Pandoro e Ofella

Pochi sanno che il Pandoro è più antico del Panettone e ancor di più l’ Ofella, un Pandoro più basso e “Vintage”…..vediamo:

Maria Catalano Fiore

Sia il Pandoro che l’Ofella sono derivati dal “Nadalìn”, un antico pane veronese che addolciva le festività natalizie.

La loro origine leggendaria è da attribuire alla nobile famiglia Della Scala nel 1263.

Il “Nadalìn” era probabilmente un semplice pane dolce un po’ più lievitato, che arricchiva il desco natalizio, a volte a forma di stella. In seguito una maggiore lievitazione e l’aggiunta di spezie ha creato L’Ofella, un dolce ancora prodotto e consumato nell’area veronese.

ecco le “Ofelle”

Non si può citare il Pandoro senza citare i suoi progenitori: il Nadalìn e l’Ofella e la loro storia. Verso la fine del 1200 sale al potere Alberto Della Scala, succedendo al fratello Mastino, ucciso nel 1277, diventando Signore di Verona.

Per festeggiare il suo primo Natale in modo degno dopo la sua investitura, gli Scaligeri danno incarico ad un pasticciere locale di “inventare” un dolce simbolo della grandezza della città. Nasce così una pasta lievitata a forma di stella, il Nadalìn, accostandolo, anche religiosamente, alla cometa dei Magi.

Dal Nadalìn viene fuori l’Ofella. Il termine Ofella deriva dal latino “Offa” che presso gli antichi romani era una focaccia di farro arricchita da vari ingredienti, usata nelle festività e nel corso di Vaticini. Il diminuitivo Ofella indica, secondo una ricetta del 1400, una piccola pasta dolce confezionata con farina impastata con uova e spezie varie, poi lievitata e cotta in forno.

La produzione dell’Ofella si infittisce nel tardo 700, l’impasto è simile al Pandoro, ma non ha la caratteristica forma a stella. Resta comunque più bassa ed appiattita.

Dal Nadalìn, poi Ofella, viene fuori, nel corso dell’800, sulle tavole Veronesi e Veneziane un “Pan de Oro” un dolce conico della Serenissima, riservato ai nobili, spesso ricoperto da scaglie di oro zecchino. La morbidezza dell’impasto pare importata da maestri pasticcieri austriaci arrivati a Verona e specializzati in impasti più burrosi, ricchi di uova e più volte lievitati.

Foto anni 20, L’entrata in forno dei Pandori Melegatti

Molto più tardi, il 14 ottobre 1894, Domenico Melegatti, fondatore dell’omonima ditta dolciaria, deposita all’Ufficio brevetti la ricetta di un dolce morbido, dal caratteristico corpo a forma di stella a otto punte, opera del famoso pittore divisionista veronese Angelo Dall’Oca Bianca. Era nato il moderno pandoro.

Uscita dal forno dei precedenti Pandoro

Angelo Dall’Oca Bianca (Verona 1858-1942), pittore e scultore di impronta impressionista, dopo una sfortunata infanzia, lavora e frequenta l’Accademia Cignaroli di Verona, un ambiente ancora tradizionale, di seguito frequenta i corsi di nudo in Accademia e il verista Giacomo Favretto (Ve 1849-1887) dal quale apprende anche l’utilizzo della fotografia, con il crescere della carriera incontra anche Giovanni Segantini (1858-1899) ed altri noti esponenti dell’area divisionista. Nel 1986 viene insignito del “Premio Principe Umberto “e viene selezionato per la prima Biennale di Venezia. Va poi a Roma dove viene introdotto nell’ambiente culturale di Giosuè Carducci, Francesco Paolo Michetti, Gabriele D’Annunzio, avvicinandosi sempre più al mezzo fotografico. La Regina Margherita gli commissiona diversi quadri. Nel 1983 è presente, per due volte di seguito, all’Esposizione Internazionale di Chicago. Nel 1900 è premiato all’Esposizione Universale di Parigi. Dopo il 1910 continua la sua opera solo in modo privato. Nel 1941 realizza il suo testamento lasciando tutte le opere, schizzi, foto ed altro alla città di Verona e un importante lascito di denaro ai suoi cittadini meno abbienti.

La notorietà di Dell’Oca Bianca e la manifattura di Melegatti decreteranno per il Pandoro un successo a livello mondiale.

Comincia la Sfida tra Pandoro e Panettone. In Italia le Sfide sono quasi un obbligo: Bartali contro Coppi, Mazzola contro Rivera, De Gasperi contro Togliatti, persino Topo Gigio contro Calimero….

Sfida inutile, dipende semplicemente dai gusti….chi ama un dolce semplice, chi lo preferisce arricchito d’uvetta, canditi, scaglie di cioccolato e anche pistacchi….ma qualunque sia la nostra scelta, speriamo in un Sereno Natale!

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