La via c’ est Chic

Quando la moda diventa arte.

Nunzia Zampino

Le regine bizantine hanno decorato il Duomo di Monreale, style di Dolce & Gabbana. La coppia di stilisti per la prossima stagione fredda ci ha fatto sognare.

Una donna protagonista, una donna regina, enfatizzata e valorizzata nella sua femminilità. Ribattezzata dagli stessi stilisti come l’aspetto più bello dell’essere donna. Una donna che incede sicura di sé, ondeggiando maestosa in sontuosi abiti ispirati ai decori dei mosaici del duomo di Monreale, con tanto di corona dorata e pietre incastonate in testa. Un accessorio, quest’ultimo, che simboleggia l’incoronamento della femminilità ed è il motivo dell’intera collezione dedicata a quella donna-femmina che, da sempre, è l’ispirazione del duo siciliano.

I riferimenti bizantini si moltiplicano su tuniche, abiti, camicie, borse e scarpe: è un rimando continuo alla ricchezza del patrimonio artistico e culturale di un’epoca e di un territorio, che prende vita in una chiave contemporanea e à-porter. La resa formale è stupefacente: la ricchezza dei materiali, dei ricami, degli orditi, dei tessuti s’intreccia con la raffinatezza della creatività, dalla pregiata composizione e dalla semplicità evocativa. Ancora una volta, quella di Dolce & Gabbana è una moda che affonda profonde radici nella storia di un luogo, mostrando un senso d’appartenenza totale a un territorio come quello siciliano al punto da evocare – tramite continui sussurri, arte, storia e cultura. E così, tutto a un tratto, ci ritroviamo inaspettatamente spettatori di un’epoca che fu, con tutti i suoi fasti e le sue ricchezze, assaporandone il tripudio e, al tempo stesso, l’autentica compostezza.

Proprio grazie a questa corrispondenza tra passato e presente, tra vissuto e contemporaneo, la moda conquista la platea, proponendosi come qualcosa di viscerale, che va ben oltre la vera apparenza e lo stilismo formale fine a se stesso e assume valenze cerebrali, che mirano dritte al cuore dello spettatore, catturandolo nella sua emotività e trascinandolo in un fascinoso viaggio esplorativo. Un’avventura che passo dopo passo si fa sempre più convincente, delineandosi per tratti inconfondibili: restano indelebili, infatti, gli abiti ricamati a tessere di paillettes, cristalli e pietre dure; colpiscono le scarpe con il plateau a gabbia che imprigiona fiori colorati.

E proprio a Sant’Agata è ispirato anche il bustino in filigrana d’oro portato con la mini a mosaico, motivo che ritorna sotto forma di stampa negli abiti tunica, nei tubini in broccato, nelle maxi T-shirt tintinnanti di tesserine dorate, nelle bluse abbinate alle gonne svasate, negli shorts a palloncino e nelle giacchine con spalla insellata che segnano il punto vita.
Gli accessori fanno il resto: corone dorate e orecchini a croce mescolano sacro e profano, mentre medaglioni con angeli e immagini prese dagli ex voto occhieggiano dagli abiti più preziosi, in un tripudio di pietre e ori.

Un mix di storia e classicità, rivisitato in chiave temporanea per offrire alla donna un ideale di eleganza e stile che si spinge oltre il canone standardizzato, evocando dimensioni inesplorate e fascinose.

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