J.F. Kennedy:”Ich bin ein Berliner

Ich bin ein Berliner, Io sono un Berlinese, disse John F. Kennedy il 26 giugno 1963 a Rudolph-Wilde-Platz di Berlino Ovest.

Gianvito Pugliese

Cinquantasette anni fa l’indimenticabile Presidente americano, cinque mesi prima dell’attentato a Dallas che lo uccise, pronuncio a Berlino in una afffollatissima Rudolph-Wilde-Platz un discorso dai contenuti memorabili. Da un lato sembra anticipare i tempi con impressionanti premonizioni, ma in quel discorso c’è l’essenza della democrazia, senza demagogie ed infingimenti, ma stigmatizzata con la cruda determinazione di chi ama conoscendone i mille limiti e difetti.

Gli Amici del Coordinamento Nazionale Docenti della Disciplina Diritti Umani, spero mi perdonino il termine affettuoso e confidenziale, a cui non sfugge alcuna ricorrenza storica significativa, ci fanno dono di ricordarcela. Li ringraziamo, la mia redazione ed io, e pubblichiamo qui di seguito il loro comunicato, ma desidero, cari lettori, richiamare la Vostra attenzione su “Ich bin ein Berliner”, cioè “Io sono un Berlinese”. Resterà nella storia, al punto che spesso, senza saperne l’autore e la circostanza, la parafrasiamo tutti. Ricordate il “Siamo tutti Charlie Hebdo” che gridammo, sfidando l’infamia terroristica, “sono Italiana” afferma la tedesca Presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, per solidarietà al nostro Paese colpito per primo in Europa dal Covid. Le parole dei grandi, come la loro memoria, restano nella Storia. Con un attimo di tristezza, dando uno sguardo al mondo, non vedo leader capaci di lasciare traccia di sé e spero tanto di essere solo un miope.

CNDDU

Comunicato del CNDDU

Il Coordinamento nazionale docenti della disciplina dei diritti umani, in occasione della ricorrenza, 26 giugno 1963, in cui il presidente degli USA, John F. Kennedy, proferì il famoso discorso nella Rudolph-Wilde-Platz a Berlino Ovest nel quale affermò «Ich bin ein Berliner», intende evidenziare e ribadire l’importanza nella società attuale della libertà e della democrazia.

Alcune frasi pronunciate quel giorno come “La libertà ha molte difficoltà e la democrazia non è perfetta… Voi vivete in una isola difesa di libertà, ma la vostra vita è parte della collettività. Consentitemi di chiedervi, come amico, di alzare i vostri occhi oltre i pericoli di oggi, verso le speranze di domani, oltre la libertà della sola città di Berlino, o della vostra Germania, per promuovere la libertà ovunque, oltre il muro per un giorno di pace e giustizia, oltre voi stessi e noi stessi per tutta l’umanità”, lette oggi possono costituire un momento di riflessione e condivisione anche all’interno delle comunità educative. È importante storicizzare fenomeni e avvenimenti e contestualizzarli in relazione ai tempi e alla società di riferimento dell’epoca; tuttavia è ancora più proficuo comprendere il significato, il risvolto, che essi possono assumere ai nostri giorni. Pertanto è necessario proporre lo studio di documenti / filmati come il discorso di Kennedy in quanto espressione di valori costitutivi del vivere civile; principi che vanno difesi e conquistati ogni giorno; che non siano mai considerati scontati e “assunti”. Democrazia e libertà si coltivano nelle scuole prima di tutto e si celebrano nella convivenza pacifica di molteplici componenti e nel rispetto delle norme condivise proprie dell’aula scolastica.

“Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti. Essi sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza.” (art. 1 DUDU)  

Prof. Romano Pesavento presidente CNDDU

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