica organica.

I prossimi passi successivi la sperimentazione su 30mila volontari e quella pediatrica.

Fosse così, potremmo dire che questo stramaledetto virus sta per essere messo in un angolo. Una doccia fredda, subito dopo, nella conferenza stampa settimanale dell’Iss (Istituto superiore di sanità) che il Coronavirrus ci ha insegnato a conoscere. Secondo l’Iss. Presente il Ministro della Salute Speranza, il Presidente dell’Iss, Silvio Brusaferro, ha tracciato la sintesi dell’andamento settimanale. Buoni i dati, quasi dappertutto, ma con la riapertura del 18 c.m. sapremo come va realmente solo dopo l’altro fine settimana, in pratica nei primi di giugno.

Maggiore interesse ha suscitato l’intervento del direttore generale dell’Agenzia Italiana del Farmaco, Nicola Magrini. In merito all’utilizzo dell’idrossiclorochina,  (il farmaco consigliato da Trump e Bolsonaro, aggiungiamo noi) ” Sull’efficacia sappiamo poco, sui possibili danni e assenza di sicurezza in alcuni limitati sottogruppi di pazienti ne siamo abbastanza sicuri”.  E sul vaccino: “Ci sono più vaccini promettenti, 5-6 in fase avanzata, e anche l’Italia partecipa in diversi modi. A mio avviso il tempo ragionevole per pensare a un vaccino è primavera, estate prossima, non penso per settembre ci possa essere alcun vaccino disponibile , pur contando risultati molto buoni, come sembrano gli studi di fase 1. Speriamo l’anno prossimo e speriamo sia più d’uno e che le capacità di produzioni siano adeguate”.

Possiamo aggiungere che noi speriamo che la sua previsione pessimistica sia sbagliata e vada a buon fine la previsione per questo settembre che Magrini esclude. Penso sarebbe contento anche lui se si fosse auspicabilmente sbagliato.

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