Non si trascuri la scuola

Papa Francesco ha rivolto la sua preghiera mattutina a Santa Marta agli studenti. E nel frattempo sono ancora poche le certezze sulla ripartenza delle scuole.

Vito Longo

Uno dei settori più martoriati dalla pandemia in corso è senza dubbio quello scolastico. Tranne che per chi dovrà sostenere gli esami di fine ciclo, l’anno scolastico si concluderà senza più presenza nelle aule di studenti e insegnanti.

La didattica a distanza, adottata come soluzione emergenziale, non può, non deve, diventare soluzione definitiva. La presenza in un luogo fisico annulla le distanze tra gli studenti, soprattutto bambini, e consente a tutti di avere le stesse opportunità, pur partendo da basi differenti. Benché la ministra Azzolina lo abbia definito “un successo”, è evidente che un simile strumento amplifica le differenze che esistono. Non tutti dispongono della stessa connessione internet: ci sono zone del Paese servite dalla tecnologia con fibra ottica e altre dove, a fatica, si raggiunge un decimo della velocità. Nell’evenienza, poi, di una famiglia numerosa, non è garantito che tutti possano disporre di una postazione ciascuno. A ben vedere, insomma, le criticità non mancano. Il 21 aprile u.s. è stata istituita una task force – l’ennesima, viene da dire – composta da 18 personalità del settore. Le idee degli esperti verranno poi vagliate dai vertici del Ministero e, se del caso, anche approvate. A loro il compito di far “ripartire” la scuola, probabilmente a settembre, benché in altri paesi siano già state riaperte.

Pur nella tragicità del momento, non bisogna sprecare le “occasioni” che porterà questo cambiamento. C’è l’opportunità di rimettere in discussione il sistema che c’era prima. Si può iniziare fissando alcuni capi saldi che funzionavano prima e funzioneranno sempre e provare ad integrarli con alcune delle innovazioni che hanno funzionato in questi mesi.

Proprio agli studenti e alla scuola, nella consueta preghiera mattutina a Santa Marta, ha rivolto il suo pensiero Papa Francesco: «Preghiamo oggi per gli studenti, i ragazzi che studiano e gli insegnanti che devono trovare nuove modalità per andare avanti nell’insegnamento. Che il Signore li aiuti in questo cammino, dia loro coraggio e anche un bel successo».

La ministra Azzolina almeno prova a trovare soluzioni e ad elaborare proposte. Il ministro dell’università, Gaetano Manfredi, invece, sembra essere scomparso.

Ci auguriamo, in conclusione, che nel c.d. “decreto Rilancio”, ormai prossimo all’approvazione, salvo colpi di scena dell’ultima ora, ci sia spazio anche per uno stanziamento corposo da destinare alla scuola. Da dove partire? Magari dall’avvio dei cantieri dell’edilizia scolastica approfittando dell’assenza dei ragazzi. Sarebbe un bel modo di testimoniare che la scuola è ben presente nei pensieri del governo.