Meno social ma più socievoli
Quando le parole diventano l’inoltro del pensiero altrui, ditelo: lo avete fatto anche voi?
Cinzia Montedoro
Durante le festività i cellulari sono stati inondati da messaggi di auguri. Dalle immagini sacre, alle frasi fatte, dagli aforismi famosi, alla solita «A te e famiglia». Il riciclo delle parole, non sempre originali, si mescola ai copia incolla ed il confronto, quello vero, del «Ciao, come stai. Auguri di buone feste» prende forma inevitabilmente con un’emoticon, quasi a dover interpretare attraverso una figura: un pensiero, un sentimento o un augurio.
Nel lontano 1982 uno spot ci spiegava che per essere felici bastava usare il telefono e la nostra voce «Il telefono …la tua voce “. Dopo quarant’anni gli smartphone e altri dispositivi mobili hanno cambiato per sempre il modo di parlare, allontanandoci inevitabilmente dalla comunicazione tradizionale. I messaggi vocali sono divenuti esempio di celerità in un mondo che ha bisogno di correre e soprattutto di non essere interrotto.
In alcuni messaggi poi, vi è un utilizzo obbligato e scocciato degli auguri, inviati centinaia di volte, immagini oramai sature che non hanno più voglia di essere condivise, a questo si insaporisce il messaggio di «tanti auguri di buon Natale» con la dicitura in alto «inoltrato» … il delitto perfetto dei messaggiatori seriali!
Lo ammetto, anch’io sono caduta nella tentazione dei messaggi inoltrati, ma solo perché potevo beccare tanti piccioni con una fava e a dirla tutta l’ho fatto con la figura beata di Gesù bambino, quasi a volermi discolpare dal reato di «inoltro festoso senza pena», ma come diceva il buon Dio « chi tra voi è senza peccato scagli la pietra per primo», il mio, il nostro …è stato solo un mezzo legato alla seduzione allettante del bello e buono, ma veloce. Meno social ma più socievole, ci proveremo, intanto per salutare questo 2021 ferito dal covid, inoltriamo questo articolo, chissà, questo messaggio possa arrivare in qualche modo al bambino Gesù, e che l’anno prossimo al posto di una bella immagine e degli «a te e famiglia» ci arrivi la possibilità di un bell’abbraccio con tutto il calore umano.
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