Johnson: molto difficile ricucire con Putin

Non dobbiamo ripetere l’errore del 2014 con la Crimea.

Gianvito Pugliese

Penso di ripetermi se affermo che Johnson è un personaggio indubbiamente particolare. Non piace agli inglesi che non abbia rispettato il lockdown, da lui stesso sancito, partecipando ad alcune feste al 10 Downing Street, per le quali è stato multato dalla polizia londinese, mentre la sua gestione dell’economia di un Paese in grandi difficoltà è decisamente disastrosa. D’altro canto come perdonare ad un Premier di aver messo in esecuzione la Brexit, contando sulle promesse di Donald Trump, che voleva provocare solo un danno all’Europa per conto del suo sodale e padrone: Vladimir Putin.

Ovviamente Trump non mantenne le promesse, come suo solito, e gli agricoltori inglesi (bacino di voti tradizionalmente conservatori) non hanno più potuto esportare un frutto verso il tradizionale mercato europeo, senza farlo marcire nei camion alla frontiera. Essere messi in ginocchio dalla dabbenaggine del proprio leader non è il massimo della felicità, certamente.

Ma Johnson ci stupisce spesso con sortite interessanti ed originali. L‘accordo con la Svezia é tra queste. Ed oggi, dice quello che molti pensano e non dicono in quanto non politically correct.

Boris Johnson: “Penso che ora il pentimento sarà molto difficile per Putin. Nulla è impossibile, suppongo, ma non riesco proprio a vedere come possiamo rinormalizzare le relazioni con Putin adesso. Ha gravemente violato i diritti umani, il diritto internazionale. È colpevole di un assalto assolutamente barbaro a un Paese totalmente innocente. E rinormalizzarsi significherebbe commettere l’errore che abbiamo fatto nel 2014 [in seguito all’annessione della Crimea]”.

Una posizione netta e chiara. D’altro canto, se ben ricordo, Johnson è stato l’unico, se non tra i pochi, a non prestarsi alla partecipazione alla scala santa di leader europei, in coda al Cremlino per parlare con lo zar e tentare di dissuaderlo da questa folle avventura,

Emmanuel Macron, forse per il suo ruolo in Europa, ha ricominciato a sostenere pubblicamente che la Pace non può essere ottenuta umiliando Putin, che dovrà porre liberamente le sue condizioni.

Più vicino al premier britannico il nostro Mario Draghi, che trovo totalmente condivisibile, secondo il quale ad una pace si può arrivare (e dobbiamo appoggiarla) solo se gradita all’Ucraina. Non si può barattare la libertà e la dignità di un popolo per qualche metro cubo di gas. E difficilmente Volodymir Zelenskiy scorderà l’inutilità dei Patti post Crimea.

Certo Putin, è riuscito nella mission impossible di ricompattare un’Europa molto frammentata e farle ipotizzare un’imminente mini-europa politica. Ma mica l’ha fatto intenzionalmente, in realtà ha tentato di dividere, riuscendo ad ottenere l’esatto contrario. Un politico, dunque, che solo Matteo Salvini, può ammirare visceralmente. Ora occorrerà vedere nella Nato, prima che in Europa, quale tesi prevarrà. Ammesso che alla fine ne spunti una vincente.

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