Oggi il Giorno della Memoria
Abbiamo chiesto alla docente universitaria Silvia Godelli, indimenticabile assessore regionale alla Cultura della Giunta Vendola, il suo pensiero nel giorno della Shoah
Silvia Godelli
Anche quest’anno, e con maggior foga che in passato, è ripresa la discussione pubblica sulla utilità della Giornata della Memoria della Shoah. E mai come quest’anno trovo i toni di questa discussione del tutto inappropriati. Mi sembra, in realtà, che di questa scadenza ci si voglia liberare come di un abito vecchio o come di un oggetto che sia venuto a noia.
E io mi chiedo: siamo davvero convinti che gli obiettivi che portarono a istituire la Giornata della Memoria siano stati raggiunti? E se lo strumento appare troppo retorico e ritualizzato non sarebbe più utile aprire un confronto serio sulle problematiche a monte e cercare risposte più idonee? Ovvero: non sarebbe finalmente il caso di riaprire la discussione sulle colpe e sui crimini del fascismo, a partire dalle leggi razziste del 1938, dalle discriminazioni, dal fiancheggiamento nei confronti del nazismo, dalla vergogna di un Paese, il nostro, che non ha fatto i conti con il suo passato?
Non sarebbe il caso di far in modo che la scuola affronti con serietà e rigore l’insegnamento della storia del ‘900? E non bisognerebbe aprire gli occhi a fronte del ritorno dell’antisemitismo, quello esplicito e quello travestito da antisionismo? E che dire del complottismo e delle tentazioni negazioniste?
C’è da riflettere. C’è da preoccuparsi. C’è da correre ai ripari. Personalmente trovo insopportabile la moda di compiangere genericamente le vittime senza mai voler individuare e condannare i colpevoli. O di confondere tutto e tutti come in una “notte in cui tutte le vacche sono nere”.
Finché le cose in Italia stanno così, ben venga la Giornata della Memoria. Servirà almeno a mantenere aperta la discussione.
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