La croce equilatera ucraina

La comparsa sui mezzi dell’esercito ucraino del simbolo di Costantino “In hoc signo vinces” spacciati per nazisti

Rocco Michele Renna

Come mai appare una croce equilatera bianca sui mezzi militari ucraini, una reminiscenza nazista? Tutt’altro, checché ne dicano i denigratori di san Pietroburgo (ndr. sede centrale della propaganda del Cremlino), approfittando della ignoranza di molti su questo simbolo, per screditare Volodymyr Zelensky e gli ucraini.

La croce equilatera di Costantino è un segno cristiano utilizzato nella battaglia del Ponte Milvio, voi, giustamente mi farete notare che è simile a quella utilizzata dai tedeschi nella seconda guerra mondiale, vero? Ebbene conosciamo tutti il modus operandi di Hitler, con l’esoterismo e i segni cabalistici voleva impressionare il suo popolo a cominciare dalla croce uncinata buddista, segno di pace modificato eccetera.

Tornando all’imperatore Costantino vi spiegheremo come nasce questo simbolo è perché si usa… “In hoc signo vinces” è una frase latina, dal significato letterale: “in (sotto) questo segno vincerai”, traduzione del greco ἐν τούτῳ νίκα .

 La comparsa in cielo di questa scritta in greco accanto a una croce sarebbe uno dei segni prodigiosi apparsi in sogno a Costantino che avrebbero preceduto la battaglia di Ponte Milvio. A partire dal Rinascimento, l’episodio compare ampiamente nell’iconografia cristiana.

L’episodio viene raccontato soltanto nella Vita di Costantino, un’opera del vescovo Eusebio di Cesarea, stretto collaboratore di Costantino dal 325 d.C. Il vescovo stesso mostra un certo scetticismo, dichiarando di credervi solo perché l’imperatore stesso glielo aveva riferito sotto giuramento.

Eusebio racconta che, Costantino si orientò verso il monoteismo quando ancora si accingeva a venire a Roma per combattere contro Massenzio. Rivoltosi in preghiera alla divinità, poco dopo mezzogiorno fu testimone, lui e il suo esercito, di un evento celeste prodigioso, l’apparizione appunto di un incrocio di luci sopra il sole e della scritta ἐν τούτῳ νίκα.

Nella notte successiva gli sarebbe apparso Cristo, ordinandogli di adottare come proprio vessillo il segno che aveva visto in cielo. Molto impressionato, Costantino avrebbe chiamato dei sacerdoti cristiani per essere istruito sul cristianesimo, religione il cui contenuto non gli era ancora noto.

Costantino, inoltre, avrebbe fatto precedere le proprie truppe dal labaro imperiale con il simbolo cristiano del chi-rho, detto anche monogramma di Cristo, formato dalle lettere XP (che sono le prime due lettere greche della parola ΧΡΙΣΤΟΣ cioè “Christòs”) sovrapposte. Sotto queste insegne i suoi soldati sconfissero l’avversario.

Esempio di chi-rho

Nel corso degli anni, diversi studiosi hanno individuato presunte corrispondenze fra fenomeni astronomici ed il “segno celeste” della visione di Costantino.

Nel 1948, Fritz Heiland, dello Zeiss Planetarium di Jena, pubblicò una interpretazione della visione di Costantino, come conseguenza di una congiunzione planetaria. Nell’autunno del 312 tre pianeti luminosi, Marte, Saturno e Giove erano allineati fra il Capricorno e il Sagittario. La congiunzione astrale poteva essere interpretata dalle truppe come un presagio sinistro; Costantino si sarebbe inventato la leggenda cristiana per trasformare questo pericolo in un segno celeste di vittoria.

Tutto è possibile, segno divino o congiunzione planetaria è servito ad infondere all’esercito di Costantino la giusta fiducia per battere Massenzio e la storia del mondo è cambiata, Fritz Heiland vorrebbe gettare acqua sul fuoco facendolo apparire solo come una fortuita congiunzione astrale che Costantino ha sfruttato, però Costantino si è convertito al cristianesimo e l’impero stesso di Costantino è diventato cristiano, quindi potremmo dire che dietro la “fortuita congiunzione astrale” ci sia stata la mano divina?

Lasciamo ai lettori le interpretazioni del sogno di Costantino e torniamo con i piedi per terra in Ucraina: probabilmente la croce sui mezzi dell’esercito ucraino ha un valore simbolico per infondere fiducia nel loro esercito come fece Costantino, chissà se il novello Costantino ucraino ha fatto lo stesso sogno…

Sta di fatto che il simbolo non c’entra nulla con la simbologia nazista ma, visti i risultati della controffensiva ucraina di questi giorni, possiamo solo augurarci che “in hoc signo vinces” abbia lo stesso valore della battaglia di Ponte Milvio.

Ci auguriamo, soprattutto, che la pace sia vicina e che questa carneficina non si trasformi in qualcosa di distruttivo a livello mondiale, visti gli ultimi messaggi minacciosi fra Putin e Biden.

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