Il valore di un “Like”

Quando l’autostima ha il valore di un pollice in su

Cinzia Montedoro

Quando si fa clic, su “Mi piace”, inevitabilmente si sta comunicando con un altro essere umano, riconoscendo in modo positivo il suo stato, un post, un’immagine, in altre parole il suo mondo, una forma di empatia virtuale. I social network sono il terreno fertile dei like, la piantagione dei consensi, più sono alti i numeri dei pollicioni, più è alto l’indice d’approvazione.

Quotidianamente postiamo sui social contenuti di ogni genere  e può capitare di ricevere numerosissimi “mi piace” altre volte capita il contrario,  chi riceve poche approvazioni subisce l’onta della disfatta e dell’emarginazione social, o meglio sente di non aver postato un argomento interessante per gli utenti tale da non sentirsi più’ nella scintillante vetrina dei social.

E’ inutile nascondersi dietro un dito, il gioco di parole non è casuale, il nostro modo di relazionarci con il mondo è senza dubbio cambiato, la socialità e gli scambi d’opinione passano spesso dagli stati social piuttosto che da una chiacchierata vis-à-vis, complice anche la pandemia; la macchina virtuale della comunicazione ci porta inevitabilmente a controllare chi ci segue con maggiore attenzione, chi ci stalkerizza digitalmente e chi commenta il contenuto postato, altrettanto curioso è constatare post che nulla hanno a  che fare  con gli interessi di un utente, magari un amico o un parente  che ben conosciamo,  il tutto solo per avere un pollice in su, esempio : “Bello il rigore di…” per l’utente in questione che conosciamo bene,  il pallone è quadrato. In altri casi , un selfie audace o anche peggio:  gli auguri di buon compleanno alla moglie o al marito postati sui social ci lasciano intendere, oltre alla necessità di notificare l’evento, esiste il bisogno di ricevere quel like che tanto rende felice quel giorno speciale, anche se il  post lascia intuire che i coniugi vivano in case differenti e che non si parlino.

Un like diventa cosi un generatore di fiducia e di conferme, una forma   di dipendenza da notifica, uno specchio dove si riflette la propria autostima e dove facilmente si può cadere nel baratro  della sconnessione dal mondo reale.

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