Tra Armenia e Azerbaigian è tregua umanitaria

Raid armeno a Ganja uccide 13 civili. Baku, ora vendetta!

La Redazione

C’era stata una recrudescenza dei combattimenti tra i due Paesi, che si contendono quasi da sempre un pezzo del territorio, che aveva provocato anche tante vittime tra i civili. Finalmente Armenia e l’Azerbaigian hanno pubblicamente annunciato di avere raggiunto l’accordo per una “tregua umanitaria” a partire dalla mezzanotte tra sabato e domenica ora locale. Ad annunciarlo congiuntamente i ministeri degli Esteri dei due Paesi.

Il cessate il fuoco nel Nagorno-Karabakh non sembrava possibile, considerata l’asprezza degli scontri tra Armenia ed Azerbaigian, che non si sono limitati ai missili e proiettili di artiglieria, ma si fronteggiavano a botte di accuse reciproche, che inasprivano il clima. E a pagarne le spese soprattutto i civili inermi, non solo i militari.

Solo nella notte tra venerdì e sabato, ha denunciato Baku, un razzo armeno ha colpito Ganja, la seconda città azera, provocando tra i civili la morte di 13 unità e oltre 50 feriti. Il presidente azero Ilham Aliyev ha parlato di “un crimine di guerra”. In un discorso alla nazione, l’ennesimo Aliyev aveva affermato: “L’Azerbaigian vendicherà sul campo di battaglia le vittime di Ganja. Questa vicenda mostra ancora una volta la natura fascista della leadership armena: non è la prima volta infatti che le nostre città si trovano sotto il fuoco nemico“. Erevan, come da copione, ha negato l’attacco e, attraverso portavoce del ministero della Difesa armeno Shushan Stepanyan, ha attribuito all’Azerbaigian il bombardamento nella notte di Stepanakert, capitale dell’autoproclamata repubblica del Nagorno-Karabakh.

Nulla faceva presagire un cessate il fuoco anche perché tra le parti non c’è accordo sul meccanismo di controllo che la Russia cercava di negoziare tra i contendenti. Ma da mezzanotte di sabato regge e non ci resta che tenere le dita incrociate perché continui così.

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