Tanto tuonò che piovve.

Abu Mazel annuncia la fine degli accordi con Usa ed Israele. E’ la fine dell pace in medio oriente.

Gianvito Pugliese

Se preferite “tanto si tira la corda che si spezza”. Sicuramente in questo mondo, non è solo l’Italia, ad essere divisa tra Capuleti e Montecchi, Coppi e Bartali, Mazzola e Rivera, ed allargando i confini nordisti e sudisti, europeisti e sovranisti-antieuropeisti, filo americani e filo cinesi, ecologisti ed inquinatori seriali, animalisti e carnivori conclamati, gli aggettivi aggiunti in ultimo indicano chiaramente da che parte sto.

Abbiamo troppo presto brindato alla fine delle ideologie e dei blocchi. Si quelli di un’epoca che si dissolvevano con loro istituzioni datate, ma, talvolta, storiche. In realtà ne sono subentrate altre. Sì, ma senza che nessuno, almeno ufficialmente, né dichiarasse la nascita o l’avvento. Dunque, altre categorie contrapposte hanno sostituito le precedenti. I preconcetti sono tornati di moda, così come “il prosciutto sugli occhi” che impedisce di essere obiettivi.

Da alcuni anni in medio oriente si era raggiunta non una pace definitiva, che avrebbe richiesto ben altre concessioni e contestuali predisposizioni da una parte e dall’altra, ma quantomeno una tregua che ha retto, risparmiato tantissime vittime su entrambi i fronti.

Abu Mazel ha manifestato ieri la totale avversità dell’Olp (Organizzaione per la Liberazione della Palestina) e dello Stato di Palestina avverso la decisione di Israele, irresponsabilmente avvallata da Donald Trump, di annettersi parti della Cisgiordania. Sono considerati atti ostili, praticamente equiparabili ad atti di guerra e comportano che le citate “Olp e lo Stato di Palestina si sentono svincolati da oggi da tutti gli accordi e le intese con gli Usa e Israele e da tutti gli obblighi che da essi derivano, compresi quelli di sicurezza”.

Ricomincia o rischia di ricominciare il martirio delle popolazioni di entrambe le parti e, con grande gioia dei produttori di armi, che sanno tutti fin troppo bene da chi sono protetti, si ricomincia a sparare; manca poco.

Magari, qualcuno troverà l’ennesima guerra “locale” utile al proprio tornaconto elettorale. Non credo la pensino allo stesso modo quelli che la guerra la vivranno sulla propria pelle e su quella dei figli, bambini e ragazzi indifesi, lo ripeto, di ciascuno dei due schieramenti.

Speriamo che il buon senso prevalga, ma le speranze concrete sono poche, sono decisioni assunte deliberatamente e freddamente e finalizzate proprio ad alimentare tensione, paura, morte e distruzione.

Poi, molti invocheranno l’uomo forte, non rendendosi conto che quegli attentati e catastrofi sono state cinicamente volute e provocate dallo stesso personaggio che invocano. che fa finta di condannarle e ne garantisce la fine, a breve.

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