Rianimatori: “Vaccino subito e terza dose”

Rischio a trenta giorni per le terapie intensive

La redazione

Mentre continua ad infuriare una protesta assurda, insensata ed incosciente, dei no-vax contro il green pass, per virologhi, epidemiologhi ed immunologhi siamo in piena quarta ondata.

Se i dati giornalieri di contagi e decessi nel nostro Paese sono preoccupanti, ma non drammatici, almeno per ora, lo dobbiamo ad una buona campagna vaccinale ed all’alto numero dei vaccinati.

Purtroppo si naviga a vista nel mare in tempesta del Covid-19. Quando, a chi aveva assunto due dosi del vaccino, abbiamo dato il green pass, abbiamo ipotizzato una immunizzazione intorno ad un anno. Non era così. Ora sappiamo che dopo sei mesi dalla seconda dose la protezione diminuisce e occorre assumerne una terza.

Piaccia o meno siamo di fronte a qualcosa di nuovo ed estremamente diverso da quello che si conosceva ed è inevitabile che si possano commettere errori di valutazione.

Antonino Giarratano, presidente della Società Italiana Anestesia Analgesia Rianimazione e Terapia Intensiva (Siaarti) non usa mezzi termini: “A seguito del ricovero in terapia intensiva i pazienti Covid hanno una possibilità di decesso dal 30 al 75%.Dobbiamo evitare questi ricoveri. Il nostro appello è chiaro: chiediamo a tutti gli italiani di vaccinarsi e ai vaccinati da più di 6 mesi di fare la terza dose, e di attenersi all’uso delle mascherine e igiene delle mani. Chiediamo al governo di mettere in atto subito manovre per una maggiore attenzione, senza attendere il colore ‘giallo’ che significa già 15% di ricoveri in più e nuovi morti”.

Poi, prosegue: “Siamo in piena quarta ondata pandemica. C’è grande preoccupazione: le terapie intensive rischiano l’intasamento entro un mese. Il raggiungimento dei 10mila nuovi casi di persone contagiate dal Covid.19, con un +95% di ricoveri ed un +8% di presenze in terapie intensive sono segnali sempre più gravi e importanti che indicano ormai che siamo all’interno della quarta ondata della pandemia da SARS-CoV2. Con queste cifre e con questa tendenza preoccupante, che cade nel periodo autunnale e invernale in cui le aree critiche sono già sotto pressione, nel giro di un mese il sistema ospedaliero delle terapie intensive rischia pericolosamente l’intasamento”.

Gli fa eco Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe: “I casi di Covid-19 in Italia stanno aumentando in maniera importante, da 2500 casi settimanali siamo passati a oltre 10mila. Però è importante notare che a fronte di questo aumento non abbiamo avuto un enorme impatto sugli ospedali. Questa è la dimostrazione che la protezione offerta dai vaccini soprattutto sulla malattia grave sta funzionando in maniera egregia. Sappiamo che dopo 6 mesi la protezione inizia a diminuire, dobbiamo riuscire a convincere gli indecisi che non hanno fatto nemmeno una dose e accelerare con le terze dosi. Nelle ultime settimane sta aumentando il numero di nuovi vaccinati, questo vuol direche c’è ancora un margine e questo margine potrebbe essere ancora più ampio se si mettessero in campo alcune strategie”.

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